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di Ninni Poidomani

Luigi Nifosì è uno di quei nomi in cui ti imbatti scorrendo cataloghi d’arte o testi che raccontano la Sicilia per immagini. Uno di quei nomi che spesso ricorrono se ami planare sulla bellezza.
Immaginiamo un ragazzo esuberante, uno sportivo. Immaginiamolo attento estimatore della bellezza in ogni sua manifestazione e aggiungiamo una sensibilità spiccata declinata secondo il paradigma della musica. Stiamo zoomando su uno sguardo, lo sguardo di Luigi Nifosì.

Si descrive in questo modo Nifosì, dichiarando i suoi primi passi verso gli studi e la fotografia come passi orfani di orizzonti definiti ma colorati da una insaziabile sete di vita. Per scommessa comincia a fotografare e per scommessa acquista la sua prima macchina fotografica. Oggi fotografa il nostro patrimonio monumentale ed ambientale per l’Ansa, per l’Università di Catania, per l’Istituto italiano dell’ Enciclopedia Treccani vantando innumerevoli altre collaborazioni. Sciclitano d’origine, i suoi scatti, nati per documentare il nostro patrimonio architettonico e paesaggistico, sono stati ospitati presso i più prestigiosi palazzi e castelli in Sicilia.

Luigi Nifosì
Antonino Buttitta (a sx) e Luigi Nifosì (a dx), 2008

Oggi, a volere parlare della mostra più recente, è possibile ammirare le sue fotografie aeree presso il Castello Maniace a Siracusa, grazie ad una mostra fotografica dal titolo ‘Sulle strade della bellezza patrocinata dall’Assessorato regionale ai Beni culturali. In volo sulla Sicilia è il titolo di un suo volume, edito da Arsenale Editore, che raccoglie scatti suggestivi ed inaspettati commentati da Dominique Fernandez: “Era stata attraversata in lungo e in largo. Qualcuno la aveva avvicinata dalla parte del mare. Altri avevano scalato le sue montagne o si erano immersi nei suoi crateri. Tuttavia nessuno aveva catturato dal cielo la grandezza dei suoi tesori.

Come nasce la tua passione per la fotografia?

“Mi sento un ricercatore più che un fotoreporter”. Nifosì ci racconta che tutto ha inizio con la scoperta della visione delle cose attraverso un parametro principe: quello della bellezza inteso nel senso più profondo ed intenso. Un parametro a cui è stato educato grazie alla vicinanza con la pittura del Gruppo di Scicli” ed alla sensibilità di Piero Guccione. “Confesso di arrivare tardi alla lettura anche grazie all’incontro casuale con Sciascia” – racconta Nifosì – ”Ricordo il momento in cui mi imbatto per caso la fotografia, durante un incontro con Guglielmo Manenti, ma io non avevo in mano la macchina fotografica, io avevo la chitarra: una Fender.

Luigi Nifosì
Con Piero Guccione e Ferdinando Scianna, 2013

La fotografia era per me soprattutto imitazione, mi incuriosivano l’uso della pellicola ed i giochi dei colori nelle saturazioni. Subivo il fascino delle riviste patinate dei reportage. Da lì comincio a fotografare solo per me fino a che avviene un incontro nodale con lo storico dell’arte Paolo Nifosì. Il primo scatto lo realizzo a Comiso: Santa Maria delle Stelle. Comincio così a fotografare il nostro patrimonio monumentale e realizzo il mio primo reportage pubblicato su una rivista mensile della Provincia. Era un momento in cui, non esistendo internet, si doveva pubblicare su carta stampata.

Da lì in poi, autonomamente, completo uno studio sistematico sul patrimonio monumentale di Scicli: vari scatti frutto di uno studio personale e sistematico. Realizzo un archivio contenuto in cinque faldoni. Nasce così, in sinergia con la ricerca bibliografica pronta da anni e curata da Paolo Nifosì, un volume: Scicli una città barocca. La grafica realizzata da Piero Guccione. Ancora una volta i miei scatti, 16 diapositive, godranno, in seguito, di una illustre collaborazione con il prof. Uccio Barone che pubblicherà, tramite Sellerio un saggio storico: L’oro di Busacca”.

Luigi Nifosì
Trapani, 2022

Come arrivi alla fotografia aerea?

“Oltre 170.000 scatti aerei in pellicola diapositiva sviluppati grazie al sapiente lavoro di Pinello Zammitti (professionista formatosi alla Kodak di Londra). Sono l’unico che ha cominciato e mai terminato da 25 anni a fare foto aeree. Anche su richiesta del Comune di Scicli, nell’ ambito dell’inserimento di Scicli come sito Unesco. Si richiedono foto aeree ed io comincio a fotografare. Era l’8 maggio del 1998 e un elicottero scende nella zona del mercato; quell’elicottero mi prende a bordo. Accadde in quel frangente una cosa straordinaria: mi innamorai del volo e della foto aerea.
Scicli non mi era parsa mai così bella”.

