Dopo la nota di apertura con il video di Giuseppe Leone, per commemorare il centesimo anniversario della nascita di Leonardo Sciascia, tocca alla prof.ssa Grazia Dormiente e ai suoi ricordi che aleggiano tra il Convegno chiaramontano su Serafino Amabile Guastella (1986) e la golosità di Sciascia per la cioccolata modicana.
di Grazia Dormiente
Nel 1986 partecipai al Convegno nazionale di studi su Serafino Amabile Guastella svoltosi a Chiaramonte dal 6/8 Dicembre e presieduto da Leonardo Sciascia, che già dai primi anni ‘70 del Novecento aveva avviato la riscoperta dell’opera guastelliana. Fonte etno-storica che aveva guidato l’allestimento del Museo Ibleo delle arti e tradizioni popolari, realizzato dagli intellettuali-operai dell’Associazione Culturale S.A. Guastella nel Palazzo dei Mercedari di Modica ed aperto alla pubblica fruizione nel 1978.

Il mio intervento rappresentava il valore aggiunto della testimonianza, da me vissuta negli anni 1972/1978, quando ferveva la ricerca sul campo per ricostruite ambienti e consuetudini del mondo contadino della Contea di Modica nell’Ottocento.
L’incontro con lo scrittore di Racalmuto, tuttora rievoca la mia emozione. All’ingresso della sede convegnistica chiaramontana, Sciascia si intratteneva con Gesualdo Bufalino, mio amico nel periodo in cui insegnai a Vittoria, che favorì il nostro saluto, addolcito dall’omaggio delle barrette del cioccolato di Modica, che gli donai ricordando quanto incisiva era stata per me la sua tessitura testuale su “la Contea di Modica” del 1983 arricchita dalle fascinose immagini narrative del fotografo Giuseppe Leone, – partecipe al convegno- che si unì al nostro gruppo.

Fui colpita dai suoi gioiosi occhi che m’invasero e mi regalarono il luccichio dolce dei richiami golosi. Poteva assaporare il cioccolato da lui stesso qualificato di inarrivabile sapore sicché a chi lo gusta sembra di essere arrivato all’archetipo, all’assoluto, che il cioccolato altrove prodotto – sia pure il più celebrato – ne sia l’adulterazione, la corruzione.
Ignoravo allora che Sciascia avrebbe guidato la ricerca mia e quella di Nino Scivoletto, direttore del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica (CTCM) all’ardita e felice attribuzione del marchio IGP al Cioccolato di Modica, di cui lo scrittore racalmutese aveva precorso l’unicità di sapore e di fattura.

Nel centenario della sua nascita misteriosamente aggalla il ricordo di un maestro di vita, impegnato a restituire percorsi di scrittori e cose ignorati ai più, come dissemina il testo curato da Salvatore Silvano Nigro, pubblicato nel 2019 da Sellerio editore e titolato ‘Leonardo Sciascia scrittore editore’ ovvero La felicità di far libri da cui estraiamo: E non è un caso che Sciascia , in quanto editore, abbia progettato per Sellerio collane votate alla perdurabilità e al recupero della memoria: esortando «a non dimenticare certi scrittori, certi testi, certi fatti». Un libro per me prezioso e immersivo per i risvolti memoriali manoscritti da Leonardo Sciascia. Tra quelli riportati nelle dense pagine del citato volume mi fa piacere riprodurre il seguente:
Per tale suggestione tra le sale del Museo del Cioccolato di Modica inaugurato nel 2014 diventa godibile il complice sussurro sciasciano, a cui sentiamo di esprimere una viva gratificazione. Si spiegano così le ragioni che hanno sollecitato il Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica ad assegnare nel 2015 il Premio Maria Scivoletto in memoria di Leonardo Sciascia.

La motivazione, qui riportata, sintetizza l’inimitabile apporto della stimata e apprezzata guida ai nostri passi: Allo scrittore innamorato della sua e nostra Sicilia come metafora del mondo; all’uomo dagli occhi penetrantissimi e dal cuore ricolmo d’umanità; all’intellettuale che, oltre le sponde del suo mare, testimoniava il rigore della ragione e la ricerca intrepida della verità; al narratore che ha edificato il grande e indimenticato romanzo del Novecento con la trasparenza etica della parola e il brivido dell’ironia. All’amante del cioccolato di Modica e dei dolci che ha attraversato le originali vie delle parentele culturali.

Né abbiamo trascurato il trentesimo anniversario della morte del nostro illuminato ispiratore, intitolando a lui la Sala museale della Galleria delle sculture e delle arti visive ingemmata del ritratto di Leonardo Sciascia, opera dell’artista e operatore museale Piero Puglisi e resa più bella dalla presenza dello scrittore e poeta Mario Grasso, amico di Sciascia e ospite degli indimenticati incontri con lo scrittore e i letterati del tempo in Contrada Noce, come si può leggere nel libro Altro su Sciascia, curato magistralmente dallo stesso Grasso e introdotto da un suo trascinante saggio. Libro presentato a Modica nel 2019 dal CTCM e che riporta parte del nostro ricordo.

La partecipazione del CTCM alla Maratona Sciascia: Cento voci per i cento anni organizzata dalla Strada degli Scrittori per il centenario della nascita di Sciascia ha consentito di poter esprimere da Modica il legame privilegiato e nel contempo il debito di riconoscenza, ripetendo le parole del sopracitato Mario Grasso: Uno Sciascia che chi scrive queste note, ha avuto la fortuna di conoscere bene, anche nella pratica spontanea di una generosità come testimonianza di affetto autentico.
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Sempre intenso e ricco di ineguagliabili citazioni lo scritto di Grazia Dormiente