di Giulia D’Angelo
‘Vive nell’Ether, si guadagna da vivere insabbiando i crimini non rilevati dal sistema, segreti, omicidi, adulteri e i cosiddetti crimini non violenti dei colletti bianchi. Un genio dell’inganno che sostituisce con alibi credibili le attività scomode non registrate, e sopratutto cancella se stessa.‘
È questo il ritratto della giovane Anon delineato dall’investigatore Sal Frieland.
In un futuro distopico e apparentemente lontano da noi, l’occhio umano è in grado di registrare ogni momento per poi salvarlo e convertirlo in file. Questo complica la vita dei criminali. Infatti il lasso di tempo tra il compimento del crimine e l’identificazione di questi da parte della polizia è molto breve e non servono né prove né testimoni per incastrarli, ma solo il libero accesso da parte della polizia ai file della memoria del cadavere.
Sal Frieland è alle prese con diversi omicidi collegati tra loro: l’assassino ha coperto le proprie tracce manipolando il database ‘Ether’ della vittima e hackerarando gli ultimi istanti di vita nella loro vista.
L’investigatore, dopo aver scoperto chi si cela dietro Anon, sarà costretto a indagare sotto copertura, ottenendo anche un incontro ravvicinato con lei per poterla incastrare.
Inventando il sistema ‘Ether‘ e attraverso il repentino succedersi di omicidi, senza che si possa vedere il volto dell’assassino (i file puntualmente si interrompono), il regista Andrew Niccol riesce a catturare inizialmente l’attenzione del pubblico creando suspance. Ma dopo il primo incontro tra l’investigatore e Anon il ritmo procede lento per finire in un finale un po’ deludente e scontato.
I colori freddi e cupi sembrano rispecchiare la tristezza che si cela dietro un mondo in cui a dominare è il controllo delle informazioni e la mancanza di riservatezza. Il monito è quello di una tecnologia sempre più pericolosamente invadente, che è riuscita a cancellare qualsiasi traccia di privacy in una società dove il controllo delle proprie informazioni, a causa dei social media e della navigazione su internet, non esiste più.
I meccanismi del database ‘Ether‘ potrebbero far sembrare la realtà del film molto lontana da noi, ma a rifletterci bene sembra ragionevolmente profetico per il nostro futuro prossimo.
Nonostante alcune scene siano poco riuscite e il ritmo lento, è un film di cui consiglio la visione per i diversi spunti interessanti di riflessione che offre.
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Wonderful!!!!!!