di Giuseppe Cultrera
Il 14 novembre 1926 viene inaugurato, in piazza Duomo a Chiaramonte Gulfi, il monumento ai caduti della Grande guerra. A volerlo, e in parte finanziarlo, erano state le donne e specialmente mogli, madri e congiunte dei caduti (me lo attesta un custode della memoria popolare), assieme al «municipio che aveva commissionato la statua in bronzo allo scultore Aurelio Mistruzzi di Roma e il lavoro in pietra del basamento ai Fratelli Pulichino, mastri muratori concittadini», scrive in un appunto del suo diario il barone Corrado Melfi, aggiungendo che «per questa solennità intervennero il delegato dell’arcivescovo e il sottoprefetto» e che «la piazza era gremita di popolo».

Probabilmente, a suggerire e contattare il famoso scultore romano fu suo figlio Vincenzo, che lo aveva incontrato – entrambi ufficiali – nelle trincee del Carso. Vincenzo Melfi avrebbe continuato a coltivare una solida amicizia col Mistruzzi, attestata da corrispondenza e biglietti augurali per le varie ricorrenze.

Il monumento di Chiaramonte appartiene alla iconografia del Fante Vittorioso che l’artista romano, ormai affermato, avrebbe replicato più volte. Il bronzo raffigura un soldato, a torso nudo ed elmetto, col ginocchio sinistro poggiato a terra e l’altra gamba ritta come a dare un ideale slancio in avanti all’intera figura; la mano sinistra tesa in avanti regge una Vittoria alata.
Altri monumenti, simili e coevi, si trovano a Basiliano (UD), Grottaminarda (AV), Alpicella di Varazze (SV), Portogruaro (VE), Serra San Bruno (VV), Monte San Giusto (MC) e Colonna (Roma).

Non fu solo scultore di monumenti ai caduti Aurelio Mistruzzi (Villaorba 1880 – Roma 1960), ma nella sua lunga e fortunata carriera artistica produsse arte sacra e civile, fu incisore e medaglista; artista ufficiale del Vaticano, per il quale realizzò pregiate opere, comprese molte medaglie commemorative di importanti eventi mondiali.

E proprio questa attività gli permise di “ospitare” nella sua casa ai Parioli – durante la persecuzione nazifascista – alcuni ebrei o approntare dei falsi pass per sottrarre alla deportazione altri. E, come è avvenuto per tanti altri simili nobili eroi, la memoria dei fatti era rimasta pudicamente celata nel profondo del loro animo. Ma alcuni dei beneficiati hanno voluto che i nomi di Aurelio Mistruzzi e della moglie Melania fossero inseriti nei Giusti tra le Nazioni (onorificenza istituita da Israele per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico e a rischio della propria vita, senza interesse personale, per salvare anche un solo ebreo dal genocidio della Shoah). Una targa sulla loro casa (apposta tre anni fa dal Comune di Roma con una solenne cerimonia) lo ribadisce.

Chiaramonte si onora di avere l’opera di un grande artista che è stato anche un grande uomo e un Giusto tra le Nazioni.

2 Comments
Ottima ricostruzione che aggiunge dati a quelli già noti, e spicca l’operatività di Aurelio Mistruzzi, scuoltore attivo nell’area veneto-friulana e affermato medaglista della Santa Sede. Nel 1926 è la volta di Chiaramonte Gulfi, il cui monumento in bronzo è sua opera. Bella la descrizione! Difatti, la composizione rappresenta una figura slanciata di fante che nella mano sinistra porta una piccola statua della Vittoria alata. Ai piedi del basamento in pietra le lapidi laterali riportano i nomi dei caduti, purtroppo per incuria illeggibili che io ricordi. Occorrerebbe segnalare l’esigenza del ricordo all’Amministrazione perché provveda, qualora non sia già stato fatto.
Grazie delle interessanti note aggiuntive; appprezzo e condivido l’appello a ripulire e rendere leggibili i nomi dei caduti incisi sulle lapidi laterali. Penso sia un segno di rispetto e di riconoscenza nei loro confronti dovuto da tutti noi. Ringrazio Federico per aver posto l’attenzione su un opportuno ed urgente intervento, che sollecitiamo a chi di dovere.