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di Giuseppe Cultrera

Un poveraccio, di ritorno da una faticosa e magra giornata di lavoro, camminava per uno stradale. Un’elegante carrozza lo sorpassò e dal nùgolo di polvere saltò fuori un piccolo oggetto. Lo raccolse e s’avvide che era un portafogli pieno di soldi.

il ricco e il povero
Renato Guttuso, Contadini di Sicilia, 1960

«Ferma, ferma» urlò all’indirizzo della carrozza.
Il cocchiere lo guardò storto, ma il contadino agitando il portafogli e rivolto al nobile personaggio che s’era affacciato dal portello: «Vostra eccellenza le è caduto questo!»
Il ricco signore lo prese con noncuranza, lo aprì per controllare che non mancasse nulla e tirati fuori due soldi glieli offrì.

il ricco e il povero
Renato Guttuso, Contadini di Sicilia, 1951

«Fesso, perché l’hai fatto?!» gli disse, fissandolo con commiserazione «se lo perdevo, anche così pieno di soldi, era come se mi avessero scippato un pelo della barba. Se te lo tenevi, avresti cambiato vita. Adesso contentati di due soldi! ». Batté con energia la mano sullo sportello e si ritrasse, senza manco salutarlo.
Il cocchiere fece schioccare la frusta e i cavalli ripresero la corsa.

il ricco e il povero
Renato Guttuso, Contadini di Sicilia. In: Dieci disegni sui contadini di Sicilia, Roma, Edizioni di cultura popolare, 1951

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