ovvero
Voglio cambiare il mio futuro
di Giulia Cultrera
Se siete già in astinenza da Mind flayer, Demogorgoni e sinistri orologi a pendolo, Paper Girls fa al caso vostro. Le partite a D&D sono sostituite dalla consegna dei giornali, il sottosopra lascia il posto ai viaggi temporali e i sovietici cedono il passo a temerari viaggiatori del tempo in lotta tra loro. Per il resto, abbiamo sempre strani avvenimenti e un gruppo di amici affiatati, stavolta declinati al femminile.
Le Stranger Things vibes si fanno sentire, almeno per i primi 20 minuti. Poi diventa uno strano mix tra Transformers, Jurassic Park e Ritorno al futuro. Giusto il tempo di cambiare ambientazione e trasportare lo spettatore in un universo fantascientifico che ha ben poco in comune con la cittadina di Hawkins.
L’elemento principale in Paper Girls è rappresentato dai viaggi nel tempo e porta con sé i soliti temi: la possibilità di tornare indietro per modificare qualcosa o fare un salto in avanti per scoprire come si evolveranno gli eventi. E qui si solleva un dilemma etico, centrale nella guerra tra le due fazioni: è giusto modificare il flusso del tempo o è meglio mantenere tutto inalterato?
Abbiamo visto e letto abbastanza storie sui viaggi temporali per sapere che non succede mai nulla di buono a giocare con le linee del tempo. Allo stesso modo, cambiare il corso degli eventi è decisamente entusiasmante, per cui largo alle fratture e ai paradossi temporali!
Paper Girls è un romanzo di formazione sui generis, anche se le protagoniste giocano un po’ sporco conoscendo già la loro versione adulta. E proprio per questo non sembrano così propense ad accettare i cambiamenti: saranno costrette a interrogarsi su questioni ancora inconcepibili per la loro età e ad affrontare problemi decisamente più grandi di loro.
Ne emerge un prodotto dal grande – e a tratti devastante – impatto emotivo. Perché le quattro dodicenni, ritrovandosi faccia a faccia con il loro destino, dovranno dire addio ai sogni e alle poche certezze con cui guardavano, speranzose, al futuro.
Ed è così che Paper Girls, in soli otto episodi, conquista lo spettatore e apre numerosi spunti di riflessione. Identità, famiglia, ambizione, malattia, morte, solitudine e fallimento: le protagoniste sono travolte da rivelazioni sconvolgenti e non possono che accettarne le conseguenze.
Ed è impossibile non immedesimarsi con loro e pensare a come avremmo reagito noi, ritrovandoci faccia a faccia con la nostra versione adulta o bambina. Come spiegare le scelte di vita, i lutti, le rinunce, i rimpianti, i cambi drastici di rotta?
Ultimamente, sempre più serie tv sono tratte da graphic novel, basti pensare a Locke and Key, The Umbrella Academy e The Boys. In questi casi si tratta di un tipo di narrazione che ha già conquistato una fetta di pubblico e che deve essere sapientemente adattato al mondo seriale. In quanto a effetti speciali e CGI, la prima stagione di Paper Girls ha lasciato un po’ a desiderare. Un limite da tenere in conto quando si tratta di un prodotto a basso budget. Fare dei tagli sulle animazioni e sugli elementi di fantasia è l’unico modo per rientrare nel progetto.
Possiamo quindi sperare, visto il discreto successo che lo show sta ottenendo, in una seconda stagione che punti a standard visivi e qualitativi più alti, rendendo ancora più coinvolgente l’intero universo narrativo.