di Adriana Iacono e Giuseppe Terlato
Il Carnevale, una tradizione diffusa in tutta Italia e nel mondo, festa celebrata nei paesi di tradizione cristiana che ogni anno, per diversi giorni, riempie le strade di colori e allegria.
Ma come spieghi il Carnevale di Chiaramonte Gulfi a chi non l’ha mai vissuto in prima persona?
In un paesino, dove più o meno ci si conosce tutti, rappresenta un momento di aggregazione importante per piccoli e grandi, nelle case, dentro i garage, nelle palestre. Si progetta, si cuce, si salda, si incolla, si balla e infine si esibisce con grande orgoglio quello che si è prodotto.E in una città che durante l’anno, soprattutto nei mesi invernali, appare spenta si accende una luce, un fermento di partecipazione gioiosa e impegnata che, piaccia o meno, ha saputo dare un valore aggiunto ad una Chiaramonte che in quei giorni diventa protagonista assoluta sulla scena provinciale. Senza dimenticare l’apporto non indifferente all’economia cittadina.
Tutto inizia più o meno ad ottobre. La voglia di riunirsi e creare qualcosa di nuovo si rinnova. Come se la fatica, i sacrifici, i dispiaceri di ogni anno si annullassero per dare spazio a quella gioia e a quelle emozioni che solo il Carnevale sa dare. Si formano gruppi di aggregazione che vedono giovani e meno giovani impegnati in una sana competizione, con la voglia di creare qualcosa di nuovo, di più grande, di diverso. Qualcosa che in quei giorni possa lasciare il pubblico entusiasta, stupito, divertito. Che faccia riflettere, lanci un bel messaggio e faccia vivere quei momenti senza pensieri.
Anche quando dubbi e perplessità prendono il sopravvento, basta poco per superarli: l’odore della carta impregnata di colla, l’odore acre del ferro che si scioglie e si modella, la vernice colorata… e senti un fremito dentro! Potremmo parlare per ore di quello che il Carnevale è stato per noi, ma ci preme sottolineare soprattutto la funzione sociale che ha avuto negli anni. A partire dall’aggregazione di decine e decine di ragazzi chiusi per mesi in un capannone, che si confrontano, scherzano, lavorano, crescono insieme, imparano e fanno nuove amicizie (non virtuali!). Poi la formazione. Chi non ha mai partecipato (o assistito) alla costruzione di un carro allegorico non ha idea della mole di lavoro che c’è dietro. Lavori che spesso iniziano per improvvisazione o emulazione e poi diventano nuove abilità professionali.
Dal nostro punto di vista il Carnevale ha rappresentato negli anni una grossa opportunità per Chiaramonte, innanzitutto rendendolo fantastica vetrina per tutta la provincia (e oltre). Poi un grande stimolo per i giovani a staccarsi dagli smartphone, a mettersi in gioco e a guardare avanti portandosi dietro, però, un valore prezioso della nostra tradizione. Tutte cose che nelle realtà più grandi appaiono molto più difficoltose.
Detto questo, e senza intenti polemici, appare triste notare come negli anni l’interesse su una così importante consuetudine continui a scemare, e ci auguriamo che in un prossimo futuro ci possa essere modo di rilanciarla per ripartire più entusiasti che mai.