di Giuseppe Schembari
L’affascinante spider BMW 507 esordì al Salone di Francoforte del 1955 in forma di prototipo. Ma fu commercializzata, nella sua versione definitiva, soltanto a partire dall’anno successivo. Nata per assecondare le richieste di Max Hoffman, geniale e visionario importatore di auto di lusso europee negli Stati Uniti, sfoggiava un design del tutto rivoluzionario per la tradizione BMW fino agli anni ‘50.

La filante carrozzeria in alluminio, con linee fluide e proporzioni armoniose, capolavoro della matita del Conte Albrecht von Goertz, designer di origine austriaca, mostra un aggressivo frontale a V, sul quale si distende, a forma di ovale allungato, l’iconica calandra BMW a forma di doppio rene. A completare il frontale, due fari circolari ben integrati nella carrozzeria in grado di conferire alla vettura un aspetto assolutamente distintivo.
Lungo i fianchi un armonioso movimento di linee caratterizza lo spider di Monaco di Baviera, grazie alla linea di cintura relativamente alta che si abbassa a centro per poi rialzarsi sinuosamente dietro, evidenziando anche delle griglie molto ben stilizzate (che chiudono gli sfoghi dell’aria). Lo stesso parabrezza si curva delicatamente verso il cofano accentuando la silhouette affusolata. Infine, la coda, corta e arrotondata, conferisce ulteriore dinamismo e sportività all’auto, evidenziando un accenno di pinne laterali e una leggera gobba vicino al bagagliaio per migliorare il flusso d’aria intorno alla vettura. Dei piccoli gruppi ottici ben integrati ne completavano, infine, il riuscitissimo disegno.
La storia della BMW 507 inizia, dicevamo, con Max Hoffman, che esercitò una decisiva influenza nella scelta della casa tedesca di realizzare una vettura esclusiva per il mercato americano. E in effetti le grandi ruote da 16”, che quasi sporgono dal passaruota, fanno intuire proprio una meccanica da vera sportiva, supportata da un robusto telaio scatolato e valorizzata da un moderno motore V8 di 3168 cm3, costruito interamente in lega leggera (il primo al mondo) e in grado di sviluppare una potenza di 150 CV per una velocità massima di circa 200 Km/h. Per la verità non molti rispetto a quelli della concorrente diretta della casa di Stoccarda: la Mercedes 300 SL, che ne sviluppava più di 200 con prestazioni complessivamente più avvincenti.

Pur aggressiva nelle sue linee lo spider di casa BMW non si presentava però come una sportiva estrema e il suo motore, dal ruggito piacevolmente acuto, spiccava soprattutto per l’ottima coppia ai bassi regimi che consentiva uno spunto e una ripresa di assoluta eccellenza. Era disponibile con diverse opzioni di trasmissione, compreso un cambio manuale a 4 o 5 rapporti, oppure una trasmissione automatica a due velocità. Fu inoltre dotata di sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, che la rendevano agile e maneggevole soprattutto sui percorsi misti.
L’abitacolo si dimostrò subito un po’ troppo corto, non molto adatto al fisico generalmente prestante del tipico utente americano, anche se con finiture di alta qualità. Nel giugno del ‘57 comunque BMW cercherà di correre ai ripari con una seconda serie avente un abitacolo allungato verso la coda, grazie allo spostamento del serbatoio della benzina da dietro l’abitacolo a sotto il bagagliaio.
Nonostante il design accattivante e le notevoli prestazioni, la 507 non riuscì comunque da ottenere un grande successo commerciale. I costi di produzione, più elevati del previsto, costrinsero la casa tedesca a fissarne un prezzo di vendita di molto superiore rispetto a quello della concorrenza: 9.000 dollari a fronte di 6.000/7.500 dollari per una Marcedes 300 SL. Inoltre, la disponibilità limitata (ci furono molti problemi di produzioni e consegna) rese ancora più difficoltosa la possibilità di potersi ritagliare una fetta di mercato significativa. Problemi simili a quelli già evidenziati per la Lancia Aurelia B24.
Alla fine, dal 1956 al 1959, ne furono prodotte soltanto 254 unità, prototipi compresi.

Nonostante i numeri di produzione limitati, l’affascinante spider di casa BMW attrasse l’attenzione di celebrità e personaggi famosi dell’epoca, tra i quali Elvis Presley che la acquistò nel 1958.
Ai nostri giorni, vuoi per la sua rarità ed esclusività, vuoi per il suo design senza tempo particolarmente riuscito e le sue prestazioni da sportiva purosangue, viene considerata dai collezionisti una classica tra le più desiderabili del panorama automobilistico mondiale di ogni tempo. Un oggetto del desiderio immancabile nel collezionismo di élite.