di Giuseppe Cultrera
A partire dal mercoledì delle ceneri e fino al Sabato Santo, dei grandi teli con soggetti relativi alla Passione coprivano l’intera zona absidale delle chiese siciliane. Venivano giù festosamente (a volte anche eccessivamente: tanto che nel 1922 l’arcivescovo di Siracusa mons. Carabelli vietò tale rituale popolare) il Sabato Santo. Così le “taledde” come venivano indicate in dialetto, andarono in soffitta e solo di recente sono ricomparse – nella riproposta dell’antica funzione – e alcune anche restaurate.

Nelle chiese iblee sono ancora presenti quelle della chiesa di S. Giorgio di Ibla, della cattedrale di S. Giovanni Battista di Ragusa, della chiesa madre di Vittoria, della SS. Annunziata di Comiso, della chiesa madre di Chiaramonte, delle tre chiese di Giarratana. Autori ne furono anche valenti artisti del secolo XIX: i fratelli Giuseppe e Francesco Vaccaro di Caltagirone, Pietro Quintavalle, Giuseppe Mazzone, Gaetano Distefano. E di quest’ultimo e delle sue tre tele per le chiese di Giarratana voglio brevemente parlare.

Il sacerdote Gaetano Distefano (Chiaramonte 1809 – 1896) fu attivo e rinomato pittore ai suoi tempi. Tanto che non c’è comune della Sicilia sud orientale che non abbia una sua opera, anzi in alcuni comuni come Scicli – dove sono presenti interi cicli pittorici in tempera o olio nelle chiese di S. Maria La Nova, S. Teresa e S. Michele Arcangelo – e a Giarratana – dove decorò la volta di S. Bartolomeo con tre grandi dipinti a tempera e ornò chiese e conventi con una trentina di dipinti – fu quasi di casa, instaurando rapporti di amicizia e collaborazione continuativi. Con il vicario Filippo dell’Agli (committente di gran parte dei lavori pittorici per la chiesa di S. Bartolomeo) si creò un saldo rapporto di stima e amicizia, testimoniato dal nipote Antonio Dell’Agli, vivace intellettuale e autore nella monografia Ricerche storiche su Giarratana (Vittoria, 1886).

Le tre taledde che nella seconda metà dell’ottocento approntò per le tre chiese di Giarratana sono un unicum nel panorama siciliano: stilisticamente omogenee, sono anche tre capitoli di un racconto unico, che si legge visitando, per le altalenanti stradine che le collegano, le tre dimore sacre. Si inizia dal Giudizio di Pilato (Chiesa di S. Bartolomeo) per ascendere alla chiesa di S. Antonio dove era presente La crocefissione sul Golgota e poi ridiscendere al centro del paese nella chiesa madre con la rappresentazione della Deposizione dalla croce.

Un percorso che era fisico e spirituale, di compartecipazione al dolore del Cristo e dell’Addolorata, di espiazione per il peccatore e di ricerca della luce del perdono. Con evidente l’influsso del colto prelato Dell’Agli e la sintesi estetica del pittore che si era formato alla scuola del catanese Giuseppe Gandolfo dove Raffaello e il manierismo romano erano vangelo e cibo quotidiano.

Ancor oggi è possibile, visitando le tre chiese di Giarratana durante la Quaresima, ammirare questi grandi teli collocati davanti al presbiterio. E l’intenso racconto – declinato in cupa monocromia – della Passio Christi.
Fotografie di Leonardo R. Martignano Tutti i diritti sono riservati
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Abbastanza interessante