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di Giuseppe Cultrera

Lo innalzò su uno sperone roccioso al centro della Sicilia, intorno al 1365, il conte Manfredi III Chiaramonte, audace guerriero e sagace politico. Come lo Steri di Palermo, emblema della potenza dei Chiaramonte. Che furono signori di Trapani, Agrigento, Bivona, Castronuovo, Mussomeli, Lentini, Palma di Montechiaro nonchè della Contea di Modica, regnum in regno. A completare l’ascesa, la bellissima e giovane figlia Costanza nel 1391 andò sposa al re di Napoli Ladislao. Manfredi morì, però, lo stesso anno e il giovane Andrea Chiaramonte, l’anno successivo, saliva sul patibolo perdendo la testa e tutti i possedimenti.

È resistita ai secoli, invece, la sua ardita rocca di Mussomeli, uno dei più bei castelli di Sicilia. Ed una tappa obbligata per il turista curioso. Che a godere l’insieme però, da un po’ di tempo, si ritrova davanti al naso uno sgorbio edilizio sorto come un fungo. Senza che nessuno se ne dia a vedere. 

Però a Sebastiano Misuraca, agricoltore pensionato di 75 anni, non garba che la bellezza del castello del suo paese (Mussomeli, in provincia di Caltanissetta) venga offesa da quel botolo nato tra l’indifferenza di tutti, l’ignavia degli amministratori e l’arbitrio dei proprietari. Così ha deciso di risolvere il problema a modo suo.

Lo ‘sgorbio edilizio’ che deturpava l’immagine del Castello

“Erano quarant’anni che quella costruzione mi stava sullo stomaco – ha confidato – ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è caduta una mattina che mi trovavo con i miei nipoti nel piazzale del castello. Sono arrivati dei pullman con a bordo turisti tedeschi e appena scesi hanno guardato con orrore quel caseggiato e si sono messi le mani nei capelli. M’è scattato dentro come una molla.” 

Ha contattato i proprietari, ha comprato terreno e immobile e poi ha restituito dignità al castello e alla sua città, spianando il mostro.

Il castello dopo lo ‘spianamento del mostro edilizio’

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