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di Miriana Iacono

Domenica 17 Ottobre, in un insolito pomeriggio di chiacchiere domenicali, l’elegante Signor Paolo Gurrieri, che vive a Roccazzo (frazione di Chiaramonte), invita i suoi nipoti nel suo giardino e, passeggiando per quei piccoli viottoli ricchi di verde degli ulivi e decorati dal rosso di uno spettacolare tramonto autunnale, conclude la bella giornata raccontando a tutti “una vecchia storia”.

Mi ritrovo in quel contesto casualmente e ascolto piacevolmente il suo racconto. Inizia da lontano, dai suoi 19 anni quando da fabbro, a Roccazzo, venne a trovarlo un caro amico dalla Svizzera per proporgli di trasferirsi dalle sue parti, dove di certo sarebbe stata molto apprezzata la sua bravura. Così in quel 1962 decide di mollare tutto per cercare fortuna prima a Lugano e poi a Zurigo.

Paolo Gurrieri in una foto da giovanotto (il primo a destra)

Passano settimane prima di trovare un’occasione di lavoro interessante che casualmente si materializza in un’azienda di carpenteria metallica. Rimane fulminato dall’organizzazione del lavoro, dalla tecnologia a disposizione, dai progetti avanzati su cui si lavorava e per gli stessi diritti su cui potevano contare i lavoratori. Tutto ciò lo indurrà a rimanere in Svizzera per molto tempo.

Zurigo, agli occhi del giovane Gurrieri, doveva apparire una realtà lontanissima da quel “piccolo mondo antico” chiaramontano a cui era abituato, dove aggiustava zoccoli ai muli e riparava attrezzature agricole arcaiche. Così decide di restare fin quando la nostalgia per il borgo natio non sarebbe diventata insostenibile. Rientrerà in Sicilia così fiero per le competenze acquisite, e ricco per l’enorme bagaglio di storie di vita vissuta, che deciderà di metterle nero su bianco nei diversi libri che scriverà.

Il Sig. Gurrieri oggi

Tra questi è interessante soprattutto il primo, del 2016, dove racconta un suo singolare e ardito progetto, nato per colpa di una vacanza a Parigi, che diventerà realtà: la costruzione di un modello in scala della Torre Eiffel che studierà così bene da scolpirla esattamente nella memoria. Rientrato in Sicilia, inizierà a fare i primi schizzi del progetto tecnico di un piccolo modello da esporre nel proprio salotto di casa. Primitiva idea subito superata dell’ambizione di costruirne uno più grande e alto 3 metri. Alla fine arriverà a concepirne un modello alto 10 metri, cioè quasi 30 volte più piccolo di quella originale che misura esattamente 324 metri.

Un particolare del progetto del modello in scala

Con i suoi attrezzi inizia a tagliare ogni singolo pezzettino di ferro che unisce saldandoli con grande perizia. E dopo un lavoro alacre di tre mesi riesce a realizzare finalmente il primo basamento della torre, al quale seguiranno, tra momenti di scoramento e di entusiasmo per l’immane lavoro, i restanti tre basamenti. Nel giro di un anno la Torre, costruita in 4 parti, diventerà realtà nel 1970.

Un lavoro artigianale di grandissima perizia e competenza divenuta negli anni oggetto di desiderio di diversi collezionisti e anche Enti pubblici (come il comune di Chiaramonte) e valutata un bel po’ di quattrini. Offerte sempre rifiutate da Paolo Gurrieri che ha sempre preferito lasciarla nel suo giardino di Roccazzo. Ma un giardino aperto a tutti i curiosi e gli interessati che volessero ammirare la sua opera.

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