di Giuseppe Cultrera
Da Chiaramonte un giovane frate francescano, fra’ Vito Pizzo, approdò, nella prima metà del XVI°secolo, nella famosa università di Padova dove fu rinomato maestro di teologia e scrittore di morale e filosofia. Ebbe come collega Felice Peretti, anch’egli francescano conventuale, divenuto sul finire del secolo prima cardinale e poi papa col nome di Sisto V.

Intanto l’anziano maestro Pizzo era ritornato nel suo paesello natio, nel convento del suo ordine sito al centro del paese (oggi palazzo municipale) per dedicarsi allo studio alla preghiera e al riposo.
In estate si recava in un fabbricato rurale con giardino, proprietà del convento, a metà costa accanto ad una sorgente noto poi come ‘l’uortu ro maistru’ proprio perché tra gli ospiti aveva avuto l’illustre filosofo e teologo.
Raccontano i nostri antichi che qui gli giunse l’invito del confratello, ora papa Sisto V, che memore del suo valore gli offriva la porpora cardinalizia. Ma l’anziano frate rispose con garbo e fermezza:
‘Santità non cambio il mio orticello con il cardinalizio cappello’.
All’impazienza dei giovani e alla loro voglia di avere tutto, i nostri anziani replicavano la icastica risposta del Maestro Pizzo: quale sintesi di saggezza e lezione di vita. Additando l’orto rannicchiato, a mezza costa, tra la folta vegetazione di Cava Fico.
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Breve,conciso interessante