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di L’Alieno

Da quando l’uomo fu sbattuto fuori dal paradiso terrestre per mettere piede, suo malgrado, in questa valle di lacrime, la ricerca della felicità è diventata una vera e propria dannazione, un’ossessione. E quanti fiumi di parole sono stati scritti (o sprecati, se volete) su un tema che appare come materia sfuggente, vaporosa. La stessa dei sogni o della verità, per intenderci.

Pensate poi a quanti filosofi e letterati hanno dedicato (o sprecato?) tutta la propria vita alla sua ricerca. Per ottenere cosa? Aveva forse ragione Freud a dire che essendo qualcosa di estremamente soggettivo è insensato approfondirne la questione?

“La danza” (Henri Matisse, 1909 – Museum of Modern Art, New York)

Mi perdoni Freud, ma penso non si possa ignorare una tematica che ci sollecita ovunque in un mondo dove tanti stronzi e tante stronzate ci promettono felicità farlocche. E quegli ‘illuminati’ che parlano di vero e proprio ‘diritto alla felicità’? Non è buffo e paradossale con la difficoltà di delinearne persino i contorni?

Eppure ha funzionato bene come aspirazione dominante nell’immaginario collettivo della nostra cultura. È dai tempi dell’antica Grecia che tentiamo di inseguire qualcosa che sembra simile ad un’ombra misteriosa. E se così fosse, noi tutti saremmo ‘cacciatori di ombre’?

“La Risata” (Umberto Boccioni 1911 – Museum of Modern Art, New York)

Ammetto anch’io di esserlo, allora, un po’ per illudermi, un po’ per gioco. Avvicinarsi però a quel mistero vuol dire avere grande consapevolezza nel vivere il ‘qui e ora’ (‘hic et nunc’ per i saggi latini), condito da una buona dose del ‘sapersi accontentare’, ma senza soccombere alla mediocrità.
Ecco, ho ceduto anch’io alla tentazione di cercare di tratteggiare qualche contorno di quell’ombra.
Che presuntuoso!

Immagine banner e social “Bal au mouline de la Galette” (Pierre-Auguste Renoir 1876 – Museo d’Orsay, Parigi)

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