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di Marco Pellerito

Da dove partire per parlare dei Manga, i famosi “fumetti” giapponesi che oggi spopolano tra giovani e meno giovani? È la domanda che mi sono posto prima di accingermi a scrivere, perché chi già li segue e li legge sa reperire informazioni e anticipazioni da ogni dove. Su Youtube ci sono canali che trattano solo di manga e sul Web abbondano recensioni e critiche. 

E chi è fuori da queste cerchie, invece? Chi il manga non lo conosce? Perché non lo conosce? Per età? Ignoranza? Puro disinteresse? 

Tra l’altro per molti il manga ha fatto capolino solo adesso. É esploso durante la pandemia ed è uscito dalle buie fumetterie per convincere Feltrinelli e Mondadori che è degno di avere tanti metri quadrati di spazio nei suoi negozi. Ce lo siamo ritrovato da un giorno all’altro dovunque. Con le vetrine piene degli ultimi numeri delle serie di maggior successo e schiere di adolescenti, E NON, in fila in cassa con volumi e volumi tra le braccia. Quando in realtà, forse il manga si è affermato già venti anni fa e adesso ha raggiunto semplicemente un nuovo apice.

Secondo l’Associazione italiana Editori, la superficie dedicata ai fumetti nelle librerie è nettamente in crescita rispetto al passato (foto: AIE)

Che è successo, quindi?

Difficile dirlo. Vorrei però riuscire a tracciare un percorso di come il manga, sbarcato in Italia con pochissime opere di Tezuka già 50 anni fa, abbia attraversato la nostra cultura, si sia inserito nella nostra quotidianità per essere preso, dimenticato, curato e, solo adesso, veramente apprezzato.

Non lo possiamo considerare come un fenomeno isolato ma fa parte di una corrente, di un movimento che ha portato queste ultime generazioni ad apprezzare l’arte e la cultura giapponesi. Non senza una certa fascinazione che porta a guardare il Giappone come una terra promessa dove tutto funziona. 

Se dovessimo scegliere un punto da cui partire, bisognerebbe dire che il manga non è un fumetto. Non è l’idea di fumetto che abbiamo noi occidentali, o meglio, che avevamo. Non è un fumetto da edicola, una lettura facile e veloce per giovani. Non è nemmeno il fumetto d’arte, dai pochi volumi pregiati, finemente colorato. O meglio è entrambe queste idee ma con una luce diversa.

Dopo la decrescita delle pubblicazioni nel 2020, i titoli di fumetti sono in rilancio, in particolare dopo la Pandemia. Si noti come dal 2000 il mercato del fumetto sia in crescita pressoché costate (foto: AIE)

I manga sono per tutti. Non puoi dire che non ti piacciono i manga: se sei un lettore, sarebbe come dire che non ti piace leggere. La parola manga, che identifica sicuramente il fumetto giapponese, è da considerarsi un termine ombrello che comprende una varietà di generi prodotta e pubblicata originariamente in Giappone.

Forse, non hai ancora famigliarizzato con un mondo ed una grammatica  che non rispecchiano le tue abitudini di lettura. A partire dal mezzo fisico in sé. Aprire per la prima volta un manga è un’esperienza che genera confusione: cosa sono queste vignette che si leggono al contrario (da destra verso sinistra), dove ogni azione è accompagnata da migliaia di onomatopee e i cambi di prospettiva sono così repentini?

Come distinguo i personaggi che sembrano assomigliarsi tutti tra loro, i cui nomi sono così difficili da ricordare? Non che manchino di caratterizzazione, è solo un po’ diversa.  Esiste, quindi, una barriera data dalla sua modalità di fruizione, dalla struttura e dalle regole che lo governano. È uno strumento diverso dal libro o dal fumetto che conosciamo, con la conseguenza che, quando sono arrivati sul mercato e hanno acquisito i primi barlumi di popolarità,  menti più giovani e fresche sono riuscite a coglierne il potenziale. 

Se questo è sicuramente uno dei motivi di popolarità tra i giovani, non è l’unico. Per te che ancora non hai superato questa barriera è importante capire che il manga non è un fumetto strano, è un qualcosa a sé.  

Pensiamo ora alla serializzazione, concetto cosi lontano dalla nostra editoria, soprattutto se si parla di serializzazione di costanti, per lo più settimanali e mensili, che si dilungano per diversi anni. No, non è uguale a Topolino perché non parliamo di storie autoconclusive ma di un’unica lunga narrazione.

Per farvi un esempio, One Piece ha iniziato la pubblicazione nel 1997, 26 anni di pubblicazione costante di una storia che continua ad evolversi e che ancora non ha una fine. Berserk, uno dei capolavori dark fantasy di questo mondo, è iniziato nel 1989, 34 anni fa. La pubblicazione avviene prima su riviste con uscita settimanale, che si dividono il settore focalizzandosi su un pubblico specifico:

  • Kodomo − per i bambini più piccoli, con storie semplici e divertenti.
  • Shōnen − per i ragazzini, combattimenti e avventura fanno da padrone.
  • Shōjo − per il pubblico femminile, dove sono al centro i sentimenti.
  • Seinen − per i giovani adulti, le storie diventano più mature e i temi si ampliano notevolmente.
  • Josei − per le ragazze.
One Piece di Eiichirō Oda è uno dei manga più apprezzati dal pubblico. Famoso per la sua longevità

Altra barriera è lo stile, creata involontariamente non dai manga ma dagli editori che li hanno importati. Quando ancora il manga era un prodotto esotico per l’editore audace che voleva farli conoscere in Occidente, il mancato successo commerciale del prodotto ha segnato grosse perdite. Bisognava puntare su prodotti che avrebbero incontrato il gusto del grande pubblico, in grado di vendere centinaia e migliaia di copie. Bisognava trovare le hit, perché del resto nessuno faceva beneficenza.

Questa esigenza ha portato a preferire prodotti accessibili per un target più semplice. Così come l’ondata di anime dal Giappone degli anni 70/80 doveva sopperire alla necessità di riempire il palinsesto televisivo ad un basso prezzo, allo stesso modo gli editori dovevano minimizzare il rischio e massimizzare i guadagni.

Berserk di Kentaro Miura è il manga dark fantasy per eccellenza. Ha ispirato anche il settore videoludico, come la celebre saga di Dark Souls di Hidetaka Miyazaki

I cataloghi si sono presto riempiti di titoli per adolescenti, con un disegno spesso semplice e cartoonesco. Generando così la falsa idea che i manga fossero indirizzati solamente ai ragazzi e che ci fosse uno stile manga canonizzato. In parte è vero, ma che dire delle tavole dell’horror vacui creato da Kentaro Miura, del dinamismo dello stile di Takehiko Inoue, della compostezza di Urasawa

Per non parlare dei generi e dei sottogeneri, che sono numerosissimi e che fanno del manga una Letteratura a sé ricca di sfaccettature: dall’azione all’amore, dalla magia allo sport. Il campionario è vastissimo ed è molto improbabile che non riusciate a trovare una combinazione che possa incontrare i vostri gusti o un autore a voi congeniale. Se siete curiosi, scrivetemi! Troveremo insieme un manga da cui iniziare. 

L’ultimo articolo di Inchiostro & Animazione: The Promised Neverland di Giulia Cultrera. 

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