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‘L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in sicilia che si trova la chiave di tutto..’
(J. W. Goethe)

di L’Alieno

In quale posto della Terra Dio e il Diavolo, il paradiso e l’inferno, potrebbero convivere da buoni vicini di casa? In Sicilia, ovvio. A volte scambiandosi pure i ruoli: i mafiosi che ostentavano grande religiosità mentre il clero siciliano si dimostrava il più ateo del pianeta. Come a dire, se nel mondo tutto appare in termini relativi, nella nostra isola si arriva ai connotati estremi, in grado di confondere le menti più brillanti.

Ti rivolgi ad una associazione antiracket perché sei vittima del ‘pizzo’? E ti ritrovi catapultato in un altro incubo del malaffare. Un Tribunale della Repubblica confisca aziende e beni di (presunti) mafiosi? E poi ne affida il controllo ad una banda di malviventi che le spolpano in quattro e quattr’otto. Da mettere in conto anche la probabile beffa oltre al danno, ovvero che la mafia non c’entri nulla alla fine. Insomma, i confini tra bene e male sono stati sempre labili, qui. Non in contrasto ma in bizzarra continuità.

La politica potrebbe fare la differenza? Ovvio che no. Cosa sarebbero destra e sinistra in Sicilia? Per la verità è poco comprensibile ovunque, ma qui assume la misura del nonsenso sublime.

Terra di grandi letterati, filosofi, premi nobel e soprattutto di teste di legno piazzate in ruoli apicali dove sono in grado di poter nuocere. E se una di quelle teste è posta nelle condizioni di poter nuocere, lo farà senz’altro.

Nelle mie fantasie penso sempre ad una salutare invasione tedesca che possa aggiustare le cose e la testa dei siciliani, ma poi mi convinco che non saremmo noi ad acquisire le virtù teutoniche, ma loro ad essere ammorbati dai nostri difetti.

In definitiva, non c’è rimedio e gli opposti riescono in qualche modo a conciliarsi in un inestricabile guazzabuglio. Così se Peppino Impastato, eroe antimafia, è nato da padre mafioso in una famiglia mafiosa, Franco La Torre (figlio dell’indimenticato Pio) ci spiega che c’è un’antimafia fatta da mafiosi.
Come lo si potrebbe spiegare tutto questo ad un tedesco?

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6 Comments

  1. Lo diceva pure Consolo che siamo figli del Caos, “un’infinità, un campionario di razze, di civiltà sono passate per l’isola senza mai trovare tra loro amalgama, fusione, composizione, ma lasciando ognuna i suoi segni, qua e là, diversi, distinti dagli altri e in conflitto: da qui, forse, tutto il malessere, tutta l’infelicità storica della Sicilia, il modo difficile d’essere uomo di quest’isola, e lo smarrimento del siciliano, e il suo sforzo continuo della ricerca d’identità.” Di qua dal faro.

    • Giovanni S. Iurato Reply

      Quello che descrivi è un fenomeno universale. Magari in Sicilia siamo più “eccentrici” e il tutto acquista toni particolari. Sarà la luce o gli intrecci storici ma “Yin e Yang” descrive bene il tuo ragionamento. Tanto piccolo Yin nasconde un grande Yang. È così che tante piccole buone intenzioni finiscono con il favorire una grande e unica cattiva intenzione.
      Per il resto, tolte le caratteristiche folkloristiche dei siciliani, direi che il fenomeno è riscontrabile ovunque.
      Sono all’interno di una importante fondazione ambientalista e a suo tempo veicolavamo investimenti, sulla base di un mio progetto, nelle fonti rinnovabili.
      Un nostro finanziatore tedesco, Erick, in visita a Ragusa per incontrare organi istituzionali, mi rappresentava la sua preoccupazione basata su quanto riportato dalla stampa europea circa le continue truffe ai danni della UE da parte di soggetti siciliani. Ribattei invitando l’amico in questione di riflettere sul fatto che le carceri esistono pure in Germania. Restò così…. senza parole dandomi ragione. Per una attimo temetti la risposta che avrei dato io: “si esistono le carceri… Ma sono affollate di siciliani”. Non lo fece e tirai un sospiro di sollievo.😅

  2. Concordo alla lettera. Aggiungo (anche perché ho avuto uno scambio di opinioni sull’argomento), che non è questione di disfattismo e neanche di sottovalutazione del fatto che tanti difetti si trovano ovunque, anche all’estero, anche nella mitica Germania. Ma Gorgia, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, sono nati in Sicilia, non in Germania e non per caso….

  3. Gaetano Carnibella Reply

    Anziché prendere per” buona”questa affermazione
    di Goethe, ( che per tutti noi Siciliani è diventato il mantra della grandezza nel bene e nel male di questo Continente) )che a fine 700( 1776-78) fa il viaggio in Italia
    e arrivando in Sicilia dove si può ancora studiare la lingua Greca senza arrivare in Grecia,chissà perché senza aver letto alcunché dice questa frase,
    prenderei per buona invece la frase di un altro viaggiatore
    Tedesco : Friederich Hessemer ( certo meno famoso del Goethe) ma forse più vicino al mio sentire, e cioè:<>
    Ecco per me la Sicilia è ancora questo !
    Tuttavia la Storia ( ad eccezione dell’età Greca Antica, di Federico II e dal 700all’anno mille con gli Arabi e in parte coi Normanni) dove si è avuto il culmine massimo
    di splendore , poi è stata un brusco declino ….

  4. Gaetano Carnibella Reply

    La Sicilia è il puntino sulla i d’Italia,
    il resto dell’Italia è solo il gambo posto a sorreggere
    un simile fiore.>>

    • Per la verità fino all’ultimo ero indeciso se mettere a cappello della presente nota una pennellata artistica del nostro Pirandello, che avrebbe conciliato (in anticipo) le diverse sfumature delle nostri opinioni: Così è se vi pare!

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