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di L’Alieno

Domenica scorsa è stata archiviata la 65ª edizione della “Salita dei Monti Iblei” con un ottimo successo di partecipazione e di organizzazione (quasi 200 piloti al nastro di partenza). Per la vittoria finale si sono addirittura sfidati i migliori piloti dell’attuale campionato. Una grande gioia per tutti gli appassionati. Già, ma di quali appassionati stiamo parlando? Dov’erano? Chiarisco meglio. Questi benedetti appassionati dove potevano mettersi per poter fruire dello spettacolo nei 5 km di un percorso quasi interamente transennato e vietato al pubblico?

Non è una questione secondaria per una classica della velocità in salita, per altri versi tornata all’altezza della sua lunga storia e dopo aver superato le fasi più critiche della sua esistenza. Sarebbe paradossale dover lentamente soccombere, adesso, per l’impossibilità del pubblico di poter fruire della competizione ad una distanza ragionevole (goderne da lontano non mi pare una soluzione).

Si obietterà sui mille vincoli prescritti da norme e regolamenti sulla sicurezza, partoriti da una burocrazia perversa, e sui costi che questa impone. Vero. Ma non si può tacere sulla tristezza di recitare in una sala semivuota a beneficio di pochi intimi. Regola che vale per qualsiasi tipo di spettacolo in ogni tempo. 

Si è passati, nei decenni, a situazioni diametralmente opposte in tema di sicurezza: dall’assoluta noncuranza con tutti i tornanti presi d’assalto dagli appassionati, assiepati e arrampicati ovunque ci fosse un po’ di spazio disponibile (a suo modo spettacolo nello spettacolo), a una maniacale interpretazione restrittiva di quelle norme e regolamenti che oggi rendono impossibile la fruizione della gara quasi in ogni punto del percorso. Non si può far finta che il problema non esista.

Credo sia opportuno aprire un dibattito su questo tema, prima che sia troppo tardi. Pena una lenta morte per asfissia. Qualche soluzione dovrà pur venir fuori (tribune da costruire ad hoc?). Magari non ci riporterà indietro nel tempo agli anni eroici (sarebbe stupido pure pensarlo), ma almeno sperare in qualche ragionevole passo avanti che possa in parte restituire la manifestazione al suo pubblico.

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