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di Federico Guastella

Negli anni settanta dell’800, stando a quanto riferiva “Civiltà Cattolica” nel numero del 7 aprile 1877 (serie X, volume II, pp. 475-479) le Logge appartenenti al Grande Oriente d’Italia, si erano così diffuse nella zona iblea: Siracusa (2), Vizzini, Palazzolo, Noto (2), Rosolini, Spaccaforno (adesso Ispica), Avola, Monterosso, Modica (2, di cui una intestata a Federico Campanella), Giarratana, Vittoria, Comiso. E ne veniva specificato il rito praticato, nonché l’indirizzo profano col nome – molto spesso – del Maestro Venerabile.

L’iniziazione di un apprendista massone nei primi anni del XIX secolo

Non sappiamo fino a che punto possano essere attendibili queste notizie date in chiave antimassonica. Occorre comunque muovere dall’esperienza dei Fasci siciliani per giungere ai primi del ‘900 quando nel territorio ibleo si ha la presenza della Massoneria.
Una crisi economica e commerciale si afferma a partire dalla metà degli anni ottanta, interessando varie regioni del Paese e in modo disastroso la Sicilia. Particolarmente fu registrata nel territorio ibleo, dato che la sua ricchezza dipendeva principalmente dal commercio di vino, di carrube, dei prodotti della zootecnia.

Simbolo massonico

Dopo il 1886-87 si avvertirono le conseguenze della chiusura dei mercati francesi al vino italiano. Anche la fillossera fece la sua parte mandando in rovina i vigneti e determinando una caduta della produzione vinicola. Ed essa crollò anche negli altri settori, travolgendo massari e fittavoli, braccianti e artigiani la cui attività lavorativa dipendeva dalla committenza della campagna. Allo sviluppo demografico non poteva corrispondere il soddisfacimento dei bisogni per le insufficienti risorse. Anche gli istituti bancari si trovarono in difficoltà per l’insolvenza dei mutui contratti. La vendita all’asta era all’ordine del giorno mentre si avvertivano i primi segni della protesta popolare per la mancanza di lavoro e le disagiate condizioni di vita.

L’arrivo di immigrati siciliani nell’isola di Ellis Island, baia di New York (1892)

Tra la fine del ‘92 e i primi mesi del ‘93 si affermò così la nascita e lo sviluppo dei Fasci dei Lavoratori cui aderirono intellettuali-professionisti che conoscevano gli scritti di Mazzini e del massone e meridionalista Napoleone Colajanni, personaggio che credeva nel progresso dell’Umanità nel quadro di un indirizzo riformista che consentisse al repubblicanesimo di sopravvivere. Ricordiamo appena altri nomi legati al pensiero mazziniano: l’avv. Giuseppe De Stefano Paternò di Vittoria, l’avv. Giuseppe Di Falco di Ragusa, Francesco Mormina Penna di Scicli.

Napoleone Colajanni (Castrogiovanni 1847 – 1921)

Agli inizi del ‘900 si registra una ripresa delle attività commerciali. Malgrado i bassi salari dei contadini, il territorio ragusano ebbe all’inizio del ‘900 per quasi un ventennio un periodo di ripresa e di crescita. Ragusa e Modica, dove i flussi migratori sono costanti, mantengono alti tassi di natalità e di incremento demografico.

Se a Ragusa trovava sviluppo l’attività estrattiva della pietra bituminosa, a Modica, elevata a capoluogo di Circondario, i fermenti innovativi erano stati già presenti nella metà del XVIII secolo. Sul piano della ricerca scientifica basta citare appena due nomi: il filosofo-sperimentatore Tommaso Campailla e l’infettivologo Francesco Matarazzo, mentre i Gesuiti gestivano scuole di teologia e morale, filosofia e matematica, umane lettere e grammatica.

Tommaso Campailla (Modica 1668 – 1740)

Dopo la fine del regime borbonico, Modica, pur mantenendo la sua vocazione rurale, si caratterizzò nell’organizzazione dell’istruzione pubblica. La città, ha scritto lo storico Giuseppe Barone, assume caratteri spiccati di città terziaria per la graduale diffusione di scuole, uffici, piccole e medie imprese artigianali.

