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Con la scomparsa di Maurizio Costanzo è venuto a mancare uno dei giornalisti che più ha influenzato il mondo dell’informazione. Il suo “Maurizio Costanzo Show” ha dato una nuova prospettiva al giornalismo, rendendolo una vera e propria forma di spettacolo. Arguto, pacato, ironico, fece dell’intervista uno dei suoi marchi di fabbrica. Celebre quella fatta a Giovanni Falcone nel 1991 a seguito della barbara uccisione di Libero Grassi. Quella sera al teatro Parioli, insieme al magistrato, sul palco vi era un giovanissimo Claudio Fava, politico e giornalista siciliano che tanto si è speso nella lotta a Cosa nostra. 

Col ricordo di Fava rivolgiamo il nostro commiato al celebre giornalista romano. 

Claudio Fava

di Claudio Fava 

Di quella serata che cambiò la vita e la storia di molti di noi ricordo la tensione che rivestiva ogni parola, ogni gesto, ogni esitazione.

Teatro dei Parioli, Maurizio Costanzo a gestire la discussione, Giovanni Falcone accanto a me sul palco, attorno a noi altri testimoni di quella stagione irriducibile e disperata.

A Palermo, c’era collegato Michele Santoro con i suoi ospiti, i suoi siciliani irriducibili. In mezzo, il paese che per la prima volta s’affacciava sulle cose di mafia come su una grande, tragica e perfetta questione nazionale.

Ricordo che ogni parola, detta o ricevuta, tagliava l’aria, la faceva vibrare, si posava a terra con un frastuono di cose irrimediabili.

Vibravo anch’io, poco più che un ragazzino, ma quando rischiava di prevalere l’ansia gettavo un occhio su Costanzo. E mi placavo. Era lucido, asciutto, ironico, presente. Mai un verbo di troppo, un aggettivo fuori misura. Fu una lezione di vita, prima ancora che di buon giornalismo.

Maurizio Costanzo. Foto: Il Riformista

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