Un’ esperienza di forte impatto: sorvolare l’Etna.

“Quello che mi tramortisce subito è il disorientamento sporgendomi dall’elicottero. Una volta sull’Etna poi, il brontolio, l’imbracatura, l’aria irrespirabile, gli effluvi acri di zolfo e del magma, il rantolo del vulcano. Questi scatti si trovano nel mio volume In Volo sulla Sicilia, pubblicato nel 2007. Il consulente editoriale era sicuro che il volume sarebbe stato pubblicato grazie alla qualità delle immagini e della grafica e grazie al commento di uno dei più grandi saggisti europei: Dominique Fernandez”.

Con Dominique Fernandez, 2008

Le tue fotografie presentano grande equilibrio, come pervase da uno spirito apollineo. Come sarebbero i tuoi scatti se fossi, invece, preda di un approccio dionisiaco al mondo della fotografia?

“Sono stato dominato inizialmente dallo spirito dionisiaco, dalla curiosità. Fotografavo il movimento. Un parte corposa del mio archivio presenta fotografie in cui sovrapponevo i paesaggi, ritraevo i campi di grano che si muovevano, il mare ondeggiante. Si tratta di una tecnica messa in opera mediante un uso particolare della macchina fotografica scattando più volte sullo stesso pezzo di fotogramma. Alla fine ho compreso però che è il rigore che permette al fruitore di immedesimarsi o di crearsi un immaginario”.

Bianco e nero o colore?

“Colore, perché la foto ritrae la realtà e la realtà è a colori. I nuovi mezzi digitali restituiscono toni quanto più vicini possibile al reale, quindi perché non fotografare a colori? Il bianco e nero lo uso quando non mi soddisfa la resa coloristica di uno scatto. La foto in bicromia probabilmente piace perché sembra sofisticata nel ridurre la complessità del reale, ti illude di tornare all’essenza.”

Centuripe, 2017

Analogico o digitale?

“Mentre sto ultimando il lavoro In Volo sulla Sicilia, arriva a Scicli il toscano Andrea Pistolesi, grande fotografo e consulente Nikon, il quale mi invoglia a comprare la mia prima macchina digitale. Il passaggio da pellicola a digitale è stato graduale per cui a lungo ho volato e fotografato con due macchine fotografiche. C’era di fatto un rapporto affettivo con la pellicola ed anche una conquistata affinità ma poi, pian piano, sono passato al digitale. Il mio primo lavoro interamente in digitale venne realizzato in seguito su Modica, titolo: Modica Arte e Architettura, uscito nel 2015. Sono in digitale anche tutti i cataloghi d’arte che ho realizzato. In uscita, a breve, Il Catalogo delle sculture di Mastroianni, Il Cigno edizioni”.

La fotografia per Luigi Nifosì: arte o documento?

“La fotografia deve restituire la realtà, quindi è un vero e proprio documento. Per me la fotografia non è arte perché manca lo slancio creativo, chi fotografa registra l’esistente, lo scatto nasce catturando il
momento. Io la penso come Ferdinando Scianna. Il trucco è quello: io fotografo le cose belle, sono loro che parlano, l’unico sforzo che faccio è quello di cercare le condizioni migliori, le condizioni della luce, ad esempio. L’arte è cosa altra. La mia fotografia ha uno scopo divulgativo. Gli ultimi anni li ho dedicati alla ricerca sui siti archeologici, lavoro messo a disposizione del dipartimento di Archeologia di Catania.”
Quindi emozionare vs descrivere? – incalzo io – ma per Luigi Nifosì la fotografia deve descrivere emozionando. La poesia nasce sul momento. “Se fotografassi per ricercare solo l’ emozione dovrei mettermi in studio e lavorare sullo stesso scatto all’infinito”.

Tempio della Concordia, Agrigento, 2017

Esiste l’ipotesi di realizzare in un prossimo futuro documentari filmati?

“Anni fa l’Ansa mi chiamò a collaborare chiedendomi di fare delle rispese video. Declinai l’invito perché, pur amando la cinematografia, non so fare due cose nello stesso momento. Amo fotografare…” – esita un attimo e conclude risoluto Nifosì – “è un problema di strumenti e di linguaggio, preferisco fotografare”.

Per approfondire: 

Sito del fotografo Luigi Nifosì: http://www.luiginifosi.it/

Sito Il Gruppo di Scicli: http://www.ilgruppodiscicli.it/index.htm

Giuseppe Barone, L’oro di Busacca, Sellerio, 1998: Sallerio.it, L’oro di Busacca

 

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