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ovvero
Siamo tutti collegati

di Giulia Cultrera

Spesso tendiamo a pensare che le nostre azioni non abbiano conseguenze per chi ci sta intorno. In realtà, siamo tutti profondamente collegati e il nostro comportamento può influire, anche notevolmente, sulle vite di altre persone. Perfino a livello globale.

Ne abbiamo esempi in natura.

Il Deserto del Sahara e la Foresta Amazzonica distano circa 8.850 chilometri, appartengono a due continenti diversi e sono separati dall’Oceano Atlantico. Soprattutto, hanno due ecosistemi totalmente diversi: un deserto arido con pochissima vegetazione da un lato, una foresta pluviale tropicale con una flora lussureggiante dall’altro.

Tuttavia, sono profondamente collegati.Equilibri e squilibri ambientali

La polvere del Deserto del Sahara viene trasportata dai venti fino alla Foresta Amazzonica, dove aiuta a fertilizzare il suolo e a sostenere la crescita degli alberi. Si tratta di milioni di tonnellate di polvere trasportata ogni anno, ricca di azoto, fosforo e potassio. Nutrienti essenziali per la crescita degli alberi, in grado di migliorare la struttura del suolo amazzonico e di renderlo più permeabile all’acqua.

La Foresta Amazzonica, a sua volta, produce vapore acqueo che si alza nell’atmosfera e contribuisce a formare nuvole che portano la pioggia nel Deserto del Sahara, mantenendolo umido e fertile.

Questo ciclo di nutrienti e umidità è essenziale per mantenere entrambi gli ecosistemi in equilibrio. Proprio perché così profondamente interconnessi, modificare qualcosa porterebbe a un’alterazione di questo equilibrio. La deforestazione della Foresta Amazzonica, per esempio, potrebbe interrompere il ciclo di vita dei due ecosistemi e causare la desertificazione del Sahara.Equilibri e squilibri ambientali

Alla luce di questo, potremmo arrivare alla ovvia conclusione che alterare gli equilibri della natura può procurare danni devastanti al nostro pianeta. Per citarne uno, il cambiamento climatico.

Gas serra, temperature sempre più estreme, cataclismi dalla portata devastante come incendi, nubifragi, trombe d’aria. Ne stiamo vedendo gli effetti in questi giorni, per cui nascondere la testa sotto la sabbia o girarsi dall’altra parte non è più un’opzione consentita. Soprattutto perché si è parlato per la prima volta del cambiamento climatico nel 1896, poi nuovamente a partire dagli anni Cinquanta: diciamo che eravamo stati avvisati con largo anticipo.

Nonostante ciò, il problema è stato sottovalutato o costantemente rimandato. È un po’ come avere dei tubi rotti in casa da più di settant’anni e non fare assolutamente nulla per risolvere la situazione, un po’ perché all’inizio la perdita non è così grave, un po’ perché è più comodo scaricare il barile agli inquilini che occuperanno l’appartamento dopo di noi. Il problema risiede proprio qui: perché dover rinunciare a qualcosa, fare dei sacrifici e scendere a compromessi per un futuro migliore in cui non saremo neanche presenti? Si tratterebbe di un atto di puro amore o al, contrario, di totale egoismo.Equilibri e squilibri ambientali

E qui torniamo al discorso iniziale: siamo tutti collegati, le nostre azioni hanno effetti anche sugli altri. In particolare, sulle generazioni future. Il disinteresse di ieri, la negligenza di oggi diventeranno – per non dire che lo sono già diventati – il problema di domani. Soltanto che domani non ci sarà più la classe dirigente di oggi, né gli attuali rappresentanti del G20, ma i loro figli e nipoti. Non si tratta, dunque, di una minaccia che dovranno affrontare in prima persona. Come se non bastasse, ancora oggi si ha il coraggio di sminuire e minimizzare tutto ciò. Probabilmente è un buon modo per negare il problema ed evitare di affrontarlo.

Tuttavia, il nostro operato deve volgere lo sguardo al futuro, se non per noi stessi, almeno per chi ci sarà dopo di noi. Perché sì, è assolutamente una frase fatta, ma questo è il mondo che stiamo lasciando ai nostri figli. E non sarà sicuramente un posto accogliente in cui varrà la pena vivere.

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2 Comments

  1. Concetta giaquinta Reply

    Complimenti per la chiarezza con cui è analizzato il problema del cambiamento climatico e la necessità di porvi rimedio adesso. Grazie per gli spunti di riflessione.

    • Giulia Cultrera Reply

      Grazie per il commento! Sono contenta che l’articolo abbia fornito spunti di riflessione su questo delicato e controverso tema 🙂

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