di L’Alieno
Prendo spunto dall’interessante nota di Sebastiano D’Angelo sulla figura di Cirino Paradiso, sindaco spartiacque tra un prima e un dopo, per tentare di fare una riflessione più generale sulla politica attuale, anche nella speranza che si possa aprire un dibattito sul tema.
La tentazione (banale) è sempre quella di dire che ‘si stava meglio prima.. bla… bla‘, ma la realtà è sempre più complicata di come appare. Molti difetti della nostra politica li abbiamo interiorizzati a partire dall’unità d’Italia. Molti altri si sono aggiunti in questo lungo periodo di crisi globale e non soltanto da noi.
Eppure non si può tacere quell’inesorabile declino iniziato dopo la fine della prima Repubblica e che ci ha portati, di fatto, ad un vuoto di classe dirigente senza precedenti.
A meno di pensare che i tanti patetici ‘Gigini&Salvini‘ possano essere considerati degnamente come tali (senza togliere demeriti anche ad altri fenomeni della sinistra).
Ovvio che il ricordo di un politico innovatore e di cultura come Cirino Paradiso, per non andare troppo lontano da casa nostra, ci possa apparire oggi come un gigante. Intentendo per ‘cultura’ un concetto ben più ampio delle semplici competenze tecniche.
A Roma come a Chiaramonte, ovvero dal macro fino al micro, credo sia impellente il bisogno di trovare una nuova generazione di teste pensanti e colte. Pena: una politica senza visione del futuro e capacità di discernimento. Ulteriore pena accessoria: la condanna ad una politica guidata da asettici burocrati. Tanto potenti e invadenti quanto più il politico è inadeguato e ignorante. Esattamente quello che il Sindaco Paradiso riuscì ad evitare ai suoi tempi. Una delle chiavi, penso, del suo successo.
Non è un caso che attorno alla politica di oggi si siano creati veri e propri deserti. Un vuoto compensato però dall’apparizione di fenomeni di incapacità politica, ma bravissimi a catalizzare vasti consensi dalla stupidità che abbonda sui ‘social’.
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Non sono mai stato iscritto in alcun Partito o Lista Civica – ma con il Dottore abbiamo reciprocamente collaborato.