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Siamo arrivati alla fine di un percorso costituito da tre articoli sul concetto innovativo di city branding, a firma del bravo e competente Vincenzo La Cognata. Il primo dedicato ad un possibile piano di sviluppo del brand cittadino di Chiaramonte, il secondo dedicato al confronto di due casi opposti: uno di successo e l’altro no. Infine il presente articolo in cui a centro dell’attenzione si pone l’intero territorio ibleo. Immaginato come un possibile mosaico di città e territori che hanno molto in comune e in grado di trovare importanti sinergie, anche in una prospettiva di differenziazione dell’offerta turistica.

di Vincenzo La Cognata

Torniamo sulla questione city branding, allargando la prospettiva a tutto il territorio Ibleo. La parola chiave per creare nuove opportunità di sviluppo sarà “fare rete“, perché ogni sfida – che sia di carattere economico, sociale o ambientale – va affrontata comunque in un contesto territoriale.

(Immagine da rg.usr.sicilia.it)

Fare rete” tra città iblee significa confronto e scambio continuo di buone pratiche amministrative, adeguate strategie di comunicazione e commerciali e salvaguardia di comuni interessi per la valorizzazione dell’intero comprensorio ibleo. In tal senso si renderebbe necessario un coordinamento orizzontale e verticale. Le città dovrebbero collaborare reciprocamente e con gli altri livelli amministrativi, al fine di condividere investimenti e servizi su scala territoriale.

Alla base dovrebbe esserci la redazione di singoli piani di city branding di ogni comune ibleo, che andrebbero integrati in modo armonico per realizzare un piano di sviluppo del brand turistico Ibleo. Ad oggi però non esiste niente di tutto ciò, a partire dai piani di sviluppo cittadini.

Per parlare di city branding come concetto applicabile al territorio, potremmo iniziare a farci un’idea utilizzando uno strumento utilizzato da molti operatori economici nelle imprese private: l’analisi SWOT.
S (Strengths: Punti di Forza);
W (Weaknesses: Punti di Debolezza);
O (Opportunities: Opportunità);
T (Threats: Minacce).

Questa analisi rappresenta lo strumento di pianificazione strategica migliore per capire in che modo intervenire per conseguire gli obiettivi desiderati. L’analisi può riguardare l’ambiente interno (analizzando punti di forza e di debolezza) o esterno (analizzando minacce ed opportunità).

Punti di Forza:
Tra i punti di forza del territorio Ibleo, il più rilevante è certamente la ricchezza e l’unicità del patrimonio culturale. Siamo in possesso di un immenso patrimonio storico artistico. A cominciare dal sito UNESCO costituito dalle città tardo barocche di Ibla, Modica e Scicli, a cui si potrebbero aggiungere anche le limitrofe Noto e Palazzolo Acreide.

Abbiamo anche un ricco patrimonio enogastronomico (prodotti certificati DOP e PAT, “prodotti agroalimentari tradizionali”) e un invidiabile patrimonio archeologico (necropoli e ipogei sparsi sul territorio). Senza dimenticare il patrimonio naturalistico e gli elementi paesaggistici tipici (Le cave, la Pineta tra Chiaramonte, Monterosso e Giarratana, la Diga di Santa Rosalia, la Vallata Santa Domenica, le spiagge della costa).
Un indiscutibile punto di forza è rappresentato anche dal clima mite tutto l’anno: in estate presso i borghi collinari e d’inverno nelle località costiere.

Punti di Debolezza:
Eviterò di evidenziare le annose mancanze riconducibili alla inadeguatezza delle infrastrutture e dei trasporti. Tuttavia risulterebbe impossibile parlare di ottimale sviluppo turistico del nostro comprensorio senza prima occuparsi di queste problematiche.
Altro importante punto di debolezza cui cercare di porre rimedio è l’inadeguatezza del fattore competenze. In primis la scarsissima conoscenza delle lingue e del nostro stesso patrimonio culturale (in quanti sanno cosa sono i registri REIS, LIM e PAT?).

La carenza di informazioni turistiche e della segnaletica, insieme alla pulizia del territorio (ogni piazzola di sosta nelle strade è una piccola discarica a cielo aperto), sono poi il sintomo di una scarsa attenzione da parte delle Amministrazioni territoriali un po’ ovunque. E non si può pensare di lasciare questo compito soltanto alle associazioni di volontari che sono sorte nel territorio (come “Puliamo Chiaramonte” nella nostra città).
Anche la frammentazione dell’offerta turistica, che porta gli operatori turistici ad essere concorrenti anziché alleati, risulta un problema da risolvere.

Opportunità:
La prima opportunità del nostro territorio che mi viene in mente, perché non siamo ancora riusciti a coglierla pienamente è la presenza dell’Aeroporto di Comiso che avrebbe bisogno di una gestione più efficiente.
La presenza di un patrimonio culturale simile nei centri vicini si potrebbe sfruttare ragionando in un’ottica di rete e in termini di filiera turistica del territorio, ma contemporaneamente anche in un’ottica di differenziazione dell’offerta, per allargare il più possibile il bacino di utenza, rivolgendosi ad un pubblico particolarmente esigente.

(Foto da qds.it)

Non dobbiamo pensare al turismo restando ancorati a concetti ormai obsoleti, ma dobbiamo cercare di cogliere le nuove opportunità legate ad una domanda sì in crescita, ma ben più complessa rispetto al passato, che riguarda il turismo in tutte le sue forme: culturale, accessibile, destagionalizzato, sportivo, enogastronomico ed esperienziale.

Minacce:
La minaccia principale riguarda l’estremo individualismo da parte degli operatori privati e delle stesse strutture pubbliche, a causa dei difficili rapporti tra i medesimi attori, impegnati in aspre guerre concorrenziali piuttosto che pensare di muoversi insieme in un’ottica di reciproca collaborazione e soddisfazione. Altre minacce deriverebbero dalle conseguenze legate ad un turismo non sostenibile, caotico, che causa traffico ingestibile e forte inquinamento.

(Immagine da viaggiarelibera.com)

Sembra comunque chiaro che alla base del rilancio del territorio ibleo debba necessariamente esserci un Piano di Sviluppo del brand turistico dell’intera provincia, curato da operatori professionali di provata esperienza e con le giuste competenze. Ma tutto ciò presuppone a monte la consapevolezza da parte delle istituzioni politiche territoriali del valore del “fare rete” all’interno di una fruttuosa e reciproca collaborazione. E’ necessario realizzare insieme gli opportuni investimenti in un’ottica di integrazione e non di concorrenza.

Link al secondo articolo dedicato al concetto di City branding. CLICCATE QUI!

Link al primo articolo dedicato al concetto di City branding. CLICCATE QUI!

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