di L’Alieno
È di pochi giorni fa la notizia di quel simpatico imprenditore veneto, non un pirla di clandestino qualsiasi, che ammalatosi di Covid durante un singolare viaggetto all’estero, è riuscito a stabilire un record mondiale di imbecillità. Ovvero, non soltanto si è fatto del male da solo ma, quel che è peggio, ha cacciato nell’incubo dell’isolamento ben 117 persone con le quali aveva avuto colpevolmente contatti, quando già manifestava febbre e sintomi gravi.
Un untore vero, insomma, di quelli che per buona parte dello scorso millennio li avrebbero condannati al supplizio della ruota. Invece, con la giustizia dei nostri tempi rischia di farla franca.
La notizia potrebbe finire qui, ma non è così. Sembra esserci qualcosa di più pruriginoso in una bizzarra storia dove compaiono in ordine sparso anche una ‘massaggiatrice’ cinese e la Madonna di Medugorje.
Cosa avranno in comune questi universi così apparentemente distanti? Già, per intendere bisognerebbe rifarsi alla ‘commedia all’Italiana’ di altri tempi, tra vizi privati e pubbliche virtù.

Il nostro commendatore, infatti, non si è fatto mancare nulla. Persino il rifiuto del ricovero ospedaliero, nonostante i gravi sintomi e la certificata infezione da COVID-19.
Per un self-made-man tutto d’un pezzo, abituato a far filare dritto i suoi 400 dipendenti, il coronavirus doveva rappresentare forse una cosetta da pisciasotto, salvo trovarsi adesso intubato su un lettino di terapia intensiva e un esercito di persone in quarantena per la sua colpevole minchioneria.
Una vicenda tragi-comica dalle tante facce, che pone anche una questione molto seria: fino a che punto un cittadino può pretendere di esercitare il diritto alla propria libertà di scelta?
Come a dire, possiamo pretendere di pisciare anche sul divano di casa altrui quando ci pare?
Certo che si! Le mascherine non servono più, il distanziamento sociale anche…
Il principio di precauzione? ‘Per carità, siamo stufi!! Fateci vivere liberi come vogliamo!’. Amen.
