di Giulia Cutello
Qualche tempo fa mi è stato chiesto di contribuire con un intervento al femminile alle riflessioni di oltreimuri.blog. Ho passato giorni a pensare a quali potessero essere i temi più urgenti da affrontare, a come contribuire positivamente al tentativo di porre le basi per un dialogo che lascia spazio a diverse voci, che espande gli orizzonti attraverso i diversi punti di vista rappresentati, che mira ad essere costruttivo. Da dove cominciare? Vuoto creativo, blocco dello scrittore e simili altri strani fenomeni che impediscono la costruzione di significati, non si sa quanto interessanti ma quantomeno, originali. Poi la (s)fortuna di trovare l’ispirazione.
A pochi giorni dalla partecipatissima discussione attorno a “La scelta di Gucci”, mi imbatto in un’intervista a Franco Bruno. Si definisce un “rivoluzionario legale”, candidato sindaco alle prossime amministrative per il Comune di Trento. Connette l’impossibilità di avere una famiglia al fatto che “niente da fare con le donne di oggi: molte fumano, si drogano, non fanno figli, non fanno da mangiare.”
Poi ancora: “Ma che è n’omo?”. Questo il Tweet a commento della copertina dedicata da L’Espresso ad Elly Schlein, vicepresidente della regione Emilia-Romagna. A scriverlo è Marco Gervasoni, un “eminente” uomo accademico che si era espresso con parole altrettanto sessiste e razziste contro Ilaria Cucchi e Carola Rackete, per citarne alcune.
Ho sempre pensato che le parole possano essere degli strumenti pericolosissimi se non maneggiate con cura. Semplificano questioni complesse, creano mondi e ne distruggono degli altri. Cosa significa essere una giovane donna oggi?
Forse è vero che questo “non è un paese per giovani e nemmeno per donne”, ma c’è qualcuna che ostinata e contraria ci invita tutte e tutti a provarci lo stesso, a cambiare gli schemi, a creare reti di comunità attente ai bisogni di tutte e tutti e pronte a tutelare i diritti di ciascuno.
Mi piacerebbe rifletterne insieme, un po’ alla volta, attraverso questo Blog e non solo. Intanto vorrei che: “tutti cominciassimo a sognare e progettare un mondo diverso. Un mondo più giusto. Un mondo di uomini e donne più felici e più fedeli a sé stessi. Ecco da dove cominciare: dobbiamo cambiare quel che insegniamo alle nostre figlie. Dobbiamo cambiare quello che insegnano ai nostri figli” (Chiamanda Ngozi Adichie)
3 Comments
Il nostro è un mondo che nonostante l’andare avanti chiede alle donne di essere tutto….la nostra cultura inevitabilmente legata a preconcetti storicamente radicati ci dà la libertà di essere certamente ciò che vogliamo senza esentarci però dalla critica…e allora dobbiamo essere mogli, mamme e donne in carriera….l’esempio è la miglior medicina.. perché mio figlio imparerà ad avere una mamma che guida di notte al pari di un camionista e un papà che gli fa la pappa e viceversa…non possiamo fare altro che piantare un seme e cercare di farlo crescere alla luce di giusti esempi legati inevitabilmente a ciò che ognuno di noi è…
Lux, la citazione in chiusura mi restituisce la speranza di poter contribuire attivamente a modificare lo stato di fatto, che esitste solo finché non viene messo in dubbio. Non so se vivrò mai l´esperienza genitoriale, lo spero. E spero anche di riuscire ad insinuare l´idea a lei/lui/loro che ci si rispetta vicendevolmente per quello che si è, non per quello che si fa o si possiede. Sapranno che la mamma puó anche essere una camionista (per mestiere oltre che metaforicamente) se vuole e se questo la rende felice, la soddisfa, senza che ciò possa mai mettere in discussione il suo essere donna.
Sta a noi insegnare che il Rispetto trascende le differenze…sta a noi essere Donne ma soprattutto Essere oltre ogni “muro” e oltre ogni stereotipo qualsiasi ruolo abbiamo all’interno della famiglia o della società… tenendo sempre presente che non c’è mai solo un punto di vista…che agere sequitur esse…