di L’Alieno
Inutile tirarsela ancora sulla presunta “superiorità morale” della sinistra. Basta. Non esiste più dalla notte dei tempi, se mai c’è stata. Il primato (della sinistra), semmai, è solo nella grande ipocrisia e in un moralismo da strapazzo venato da coloriture dadaiste. Soprattutto quando si viene scoperti con le mani nella marmellata (qatariota). L’importante è negare tutto, anche l’evidenza, per appendersi a qualsiasi verità alternativa per quanto incoerente e comica possa sembrare.
Così se Soumahoro non era al corrente di ciò che accadeva a casa sua, Panzeri, un passato da eurodeputato e sindacalista duro e puro, aveva conservate in cassaforte 600 mila euro spiccioli per imprecisate consulenze e la Kaili aveva a casa 750 mila euro a sua insaputa. Alzi la mano chi di noi non si è mai ritrovato tra i piedi una valigia strapiena di banconote a casa propria e, soprattutto, a nostra insaputa. Capita, no? A proposito di casa, anche quella abbiamo imparato che può essere acquistata a nostra insaputa (Scaiola docet). Così è se vi pare.

Appare però tragico che la nostra attenzione, oggi, sia esclusivamente polarizzata su questi fatti di ordinaria corruzione, anestetizzata da un mondiale di calcio indecente e, se vogliamo allargare la prospettiva, pure distratti da una serie di (inutili) misure economiche identitarie che a giorni alterni (e a tentativi) vengono proposte e ritirate da questo governo di improvvisatori.
I problemi veri, invece, non soltanto restano insoluti, ma nemmeno dibattuti. Ad esempio, è tornata ad affacciarsi una nuova “questione meridionale” che fa paura per la gravità del quadro d’insieme. L’arretramento del sud, nel confronto con le regioni centro-settentrionali, è senza precedenti negli ultimi 70 anni e, perdipiù, senza prospettive. Esiste forse un leader o una forza politica che ne parli?
Oltre ai temi storici relativi a lotta alla criminalità, scuola, sanità, infrastrutture, economia, emigrazione di giovani talenti, dove il divario ha ormai raggiunto livelli stellari, oggi abbiamo a che fare anche con una speranza di vita più breve (in media 2,5 anni in meno) un tasso di natalità più basso (da un tasso di natalità doppio, negli anni ’50), e persino un tasso di mortalità infantile maggiore del 40%.
Si profila un disastro demografico ed economico epocale che non sembra interessare nessuno: né al governo centrale, né alle opposizioni, né agli stessi governi regionali del sud, in mano alle peggiori classi dirigenti di sempre.
La “questione meridionale” non è più in agenda. Fuori moda. Fuori tutto. Risolta per definizione.
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Sante parole.