Che siate consumatori accaniti di serie TV come me, o scriteriati che centellinano una stagione, trascinandosela per qualche mese (esiste un girone dell’inferno che vi aspetta), questa è la rubrica che fa per voi.
Unico limite: si parla di serie tv concluse o in pari con la programmazione, quindi occhio allo spoiler!
ovvero
Adamo ed Eva giocano a scacchi in un loop infinito (spoiler, Eva vince sempre)
di Giulia Cultrera
La serie netflix Dark è ambientata a Winden, una cittadina tedesca in cui la maggior parte degli abitanti sconosce l’uso degli ombrelli e non si stranisce nel vedere persone vestite con abiti di un’altra epoca. È facile capire se ci si trova nel mondo di Adam o di Eva: chi ha il giubbotto giallo è lo sfigato di turno.
Tralasciando il fatto che neanche Homer Simpson sarebbe stato in grado di generare un tale disastro nucleare, bisogna dare il merito di tutto a Claudia Tiedemann, vero deus ex machina che muove i fili in entrambi i mondi e comprende quale sia la reale origine del loop infinito.
Con il senno di poi, potevano tutti sedersi a tavolino e fare un buon brainstorming per arrivare a una soluzione comune. Oppure, fornire a Martha e Jonas una profezia stile Harry Potter: “e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive”.
L’elemento essenziale – ed estremamente affascinante – della serie è che tutti sono collegati. Ogni personaggio, anche quello apparentemente più inutile e marginale, ha un ruolo attivo e determinante ai fini della trama.
Ma Dark dispensa anche importanti insegnamenti: è la riprova che la massima “non fidarti degli estranei” andrebbe estesa anche alle versioni adulte di sé stessi. A Winden, “aggiusterò le cose” is the new “da domani palestra e dieta”: si parte con le migliori intenzioni, ma dopo poco si incappa in un piatto di lasagne (o nel sé del futuro) che manda a monte tutti i buoni propositi. Sarà per la prossima volta. O epoca. O mondo parallelo.
Tuttavia, a volte eventi spiacevoli devono accadere per far sì che altri più lieti possano verificarsi. In effetti Ron Weasley c’era già arrivato da tempo con la sua predizione “soffrirai, ma poi ne sarai felice, vedrai”.
Dando un giudizio globale, la serie Dark è davvero ben fatta. Tutto è pensato nei minimi particolari, non c’è nulla lasciato al caso. Ogni dettaglio viene spiegato, ogni mossa ha un senso. Unico mistero insoluto – perché giusto un macguffin mancava all’appello – riguarda l’occhio di Woller. Ora, non chiedo troppo, ma con tutti i viaggi nel tempo, qualcuno poteva anche trovare due minuti per domandarglielo (senza che qualcosa li interrompesse).
Nel dubbio, 42 è la risposta.