Il 9 giugno del 1934 dalla matita di Carl Barks prendeva forma il papero dei fumetti più amato di tutti i tempi: Paperino (Donald Duck in America). Nel suo 87esimo compleanno anche oltreimuri.blog vuole rendergli omaggio con due articoli a firma di Giulia Cultrera e Giuseppe Schembari: due diverse generazioni, due diverse visioni, ma lo stesso grande amore per il simpaticissimo papero in blusa e cappellino da marinaio.
di Giuseppe Schembari
Paolino Paperino compie oggi 87 anni e sembra godere di ottima salute, alla faccia della veneranda età. Uscito dalla geniale matita di Carl Barks per la Walt Disney, con quella iconica blusa da marinaio ha rappresentato uno dei più grandi successi mondiali e senza tempo del fumetto, trasversale a tutte le generazioni. Un simpaticissimo concentrato di difetti umani e proprio per questo amato da tutti i bambini di ogni età. Chi non si riconosce in qualche modo nei suoi vizi, nelle sue frustrazioni o nelle sue nevrosi?

Irascibile, indolente, pasticcione, scansafatiche, tormentato dalla sfortuna e, non di rado, pure sbruffone. Obtorto collo viene sistematicamente trascinato in mille avventure e “cacce al tesoro” da quel “vecchio taccagno” dello zio Paperone, sempre pronto alla minaccia di diseredarlo, o al ricatto di far valere lo status di suo eterno creditore. Il suo coinvolgimento in quelle (dis)avventure si risolverà inesorabilmente nel suo personale insuccesso. Comunque vada lui non ci guadagnerà mai un quattrino, né risolverà mai i suoi annosi problemi.

La complicata esistenza di Paolino Paperino (nome quanto mai azzeccato nelle edizioni italiane) sarà destinata a rimanere sempre in bilico tra le tribolazioni di una vita di espedienti e l’attesa (vana) di un lavoro che possa cambiargli la vita. Anzi, spesso sono proprio i giudiziosi nipotini Qui, Quo e Qua a tirarlo fuori dai guai, grazie anche al salvifico “Manuale delle Giovani Marmotte” che ha sempre una risposta ad ogni domanda (il precursore di Google e dei social-media di oggi) .

Scapolo impenitente, ma eterno fidanzato della frivola Paperina, anche negli affari di cuore troverà sempre l’agguerrita concorrenza di un papero più fanfarone di lui: il fortunato e vanitoso cugino Gastone. Ma non si dà mai per vinto e questa lungimiranza lo premia quasi sempre a scapito dello stesso “cuginastro” (che comunque si consolerà della sconfitta con un improvviso colpo di fortuna su altre cose).
Donald Duck (il suo nome americano) è un incredibile successo planetario che va avanti ininterrottamente dal 1934. Probabilmente dovuto proprio a quel Paperino che c’è in ognuno di noi.

Empatizzare con lui ci sembra naturale e risulta più facile che mettersi nei panni di Topolino. L’inarrivabile eroe, l’esempio di virtù troppo elevate per la gran parte dei comuni mortali. Per questo non si sentiva proprio il bisogno di inventare per Paperino l’identità segreta “Paperinik” (1969). Così dissonante con l’essenza stessa del personaggio da risultarne quasi una forzatura, più che un improbabile riscatto. Peggio ancora l’evoluzione PK degli anni ’90.
Non è un caso che l’antieroe di Paperopoli ha sempre battuto l’eroe di Topolinia nelle preferenze dei lettori di tutte le generazioni. Non c’è mai stata partita.
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