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I corpi bandistici cittadini sono un fenomeno sociale e culturale che hanno coinvolto e coinvolgono tutt’ora intere generazioni di giovani chiaramontani (come di altre cittadine) e alcuni di questi sono diventati nel tempo anche musicisti molto apprezzati. La redazione di Oltreimuri.blog, con la collaborazione di Giovanni Morreale, appassionato storico della materia, ha tentato di ricostruire la storia della formazione chiaramontana, in due parti, partendo da molto lontano. 

di Giovanni Morreale e Redazione

La storia parte da lontano. A Chiaramonte già sul finire del XVI secolo fu acquistato il primo organo per la chiesa madre, di conseguenza comparirono i primi organisti e più avanti ancora i coristi.

L’organo della Chiesa Madre suonato dal compianto Maestro Gian Battista Nobile

Nel 1730 un gruppetto di amatori, motivati dalla comune passione per la musica, si riunì costituendo di fatto una piccola filarmonica con l’esclusivo intento di suonare durante la festività della Madonna di Gulfi. Visto il crescente interesse verso lo studio della musica, il Decurionato (cioè l’Amministrazione comunale di allora) nel 1834 istituì la scuola di musica e la pose sotto la guida del maestro palermitano Giuseppe Rizzo.

1890. Una delle foto più antiche della festa della Madonna di Gulfi

Bisogna considerare il fatto che sul finire del XVIII secolo a Chiaramonte si diffuse la sacra rappresentazione, pratica già di moda nelle grandi città della Sicilia sin dal 1600. E nelle chiese cominciarono a fare la loro comparsa gli “oratori sacri”: un genere musicale teatrale. Da noi l’occasione fu data dalla solennizzazione del Real-novenario in onore della Madonna di Gulfi e a tale scopo divenne necessario un librettista, un compositore e degli esecutori.

Un libretto di “oratorio sacro” per la festa del 1862, la composizione della filarmonica, la dedica e gli autori

Gli “oratori” trattavano per lo più temi derivanti da episodi del vecchio testamento, ma a Chiaramonte prevalse la narrazione del leggendario arrivo della statua della Madonna di Gulfi che tanto appassionava i fedeli. Da qui prese corpo la spinta di formare dei musicisti “in casa”, seppur all’occasione non si rinunciava all’ingaggio di solisti di grido che venivano scritturati dai prestigiosi teatri dell’intera Sicilia.

I quattro quadri che rappresentano la leggenda dell’arrivo della statua della Madonna a Gulfi

Nella chiesa dunque si crearono le condizioni per la nascita della banda, utile per accompagnare i sacri riti sia all’esterno delle chiese che all’interno. In questo nuovo contesto troviamo la collaborazione delle due figure principali della musica sacra: il maestro della banda e l’organista della chiesa. E non di rado si verificò che lo stesso individuo ricoprisse entrambi i ruoli. Nacque così il primo corpo bandistico della Città di Chiaramonte che, nel 1860, ebbe la direzione del sacerdote musicista Giovanni Sanzone.

Un Libretto di Oratorio Sacro del 1881

Il Maestro della banda era incaricato e a stipendio della municipalità, avendo superato regolare concorso con le relative prove di abilità nella direzione e nella composizione. Aveva l’obbligo di formare la banda cittadina e per questo doveva istruire e formare i giovani del luogo, che spesso provenivano dal ceto sociale degli artigiani della città. Scopo delle banda era quello di allietare non soltanto le feste religiose ma anche quelle civili organizzate dall’Amministrazione comunale. Si pensi alle serate di gala e ai concerti estivi che si tenevano in piazza Duomo. Si impegnava inoltre ad approntare il repertorio da eseguire nelle varie ricorrenze.

Il corpo bandistico della città di Chiaramonte nel 1882

Queste scuole di musica cominciarono così a sfornare molti bravi musicisti, alcuni dei quali, come avviene per le squadre sportive oggi, venivano contesi dalle bande delle città limitrofe e scritturati con “ingaggio stagionale concertistico”. Seppure è stata la passione il filo conduttore per tutti i componenti delle bande in ogni tempo, possiamo dire che da quel vivaio dilettantistico si sono formati diversi ottimi musicisti, a volte superlativi, che hanno avuto grande fortuna in contesti ben più importanti.

In una foto del 1909 (foto di G. Grita & figli)

L’Amministrazione provvedeva a tutte le necessità della banda; forniva gli spartiti, gli strumenti, le divise e una sala musica per le prove arredata del necessario.
Molte opere furono composte dai vari maestri incaricati, commissionate sia per conto della municipalità che dai vari procuratori delle feste patronali (molto spesso i notabili della città) e alcune di queste divennero popolarissime.

