di Anonimo*
Il 16 ottobre a Chiaramonte Gulfi in occasione di “Festacrante;” il grande evento organizzato per festeggiare la riapparizione in libreria di Vincenzo Rabito, si è tenuto il primo raduno semi-clandestino dei rabitisti anonimi. In quell’occasione uno dal palco del Teatro Leonardo Sciascia ha rivendicato la propria condizione di rabitista anonimo, delineandone un breve profilo.
Intanto, come appena detto, rabitista anonimo non è una patologia bensì una condizione, nel senso che fa riferimento ad un particolare stato fisico, morale o mentale e non certo ad una malattia. Ma quali sarebbero i tratti che consentono di riconoscere tale condizione ed eventualmente di riconoscere sé stesso, o sé stessa, come rabitista anonimo/a?
Vediamoli qui di seguito.
• Il rabitista anonimo quando parla si esprime utilizzando spesso parole in “rabitese”, come “quinte”, “crante”, “lavoriato”, “immienzo”, “noie”, “maie”, “fatocrafieie”, e tante altre. Questo avviene perché il rabitista anonimo in genere pensa anche in rabitese, ad esempio quando “recorda”.
• Il rabitista anonimo, nel progredire della sua condizione, comincia a trovare difficoltà a leggere testi di letteratura scritti in italiano ordinario: “è troppo facile – sostiene il rabitista anonimo – sarebbe come per un ciclista pedalare esclusivamente in discesa: non c’è gusto.”
• Il rabitista anonimo tiene sempre sul comodino vicino al letto un libro di Vincenzo Rabito, “Terra matta” o “Il romanzo della vita passata”. Quando la vita gli pone davanti degli ostacoli o delle difficoltà apre a caso il libro e legge qualche riga per trovare conforto: “se ce l’ha fatta Vincenzo – pensa il rabitista anonimo – che vuoi che siano le mie difficoltà?”
• È molto raro che il/la partner del rabitista anonimo sia rabitista anonimo anche lui (o lei). Questo può ingenerare delle difficoltà nella sua vita familiare, finanche degli scontri, che il rabitista anonimo cerca di affrontare come indicato nel punto precedente (vedi cap. di Terra matta “La querra in casa”).
• Nelle forme più acute il rabitista anonimo arriva a suonare ai citofoni dei condomini per chiedere: “scusi, conosce Vincenzo Rabito? È uno scrittore che ha scritto le memorie della sua vita in oltre 3.000 pagine. Posso salire a leggergliene qualcuna?” Insomma, un po’ come facevano una volta i Testimoni di Geova. In questo caso il rabitista anonimo assume l’ulteriore condizione di “Testimone di Vincenzo Rabito”.
• Il rabitista anonimo è convinto che Vincenzo abbia conosciuto di persona altri grandi scrittori. Come ad esempio Ernest Hemingway, nato anche lui nel 1899 e coinvolto, come Vincenzo, nella primavera del 1918 nelle operazioni di guerra in corso intorno al Piave. È il rabitista anonimo, infatti, che ha notato che in “Addio alle armi” di Hemingway, l’unico reparto dell’esercito italiano menzionato esplicitamente (pag. 100) è la Brigata Ancona, proprio quella a cui apparteneva Vincenzo Rabito. Se non si sono conosciuti di persona, i due si sono certamente sfiorati e chissà che il talento di Hemingway non abbia contagiato, in modalità wi-fi si direbbe oggi, Rabito. Oppure viceversa, come tende a pensare il rabitista anonimo.

• Talvolta il rabitista anonimo cerca di essere ancora più anonimo e si presenta come “arrabitista anonimo” (per comprendere questo vedi “Terra matta”, pag. 146)
• In ultimo, ma non per importanza, il rabitista anonimo, è tale non solo di giorno ma anche di notte. Proprio sul palco della “Festacrante;” è stato raccontato un sogno che il rabitista anonimo ha fatto il 10 aprile del 2021: “di prima mattina – ha raccontato – ho sognato il funerale di Vincenzo Rabito. Mi trovavo di fronte al carro funebre in cui giaceva la sua salma. Era una vettura molto elegante, come quelle che in tali occasioni si utilizzano per le autorità o personalità importanti. E la bara era avvolta in una grande bandiera italiana. Insomma – ha aggiunto il rabitista anonimo – nel sonno gli ho organizzato un funerale con tutti gli onori.”
Avendo riscontrato nel grande raduno di “Festacrante;” che anche altri condividevano alcuni dei tratti sopra indicati e si sono entusiasticamente riconosciuti come rabitisti anonimi, appare giunto il tempo di lanciare un accorato appello attraverso questo blog: “Rabitiste anonime di tutte li paese, uniteve!”.
* Testo redatto in modo anonimo da Saverio Senni.
1 Comment
È veramente facile ritrovarsi in molte delle situazioni descritte. Veramente interessante