di L’Alieno
Metti due galletti (narcisi) nello stesso pollaio, un sondaggio compiacente che promette risultati (potenzialmente) mirabolanti e il terzo pollo, pardon, polo, è servito. Sembra tutto così facile per il duo Calenda-Renzi. L’assioma di partenza è che gli italiani siano centristi per natura e se gli dai il “contenitore” giusto (e il loro è il più giusto di tutti) non vedranno l’ora di riconoscersi tutti quanti lì, nel fantomatico “grande centro”, che come esclusiva identità e collante avrebbe la famosa “Agenda Draghi”.

Mi chiedo di quale e quanta povertà è fatta ormai la politica italiana, se tutto inizia e finisce con un’agenda di respiro temporale cortissimo. E due leader, a presiederla, con caratteristiche di personalità incompatibili perché fin troppo simili nei difetti. Bene ha fatto Emma Bonino (che donna!) a defilarsi e dichiarare che non si possono smentire i patti sottoscritti a soli cinque giorni di distanza. Non è serio. Ma cosa è rimasto di serio nella politica di questo paese? Senza quasi più partiti (Dio fulmini i movimenti!) e a rimorchio di personalità disturbate? Lasciatemelo dire, la vera novità in questa contesa è la normalità di un Enrico Letta che non ha mai alzato i toni, non ha scomunicato mai nessuno e non ha mai desiderato fare l’azionista (dispotico) di maggioranza. Pur essendo l’unico leader a capo di un partito vero e certo di avere più voti di tutti gli altri messi assieme, da quel lato politico. Lontanissimo, per indole, dal “Lei non sa chi sono io!” di certo estremismo moderato.

Una nota di merito pure a Fratoianni e Bonelli, che pur rivendicando con giusto orgoglio l’ala sinistra dello schieramento progressista, come portatori di istanze più legate ad una precisa identità sociale, si sono dimostrati né snob, né dogmatici, né afflitti da quello storico ed insopportabile complesso di superiorità che opprime da sempre l’intellettualismo di sinistra e certo (storico) populismo della stessa specie (Bertinotti). Area politica oggi rapprentata da gruppuscoli politicamente irrilevanti, da un lato, e più corposamente dal qualunquismo dell’“avvocato del popolo”, dall’altro. Quest’ultimo patrocinato dal solito comico vate e dal Signor “Io sono la Via, la Verità e la Vita” de “Il Fatto Quotidiano”. Dio (quello vero) ce ne scansi e liberi.
1 Comment
Come sempre ottima riflessione molto veritiera.