di Sebastiano D’Angelo
Nato a Catania nel 1965 da padre vittoriese e mamma ragusana, Dario Dezio incarna il prototipo dell’uomo e della storia di successo fuori dei confini nazionali.
Dopo una breve esperienza lavorativa in Francia, alla soglia dei 20 anni, inizia a viaggiare, prima in Germania e poi nel nord Europa ed infine in India, dove si stabilirà definitivamente. Qui scopre le grandi potenzialità della cucina italiana, poco conosciuta all’epoca dalla comunità indiana.

Diventa uno dei pionieri della cucina italiana, e siciliana in particolare, creando il franchising “Little Italy” che si afferma in tutto il paese, da Ahmedabad a Delhi, da Goa a Bangalore.
Nei suoi ristoranti di punta, a Bombay, ha messo un nome vittoriese a ogni piatto del menù, contribuendo a promuovere la cultura, la storia e le tradizioni della sua città di origine.

Nel 1999, a Roma, riceve il premio quale titolare del migliore ristorante Italiano in India dal Presidente della Repubblica Italiana di allora, Oscar Luigi Scalfaro.
Dario diventa successivamente nel 2005 consulente generale della “Intercontinental Marine Drive” Luxury Hotels a Mumbai e del gruppo collegato “Mayfair Banqueting Limited”. Crea nel contempo la catena di ristoranti “Dario’s” a Pune e a Chennai e fonda una società chiamata “Dezio food”.

Oltre al settore della ristorazione Dario Dezio si occupa anche di Information Technology con la “Extentia” e della trasformazione di prodotti alimentari con la “GreenTokri Foods Private Limited”.
Un imprenditore a tutto tondo, insomma, a conferma della fantasia, dell’estro, della laboriosità, del talento che la gente iblea sa esprimere in ogni parte del mondo.
Grazie alle relazioni nate nell’attività di ristoratore, è diventato amico di numerosi Vip ed esponenti di primo piano del mondo dell’arte, della cultura, dell’imprenditoria e della politica indiana. Particolare la sua profonda amicizia con Kabir Bedi, il mitico Sandokan, che solo per un imprevisto non fu presente a Ragusa in occasione del conferimento del Premio Ragusani nel Mondo, avvenuto il 4 agosto 2015. In quella occasione fra l’altro ha dichiarato la sua pubblica ammirazione per la cucina iblea citando come esempio virtuoso, in particolare, il ristorante chiaramontano Maiore.

Sempre legato alle sue origini, ha negli anni promosso e coordinato diverse missioni di uomini d’affari indiani, per canalizzare investimenti verso il territorio ibleo. Una di queste avrebbe potuto stabilire la cessione dell’aeroporto di Comiso in mani indiane. Trattativa andata in fumo perché le dinamiche dell’asse SAC/SOACO portavano ad altre coordinate.
Da ultimo Dario, successivamente al Premio, ha portato a termine una complessa fatica letteraria, un libro autobiografico sulla sua vita, che è anche uno spaccato della più recente attualità socio-politica indiana, e dal quale ne verrà fuori un film da lui stesso prodotto.
