ovvero
Hakuna Matata 2.0
di Giulia Cultrera
Quanto è invalidante quella vocina nella testa che ci rende insicuri e non ci permette di agire?
Non ce la farò mai. È troppo tardi. Figurati se può capitare a me. Andrà male anche stavolta. Non farò mai nulla di buono. Non sono in grado. Non servo a nulla. Sono in ritardo rispetto agli altri. Ho sprecato la mia vita. Un’altra giornata trascorsa senza concludere nulla. Sono un fallimento.
La lista è infinita: pensieri invalidanti e autosabotanti, convinzioni limitanti che accompagnano le nostre giornate e che, spesso, ci scoraggiano prima ancora di passare all’azione. E così rimaniamo bloccati, diamo adito alle nostre insicurezze e le rendiamo reali.
Un monologo interiore critico con cui ci ritroviamo ad avere spesso la peggio. Possiamo provare a ignorarlo, ma rimarrà comunque latente, in sottofondo, pronto a riemergere davanti a un momento di debolezza, insicurezza o semplice stanchezza. Piuttosto, conviene affrontarlo e zittirlo. E, ovviamente, dimostrargli che si sbaglia.
Il film d’animazione Disney Pixar Luca lancia questo messaggio con un mantra perfetto: “Silenzio Bruno!”. Luca e Alberto, i due protagonisti, attuano questo metodo ogni volta che la loro coscienza cerca di scoraggiarli dal prendere decisioni scomode e difficili o dal provare nuove esperienze.
È quindi un modo per zittire la vocina interiore che ci dice che non ce la faremo, che cerca di sabotarci prima ancora di provarci.
Non significa essere avventati o irresponsabili, ma trovare il coraggio e la curiosità di andare oltre la propria comfort zone, mettendo a tacere il proprio Bruno interiore, ovvero quel pensiero negativo che continua a limitarci.
Perché soltanto zittendolo e dimostrandogli che possiamo farcela – a volte fallendo, ma comunque provandoci – possiamo eliminare quel fastidioso e incessante brusio di fondo che ci condiziona e finisce per risucchiare le nostre energie.
“Silenzio Bruno” è un invito a ignorare le voci critiche e negative che si creano nella nostra testa o che ci arrivano dall’esterno, permettendoci di concentrarci sulla nostra vera essenza e sulle nostre passioni. Un moderno Hakuna Matata che ci sprona a liberarci delle limitazioni (auto)imposte e a essere semplicemente noi stessi. Possibilmente saltando da una scogliera soltanto in modo metaforico…