di Giuseppe Cultrera
Il 21 aprile del 1968 la salita della Madonna di Gulfi ebbe come ulteriore attrazione la presenza della “miracolata” Giovanna Laterra che apriva la processione su una Fiat “Topolino” grigia decappottabile.
“Quella domenica mattina di cinquantatrè anni fa mi trovavo a Chiaramonte per fotografare la festosa ‘salita’ della Madonna di Gulfi – racconta il fotografo Tony Barbagallo – e scattai quella foto, che poi sarebbe andata sui quotidiani La Sicilia, L’ora, Il Corriere di Sicilia e, in seguito, ripresa da vari rotocalchi e riviste”.

A volte in una istantanea c’è più storia che in cento pagine di un saggio. Questa ci fa rivivere un avvenimento che ha scosso il piccolo paese ibleo proiettandolo nelle cronache nazionali della canonizzazione di Papa Giovanni XXIII. Ci racconta, pure, di uomini e donne di mezzo secolo fa che l’obiettivo fissa nel momento in cui la Madonna di Gulfi attorniata dal suo popolo giunge in città. Ma davanti c’è lei, biancovestita e sorridente, la “miracolata”.

“Non sono siciliano, ma ho imparato ad amare e capire la Sicilia – riprende Tony Barbagallo – e a ritrarne qualche volta l’anima.”
Nelle decine e decine di mostre le sue immagini hanno incuriosito, divertito persino ammaliato: come quella volta, nel 1971 a L’Aquila, quando Federico Fellini si bloccò di fronte al ritratto di un estroso siciliano.

“Chi è questo personaggio?” chiese il regista.
Barbagallo gli spiegò che era il pittore contadino Francesco Giombarresi. E gli regalò la foto.
“Mi ricontattò, per avere altre pose dell’originale soggetto. Mi diede l’indirizzo di un albergo di Roma dove alloggiava e lì, inviai altre quattro pose di Giombarresi.”
A occhio e croce siamo al tempo di “Amarcord”: chissà se le foto che captavano l’animo dei siciliani hanno ispirato qualche personaggio felliniano!
Ride, con arguzia, il fotografo nato a Bologna e naturalizzato vittoriese.
