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L’Alieno

US Open di Tennis a Flushing Meadows, 4 settembre 2023. Va in onda una delle sfide più interessanti degli ottavi di finale, tra il nostro Jannik Sinner (attuale n.7 nella classifica ATP) e il campione tedesco Alexander Zverev (attuale n.10). Per la cronaca sarà il tedesco a prevalere dopo una battaglia durissima in 5 set, ma non è il dato prettamente sportivo che mi preme ricordare. A risaltare è la grande lezione di civiltà che ha saputo dare il giovane tennista tedesco.

Sinner si complimenta con Zverev a fine partita (foto oasport.it)

Veniamo ai fatti. Siamo al quarto set quando un tifoso tedesco comincia a cantare “Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt…”. Tristemente noto come inno della Germania nazista. Zverev era al servizio. Si è fermato, si è avvicinato alla sedia dell’arbitro e ha segnalato l’accaduto. “Ha appena urlato le famose parole di Hitler, è incredibile”, ha esclamato il tennista tedesco al giudice di sedia. L’arbitro a quel punto si è consultato con gli addetti alla sicurezza per identificarne l’autore e dopo una breve ricerca l’uomo è stato individuato e invitato immediatamente a uscire dallo stadio. Un comportamento esemplare da parte di tutta l’organizzazione, da applausi. Un esempio per tutto il movimento sportivo che spesso fa spallucce in questi casi. Come se si trattasse di eventi ineluttabili contro cui nulla si può fare.

Zverev a colloquio con l’arbitro di sedia per far allontanare dagli spalti il tifoso tedesco (foto kleinezeitung.at)

Provate adesso ad immaginare qualcosa di lontanamente simile negli stadi di calcio italiani, dove spesso gli ultrà la fanno da padrone con i loro insulti razzisti, i cori fascisti, gli striscioni vergognosi… E con le società calcistiche che tendono sistematicamente a minimizzare: “so’ ragazzi…”
Ricordate il ministro Salvini che andò persino a stringere la mano a quel galantuomo capo-ultras della curva sud del Milan? Un simpaticone con precedenti di spaccio di stupefacenti. Come quell’altra sagoma del suo omologo a capo della curva nord dell’Inter, pluripregiudicato, ucciso in un regolamento di conti tra malavitosi.

(Da sinistra) L’ex giocatore della Lazio Paolo Di Canio mentre onora la curva (fascista) della Lazio con il saluto romano (2005) a destra il Ministro Salvini mentre stringe la mano al capo-ultrà della curva sud milanista

E che dire poi della fascistissima tifoseria laziale e del suo ex-leader Diabolik-Piscitelli? Il famoso narcos romano ucciso anch’egli in un regolamento di conti tra “gentiluomini”. La stessa curva laziale che quell’imbecillotto di Paolo Di Canio onorava con il saluto romano per celebrare la vittoria della sua Lazio nel derby contro la Roma (2005). La stessa identica curva che a inizio secolo espose un grande striscione con su scritto “Onore alla Tigre Arkan”, dedicato al criminale di guerra jugoslavo Željko Ražnatović, assassinato qualche giorno prima in un attentato a Belgrado.
Il mondo del calcio è senza speranze. Dovete sperare che i vostri figli si appassionino al tennis o ad altri sport, non al calcio. Non esiste oggi sport peggiore. In ogni senso.

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