Foto del 1931. A centro il mitico Maestro Vito Cutello

Purtroppo di questo repertorio in originale non ci è pervenuto nulla. Quello che abbiamo è stato posto su carta in periodi successivi. Gli spartiti originali sono andati perduti nel tempo, un po’ per incuria dei privati che li conservavano o, nel caso di quelli conservati negli archivi comunali, per i due incendi dolosi appiccati dopo le due guerre mondiali. Rimasero solo i libretti che qualche amatore aveva conservato.

Lo spartito di una litania alla Madonna

Il ‘900 fu il secolo dello splendore del corpo bandistico chiaramontano, oramai rinomato in tutto il territorio e veniva richiesto in ogni dove, soprattutto per le esecuzioni sinfoniche. L’Amministrazione comunale arrivò persino a stipendiare i migliori elementi per evitare che venissero scritturati altrove, seguendo la consuetudine già adottata da altre città, come Noto e Caltagirone, le quali contendevano a Chiaramonte il titolo di migliore formazione musicale della Sicilia sud-orientale.

1931. Formazione d’élite

Tra i bravi musicisti che hanno avuto successo, partendo proprio dalla banda, possiamo ricordare Salvatore Bentivegna, nato nella seconda metà dell’800 e trasferitosi da giovane a Milano. Ebbe il grande merito di essere stato il primo chiaramontano, con il suo ottavino, a calcare la scena della Scala di Milano. Non come elemento stabile dell’orchestra, bensì da musicista definibile “a chiamata”, cioè quando se ne verificava la necessità d’orchestra. Venne a mancare a fine anni ’50 nella sua città adottiva.

Anni ’30 del XX secolo. Salvatore Bentivegna (a destra) con il giovanissimo nipote Giovanni Pollicita

Nel XX secolo si avvicendarono numerosi maestri alla guida del corpo bandistico. Tra i tanti non possiamo non citare il più famoso: il maestro Vito Cutello, cugino di Salvatore Bentivegna, il più longevo nel mantenere l’incarico. La sua attività si svolse nella prima metà del ‘900 passando alla storia soprattutto per il leggendario orecchio musicale di cui era dotato. Si era formato in una banda militare suonando il corno e il flicorno e aveva conseguito il titolo di direttore d’orchestra. Rientrato a Chiaramonte gli fu affidata, appunto, la direzione del corpo bandistico dimostrando delle doti non comuni come istruttore e furono tanti i suoi allievi ad aver fortuna in contesti ben più importanti.

1931. Corso Umberto. Il maestro Vito Cutello (primo a sinistra)

Dal 1953 al 1956 il corpo bandistico fu affidato al maestro Vito Buè. Successivamente sostituito nel 1957 e fino al 1961 dal maestro Alfonso Maria Matrella, di origine pugliese, ma ben integrato nella nostra realtà. Il Matrella si segnalò per essere stato uno dei maestri più prolifici nella storia delle composizioni musicali per banda.

1949. In Corso Italia a Ragusa

A seguire il maestro Mario Maci dal 1962 al 1964 proveniente da Vittoria. E ultimo in ordine cronologico ad essere stipendiato dalla municipalità fu il Maestro Vito Noto, bravo trombettista, diplomatosi al conservatorio a Roma nel 1969. Rientrato a Chiaramonte nel 1971 ricevette dal comune l’incarico di maestro reggendo il ruolo per circa un trentennio. Dalla sua scuola passarono moltissimi bravi allievi.

1953. Corpo bandistico che suona durante la discesa della Madonna delle Grazie

Tra i tanti talenti musicali sbocciati nel ‘900 ricordiamo l’ottimo clarinettista Raffaele La Terra Majore (1905-1984) che fece parte anche del corpo bandistico del Vaticano. Paolo Bronia, uno dei tanti ragazzini cresciuti nel “vivaio” del Maestro Cutello e diventato Primo Clarinetto nella Banda Musicale dell’Esercito Italiano. Ma soprattutto i due bravissimi musicisti che più di tutti fecero fortuna ai massimi livelli: i Maestri Nenè Arabito, primo violino al San Carlo di Napolie Vito Calabrese prima Tromba alla Scala di Milano. Ne parleremo nella seconda parte.

Anni ’30. Il Maestro Vito Cutello (secondo a destra)
1955. Il corpo bandistico al completo. A centro in alto il Maestro Vito Bue
1955. Raffaele La Terra Majore (a sinistra). A centro il Maestro Buè
1956

Foto non datata. Presumibilmente tra gli anni ’50 e primi anni ’60. A centro forse il Maestro Matrella

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