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ovvero

Cosa c’era in quel drink?

di Giulia Cultrera

Quale modo migliore per affrontare i propri demoni interiori se non partecipando a un lussuoso ritiro spirituale con nove perfetti sconosciuti? Ancora meglio se a gestire questo insolito centro benessere troviamo Masha, affascinante quanto inquietante visione eterea, magistralmente interpretata da Nicole Kidman.

L’entusiasmo dei nove ospiti si spegne ancor prima di arrivare al resort Tranquillum House. Un po’ come quando decidiamo di andare dal dietologo e i buoni propositi muoiono sulla porta d’ingresso. Ciò che rimane è un triste pensiero ricorrente che diventerà un vero e proprio mantra: “Ma chi me l’ha fatto fare?”.Nove perfetti sconosciuti, masha

Nonostante le resistenze iniziali, i nove protagonisti riescono a familiarizzare tra loro e si adattano ai comfort del luogo. Ma i drammi sono sempre dietro l’angolo, soprattutto se accentuati da dei corroboranti e allucinogeni frullati detox.

Ecco che gli ampi spazi lussureggianti diventano delle claustrofobiche prigioni in cui traumi, insicurezze e turbamenti interiori prendono forma. E appaiano estremamente reali, al punto che si può dialogare con essi per cercare di avere finalmente delle risposte.

Nove perfetti sconosciuti, nove persone fragili e spezzate che si completano e si migliorano a vicenda. E poi c’è Masha, una sedicente guru che appare quasi sadica nei suoi estremi metodi di guarigione e che scava prepotentemente nel profondo, spingendo sempre più al limite le fragili – e talvolta instabili – menti dei suoi ospiti.Nove perfetti sconosciuti

Il fine ultimo è superare una perdita. Che si tratti di un lutto, di un amore finito o di una carriera stroncata, il vuoto che lasciano dentro consuma e ossessiona i protagonisti.

Come superare la cosa? Ovviamente creando una realtà illusoria e allucinogena in cui ritrovare e affrontare la perdita.

E, inspiegabilmente, funziona: un bizzarro viaggio di crescita e auto-miglioramento compiuto con il proprio subconscio, un dialogo interiore per affrontare i fantasmi del passato e dare una spiegazione alle azioni che hanno determinato i traumi irrisolti dei protagonisti.Nove perfetti sconosciuti, scena

A conti fatti, il “cattivo” della narrazione chi è? Verrebbe da dire Masha, che usa i suoi ospiti come cavie da laboratorio per i suoi esperimenti allucinogeni al solo scopo di trovare la propria pace interiore. Un Silente in gonnella che li alleva come bestie da macello, per parafrasare Piton.

E invece no. Nel corso delle puntate manteniamo un forte atteggiamento di condanna nei confronti di Masha, ma ecco che le nostre difese crollano a pochi minuti dalla fine. E subentra l’empatia, la comprensione.

Forse abbiamo visto troppe serie come Breaking Bad, Maniac e Bojack Horseman per non maturare un pensiero più critico sul concetto di “cattivo” e su quanto i demoni interiori possano consumare una persona.Nove perfetti sconosciuti

O forse, è semplicemente sbagliata l’idea di fondo: il bisogno di attribuire necessariamente la colpa delle proprie disgrazie a qualcuno.

In fin dei conti, pur essendo finzione, le serie tv prendono spesso spunto dalla realtà. E nella vita di tutti i giorni possiamo anche incolpare gli altri per i dolori che ci infliggono, ma se riflettiamo attentamente, nella maggior parte dei casi chi provoca il trauma è a sua volta una persona che ha sofferto o che è stata ferita in passato. Merita davvero la nostra condanna? A volte sì, a volte no.

Tutto ciò che si può fare è andare avanti: elaborare e accettare il dolore. Magari evitando di soggiornare in un posto traumatizzante come Tranquillum House con nove perfetti sconosciuti.scena del film

 

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