“Latino e greco sono codici a chiave, che si aprono soltanto con il ragionamento e un’organizzazione strutturata del pensiero. Insegnano a chiedersi il perché delle cose. Chi impara a districarsi fra Tacito e Platone assimila una tecnica che potrà applicare a qualunque ramo del sapere e della vita.”
(Massimo Gramellini)
di Giulia Calabrese
In un mondo in cui si prediligono attività pratiche e in cui la tecnologia si evolve giorno dopo giorno, agli occhi dei giovani (e non solo) studiare materie umanistiche, e nello specifico latino e greco, sembra una perdita di tempo; quel tempo che potrebbe servire per imparare qualcosa di concreto e impiegabile nella vita quotidiana.
Eppure, per la cultura occidentale, lo studio delle lingue classiche significa assaporare un’atmosfera al di fuori del tempo e dello spazio che sa di μύθος e di λόγος, significa scoprire l’eleganza e la modernità dei poeti o dei tragediografi greci, ma soprattutto, significa crescere chiedendosi il perché delle cose.
Il fine di queste materie non è saper distinguere un aoristo greco da un perfetto, ma saper imparare a relazionarsi con il problema, valutarlo con criterio e cercare di risolverlo. È vero, il lavoro della traduzione è faticoso e, a volte, infernale, ma è una palestra per la mente con cui si viene educati all’impegno, all’organizzazione, alla determinazione e alla pazienza.
A confermare quanto scritto sono due studentesse del quinto anno del Liceo Classico Umberto I, le quali sostengono che: “ È un’ottima scelta dedicarsi a questi studi perché non sono solo letteratura e grammatica, ma sono uno sguardo in un mondo che in realtà è uguale al nostro. […] Inoltre, è un liceo che ti permette di acquisire un metodo di studio tale da frequentare qualsiasi facoltà.”
Ciò che può offrire il Liceo Classico, oltre alle tante ore di studio, è l’opportunità di affinare le proprie abilità intellettive, di maturare un pensiero critico e di sviluppare una logica brillante. Infatti, anche nel mondo della tecnologia, l’avvenire sarà affidato a chi sa ragionare, a chi sa sviluppare un solido pensiero critico e a chi è colmo di creatività, non di certo a una società inerme e smemorata, poco incline al ragionamento.
Dunque, perché scegliere gli studi classici? Semplicemente per farvi trasportare in un mondo immortale, in cui sarete rapiti dalla dolcezza di Saffo, incantati dalla grandezza di Omero, stupefatti dai dissidi interiori di Catullo, coinvolti dall’audacia di Ovidio, e per essere eredi di una cultura, che indipendentemente dalle vostre scelte future, farà sempre parte di voi.
Giulia Calabrese è studentessa del quinto anno del Liceo Classico Umberto I di Ragusa. Appassionata di letteratura e classici.