di Antonio Incardona
I mondi paralleli della realtà virtuale si stanno sviluppando ad immagine e somiglianza di quello reale. Ma, nonostante gli sforzi per renderli più eccitanti, meno prevedibili e più felici, restano soltanto una copia dell’originale. Ad esempio, poiché tra gli animali domestici i gatti sono molto amati, tra i primissimi NFT (Non Fungible Tokens), c’erano i cryptokitties, ovvero gatti digitali che si potevano collezionare o usare per giocare on line, creati digitalmente dalla penna del grafico o dall’incrocio di due immagini.

Adesso è la volta del metaverso – l’ultima novità (o follia?) in fatto di realtà virtuale, dove le persone giocano o lavorano insieme (nell’ottobre scorso Mark Zuckenberg ha rinominato Facebook in Metaverso), dove il mercato immobiliare è simile a quello reale.
Fantasy Island, ad esempio, è un arcipelago di isole costruite nel mondo virtuale “The Sandbox”. Circondate da acque cristalline che baciano spiagge bianchissime, sono state tutte lottizzate. Per la modica somma di 100.000 dollari si può acquistare un’abitazione ed entrare a far parte di una comunità esclusiva.
Inoltre sarà possibile mettere su Airbnb la propria abitazione nel metaverso. Si sta lavorando, infatti, su come strutturare gli affitti per chi non può permettersi di entrare nel mercato immobiliare e su come offrire mutui a chi invece è disposto ad indebitarsi per farlo. Hedge funds, family offices e ricchi investitori hanno già adocchiato il mercato e sono pronti ad investire.
Più di 10 anni fa veniva lanciata “Second Life”, una dimensione digitale parallela a quella reale dove si assumeva una nuova identità e si poteva avere un cybercane, una casa, fare shopping e persino conoscere un partner con cui condividere la vita virtuale. Allora non ha funzionato, forse perché l’originale è sempre meglio della copia?
