Il presente articolo vuole essere una testimonianza qualificata e diretta da parte di una persona coinvolta in una stagione politica locale crepuscolare, nella cornice della fine della prima Repubblica e senza intenti di stabilire delle verità storiche incontrovertibili.
di Sebastiano D’Angelo
Ho avuto una prolungata esperienza amministrativa a Chiaramonte, dal 1985 al 1992. È la prima volta che ne faccio oggetto di una riflessione pubblica, sia pur limitatamente alle modalità amare con cui si e’ chiusa.
Beninteso, fu una esperienza indimenticabile e formativa della quale non rinnego nulla, e che consiglio di fare a tutti. Nacque in un quadro di riferimento Parrocchiale, sotto la spinta del Parroco di allora mons. Pollicita, e coinvolse in tandem anche il fraterno amico Iano Morando.
Fummo sostenuti da molti giovani della comunità, animati da una forte idealita’, che portarono al successo le nostre candidature nel maggiore partito di allora, la D.C. Venivamo definiti allora scherzosamente i “picciuotti ro parrucu”, per marcare il bacino elettorale che ci aveva espressi, circostanza peraltro solo parzialmente vera.
Era il 1985. Le attese su di noi erano alte, e subito ci tuffammo, pur poveri di esperienza ma carichi di entusiasmo, nel difficile agone amministrativo. In quegli anni cominciava a farsi largo una nuova classe dirigente giovane, entusiasta, piena di ideali, con una crescente esperienza, forse destinata ad avere importanti ruoli futuri. Della stessa era espressione un trio molto affiatato, composto dal compianto G. Laterra, dal citato S. Morando e dal sottoscritto. Si arriva alla fine del ’92. Sullo sfondo di una crisi amministrativa senza soluzioni, nata sul dramma del dissesto finanziario deliberato nei mesi precedenti, si pervenne allo scioglimento anticipato del consiglio Comunale.
Bisognava preparare nuove elezioni. E allora il Partito locale si invento’ un fantomatico Comitato di Saggi che, dopo rapido conclave e processo sommario, diede il benservito ad una intera classe dirigente, rodata da ben 2 legislature, accusata di ogni colpa possibile in ordine al dissesto, e non meritevole pertanto di essere ricandidata, addirittura considerata come vecchia!Proprio cosi’, appena trentenni e già da rottamare! Veniva cosi’ liquidata, in modo ingeneroso e giacobino, una stagione di rinnovamento. La DC locale, a braccetto con quella Nazionale, era oramai al suo definitivo crepuscolo, con scelte anche discutibili per lo scenario elettorale che si apriva di li’ a poco a Chiaramonte, sonoramente poi respinte dall’elettorato.
La storia cambiò, e forse, con candidati a Sindaco più autorevoli, poteva andare diversamente. Era l’autunno del 93. Ripensandoci, dopo quasi trent’anni, è facile intravedere un parallelismo con le attuali mode populiste della nuova politica nazionale, che con precostituite sentenze di condanna hanno buttato sovente l’acqua sporca con il bambino, sostituendo alla riconosciuta competenza del passato un mix di sovrappochismo, sovranismo, inettitudine, viatico per un futuro senza speranza per la Nazione.
3 Comments
Carissimo Sebastiano
Seppur ai tempi molto piccola… ricordo benissimo i “santuzzi” coi numeri…tuoi e di Jano Morando essendo le mie zie vostre amiche ed io piccolo incomodo sempre “tra i piedi” !
Ricordi di bambina e ricordi di adolescente quando nella prima tornata elettorale in cui il sindaco venne eletto direttamente a Chiaramonte si presentò ancora un candidato con il simbolo della DC… allora detto poco felicemente il cavaliere solitario…
Io non votavo ancora, ma seguivo mio papà alle prime esperienze di presidente di seggio..
Come non darti ragione, erano sicuramente un sistema ed una politica che necessitavano di un cambio di rotta..ma non di una rottamazione di quel calibro….
Ciò che abbiamo oggi è anni luce lontano da quella formazione politica, ciò che abbiamo oggi è inquietante e sconfortante….
Sono una che rimpiange la prima repubblica?
Non esattamente….sono una che rimpiange i Politici seri , preparati ed un sistema in cui non possono essere appunto, i proclami, il populismo, l’ assistenzialismo spicciolo a farla da padroni….
È proprio quello che volevo evidenziare…un cambio di rotta, non la rottamazione di tutti. Le scelte infelici della DC crepuscolare di allora hanno segnato la storia del paese negli ultimi 40 anni, ed in modo non direi propriamente positivo. Il risultato più evidente è l’inaridimento del tessuto socio culturale della ns comunità, che non è riuscita ad esprimere una classe dirigente nuova e culturalmente preparata. E il dramma è che il vuoto persiste anche per l’immediato futuro….nubi nere all’orizzonte di Chiaramonte
Sebastiano carissimo, ho letto il tuo scritto con molto interesse: chiaramente articolato e abbastanza incisivo attorno a dei contenuti che mi hanno riportato agli anni bui e tristi della mia fanciullezza. Ragazzino, avevo conosciuto una DC paesana arrogante, priva di scrupoli etici e pronta a liquidare con metodi fascisti o stalinisti gli avversari, mandando in rovina intere famiglie. E’ il caso di mio padre, licenziato in tronco dal comune del paesello, dov’era impiegato, perché socialista. E’ il caso di mia madre, cattolicissima, cui il parroco di allora le negò l’assoluzione perché sposa di un socialista. E’ il caso della distruzione della chiesa di santa Caterina, sconsacrata ma esemplare di un pregevole barrocco minore degli iblei. Misfatti, dunque, su cose e persone. Leggendoti, constato che da allora agli anni Ottanta nulla era cambiato. Voi siete stati i “picciuotti” del rinnovamento: carichi di entusiasmo come tu dici; invece il contesto non vi è stato favorevole per l’infelice epilogo di una amministrazione immobilista. La storia di sempre. Sono le idealità giovanili ad essere sconfitte, avanzando una sola competenza: quella che blocca ogni impegno di cambiamento secondo le diverse forme della ragione.