di Giuseppe Cultrera

Nelle Passeggiate sotto le stelle degli anni passati hanno destato molto interesse le testimonianze ed i reperti di monumenti non più esistenti: la chiesa di S. Caterina, abbattuta nel 1954, le chiesette di S. Elisabetta e della Sacra famiglia, trasformate in abitazioni tra fine ottocento e inizi del novecento, le Logge di S. Vito e, la presenza più misteriosa, la chiesetta di S. Maria delle Stelle.
Dalla polvere del tempo riaffiorano immagini e documenti che brevemente voglio proporre. Partendo da una inedita foto di fine ottocento – inizi del novecento con un bel panorama di Chiaramonte (foto banner, sopra): nella parte centrale si intravede la chiesa di S. Vito con il prospetto affacciato sullo strapiombo della vallata, appena protetto da un robusto terrapieno, accanto il convento dei PP. Carmelitani( totalmente ristrutturato nel primo novecento come Opera pia Rizza Rosso), sopra l’abside si intravede il vecchio campanile (demolito e ricostruito sul luogo della chiesetta di S. Maria delle Stelle) e infine – ma è quello che a noi interessa – sul lato sinistro della chiesa un altro piccolo edificio sacro (foto 2).

La grotta-chiesetta S. Maria delle Stelle sorgeva accanto alla chiesa di S. Vito, sul fianco nord dove il terreno degradava per effetto di una piccola forra, che nel periodo invernale conteneva le acque reflue del centro della città e quelle della sorgente scaturente dalla grotta trasformata in luogo di culto. Esistette fino agli inizi del ‘900, quando fu demolita e la sorgente “murata”, per aprire la strada per il Ferriero e far posto al nuovo campanile della chiesa di S. Vito. Frattanto la cava che esisteva alla sinistra veniva ricoperta con un terrapieno, che per il continuo scarico di materiale di risulta formò uno spiazzo sempre più ampio, fino al piazzale attuale (già parco Robinson, oggi campetto di calcio e sede del mercato settimanale).
La grande tela che era posta sull’altare della grotta fu allora trasferito nella chiesa di S. Elisabetta. Che, di lì a qualche anno, fu chiusa al culto ed abbandonata. Del quadro si persero le notizie. Nel 1985 ricevetti una lettera di un chiaramontano emigrato a Torino che si occupava d’antiquariato. Ed ecco ricomparire un pezzo di quella tela.
Il cav. La Terra (l’autore della lunga ed articolata lettera) raccontava che diversi anni prima trovandosi a Palermo presso il “mercato delle pulci” riconobbe una parte della tela di Maria SS. della Stella (perché il dipinto era stato sezionato e “venduto a trance”) esattamente la parte destra con l’effigie del patrono S. Vito: la comprò e la porto nella sua casa di Torino. E’ l’unica traccia di questo primitivo luogo di culto, con connotato popolare.

Com’era: «Contigua a questa chiesa (S. Vito) sorse la chiesetta di S. Maria delle Stelle, chiusa da più anni al culto – scrive nella sua pregevole Chiaramonte divota il Melfi – e con la neve e la pioggia del febbraio 1905 si demolì in gran parte. Fu eretta nel secolo XVII dietro che S. Vito fu eletto patrono e allo scopo di chiudere in essa grotta ove scaturisce una piccola sorgente di purissima acqua che usavasi bere dagli infermi. Vi fu eretto un solo altare a destra della quale è la grotta, e nel quadro, già trasportato in S. Elisabetta, si ammira la Vergine SS.ma con una stella codata nel braccio destro e nel sinistro sostiene il divin pargoletto. Ai due lati stanno a destra S. Vito, a sinistra S. Giuseppe e tre stelle sormontano la corona, sostenuta da due Angeli sul capo di Maria SS.ma.» (Melfi, Chiaramonte divota, pagina 75).

Di recente ho avuto modo di consultare, presso l’archivio della Chiesa Madre, un registro di introiti ed esiti relativo a questo piccolo edificio sacro con note di pagamento dal 1705 al 1756. Un interessante reperto: dalle note di credito e di pagamento rivivono persone e momenti della prima metà del XVIII secolo, quando il culto era ancora particolarmente attivo e la presenza di un cappellano assicurava i precetti festivi ed un procuratore provvedeva alla conservazione della struttura e degli arredi sacri.
Il breve regesto di alcune note del Registro d’introito ed esito della Chiesa di Maria SS.ma delle Stelle dal 15 agosto 1705 al 15 gennaio 1756 (foto 5), attesta la costruzione nel 1715 del piccolo campanile retrostante, la sistemazione dei tetti, la posa di “balate” per la pavimentazione e nel 1756 la sostituzione delle porte, l’acquisto di arredi sacri, la costruzione di una cassa in legno per contenere i materiali della chiesa (probabilmente l’umidità dell’ambiente, in parte aggrottato, consigliava tale premura); infine l’indoratura della “cornice del quadro di Maria SS.ma”. Si tratta di quello scomparso negli anni cinquanta e del quale il Laterra, antiquario in Torino, aveva acquistato il pezzo raffigurante S. Vito, al mercato delle pulci di Palermo.
Microstorie che adesso si incastrano, come tasselli di un domino, per diradare la nebbia che avvolgeva questa chiesa scomparsa da oltre un secolo.
