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di Giovanna Giallongo

Il mese di Aprile si è tinto di tonalità scure che hanno condotto gli animi dei partecipanti della Pizza Letteraria sotto cieli meno sereni, forse intrisi di nostalgia, solitudine e tanta riflessione. No, non è stato un romanzo triste quello letto dal gruppo bensì si è trattato di un vero e proprio incontro con uno degli autori più enigmatici del panorama letterario mondiale. Non a caso, infatti, dal suo stesso cognome è stato coniato un nuovo aggettivo. Per l’appunto, kafkiano.

 La metamorfosi” di Franz Kafka fu un’opera pubblicata nel 1915 dall’editore Kurt Wolff a Lipsia. É indubbiamente una delle sue opere più visionarie che, forse, spiegano meglio il concetto di alienazione del diverso. In fondo, Kafka sentiva di essere tale: un alienato perché diverso sia dalla famiglia che dalla società. In quest’ottica comunicare è impossibile. 

La metamorfosi

 

“Gregorio Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo”.

Un incipit folgorante apre la storia di Gregorio il quale, un mattino, si trasforma in un enorme insetto che la famiglia blinda nella sua stanza allo scopo di tenerlo nascosto il più a lungo possibile. Così, mentre i pensieri del ragazzo si rivolgono ai propri cari interrogandosi sul come poterli aiutare, quelli di questi ultimi sono nettamente più negazionisti e refrattari alla presenza di quello scarafaggio in cui il giovane si è tramutato. La sorellina stessa, i cui gesti inizialmente sono dediti al benessere del fratello, lentamente si trasforma omologandosi all’emotività negativa dei genitori.

Il lettore, spettatore impietrito e sconcertato, assiste all’abbandono del protagonista fino all’amaro epilogo senza poter fare nulla. 

la metamorfosi

Il centro di tutto, ancora una volta, è il comportamento umano descritto in un’accezione negativa basandosi, inizialmente, sul concetto di convenienza che dà nutrimento, molto spesso, a rapporti e legami. Gregorio, infatti, ne è la prova: nel momento in cui egli passa dalla condizione umana a quella da immondo insetto diventa un peso per quella famiglia che ha sempre mantenuto e che adesso, invece, non può più aiutare.

Diverse sono le tematiche che Kafka, con maestria e fantasia, tocca: alienazione e spersonalizzazione dell’individuo, ingratitudine, egoismo e non solo! Vi è un momento in particolare in cui il padre di Gregorio, per rinnegarlo, lancia contro il figlio tramutato in insetto una mela marcia che si conficca tra la carne e la corazza. Questo gesto, nello specifico, è una vera e propria metafora, riferita quindi alla vita reale dell’autore, del rapporto complesso e angosciante tra padre e figlio.

la metamorfosi
Egon Schiele, Nudo maschile, 1910 (a sx); ID, Uomo piegato (a dx)

L’allegoria prevalente risiede, tuttavia, nell’emarginazione del diverso che viene evidenziata attraverso la ripugnanza suscitata dal protagonista e dall’incapacità degli esseri umani di instaurare un rapporto con lui. In questo senso, la metamorfosi in insetto diventa la forma concreta di alienazione per Gregorio il quale rimane incastrato in meccanismi che lo privano della sua vera identità e che sopprimono il suo desiderio artistico. 

Da considerare come un fatto normale, dunque, che una tale storia abbia riscontrato il parere positivo di tutti i presenti i quali, come spesso avviene, hanno trovato molte argomentazioni utili e piacevoli sulle quali avviare un ricco dibattito che altro non fa che acclamare, ancora una volta, un testo dal realismo magico che tocca un po’ il cuore di tutti e di tutte le età.

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