Il liberalismo democratico, sostenuto dall’Abate De Leva dopo avere emarginato lo schieramento mazziniano-garibaldino capeggiato da Francesco Giardina, risulterà vincitore a favore di una borghesia emergente in beneficio della quale si avanzano proposte per assicurare la presenza dell’istruzione secondaria. Il barone Carlo Papa, patriota e poeta (nominato ispettore degli studi per la provincia di Noto), formulò un progetto per l’istituzione di un Liceo-Ginnasio comunale che nasceva il 10 marzo 1862, ubicato nell’edificio del vecchio Collegio gesuitico e funzionante con i beni dell’ordine soppresso.

Ritratto dell’Abate Giuseppe De Leva Gravina (1786 – 1860). Modica, Museo Civico

Quasi contemporaneamente nasceva una Scuola Tecnica con decreto del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Il “polo culturale d’eccellenza”, evidenzia lo storico, è dato dalla nascita dell’Istituto Tecnico “Archimede” nel 1867 e del liceo ginnasio “Campailla” nel 1875, reso statale con il successivo decreto regio dell’8 settembre 1878: pur persistendo un elevato tasso di analfabetismo popolare, ancorché migliorato con l’applicazione della legge a firma del massone Coppino, il monopolio dell’istruzione media sarà mantenuto “inalterato” fino alla prima guerra mondiale.

Il Liceo-ginnasio “Tommaso Campailla” a Modica (immagine da ragusanews.com)

Questo in sintesi lo scenario della città con la sua funzione egemonica nel territorio ibleo. “Piccola capitale” cui fanno riferimento le altre realtà urbane. Sono questi gli anni in cui Modica torna a riassumere il ruolo di centro nodale sia sul piano di un ritrovato prestigio delle istituzioni scolastiche, sia sul piano della produzione intellettuale e della circolazione delle idee. La vivacità culturale della città della contea si spiega anche con quell’autentico laboratorio della cultura scientifica costituito dall’Istituto tecnico “Archimede” e dai suoi qualificati docenti. Un così marcato profilo di piccola “capitale culturale”, se da un lato trova riscontro oggettivo nei processi di trasformazione capitalistica nel territorio ibleo, qualificava soprattutto in modo nuovo la funzione degli intellettuali locali.

Modica tra fine ‘800 e inizio ‘900

Non più letteratura romantica o d’evasione, non più astratte speculazioni filosofiche richiamano l’interesse della borghesia cittadina, ma piuttosto i moderni orizzonti dei saperi “sociali” e delle scienze applicate per contribuire al progresso economico culturale della “terza Italia”. Modica, dunque, una città che ha da sempre generato uomini illustri in ogni campo del sapere, dove le “Accademie” costituivano il collante della ricerca e degli esperimenti (C’erano state nel Settecento quella degli “Affumicati” – poi “Infuocati” -, nonché l’Accademia retta dai gesuiti).

In questo contesto esistevano a Modica ben quattro logge con la finalità del perfezionamento individuale e dell’umanità nel solco della tradizione educativa affermatasi grazie all’azione svolta di autorevoli ministri massoni dell’Italia post-risorgimentale. Attività filantropiche nel contesto di precisi rituali connotarono l’operatività iniziatica.

Una loggia massonica dell’epoca

Massone, fra gli altri, fu il matematico elbano Armando Perini che, nel 1885 tracciò sul pavimento del transetto nella chiesa di San Giorgio di Modica una meridiana solare, una ellittica che porta i dodici mesi dell’anno con i segni dello zodiaco: un raggio di sole entrando da uno gnomone passa così sull’ellittica, segnando il mezzogiorno locale, il quale è meno un minuto di quello nazionale.
(Continuerà in un secondo articolo)

La meridiana solare ellittica tracciata nel pavimento della Cattedrale di San Giorgio dal matematico massone Giorgio Perini

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3 Comments

  1. Vincenzo Milone Reply

    Very interesting. I’d like ti read other about Masonry in Sicily

  2. Articolo molto interessante. Il libro è ancora disponibile? E se no, lo trovo in biblioteca? Su Opac non risulta. Grazie!

  3. Federico Guastella Reply

    Il libro “Alle radici della Massoneria Iblea” può essere richiesto all’editore Bonanno ((www.gebonanno.com) oppure va ordinato all’editore dal libraio di fiducia.

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