di L’Alieno
Vi siete mai chiesti perché certe orribili sfighe possono auto-avverarsi nelle nostre vite? La colpa potrebbe essere della nostra forma mentis pessimista.
Penso e dico: ‘non ce la posso fare’ e puntualmente non ce la farò. Sta scritto nel destino di ogni disfattista, oltre che nelle ‘leggi di Murphy’.
Infradiciarsi prima della pioggia o fare inversioni a U (quando sente di indulgere troppo all’ottimismo) sono le specialità di una mente pessimista, che con ostinazione facilita le possibilità di sconfitta, salvo poi invocare l’alibi del destino perennemente avverso. Scusa francamente antipatica.
L’ottimista, invece, più avvezzo ai sogni, vede opportunità ovunque, anche troppo, se si fa prendere la mano. È solitamente lungimirante e si dimostra fortunato per lo stesso motivo per cui il pessimista è sfigato. Regola che presenta rare eccezioni legate a quelle virtù che fanno la differenza tra gli uomini, a prescindere.
Tanto per ricordare che la realtà non è mai bidimensionale.
‘Non si sa se la fortuna sia di destra ma la sfiga è sempre di sinistra‘, cantava Giorgio Gaber nel 1994, ipotizzando così un originale legame intuitivo tra sfiga e sinistra, a cui aggiungerei pessimismo e antipatia, per completare il quadro delle relazioni.
Una tesi che potrebbe sembrare apparentemente bizzarra, ma ha avuto diverse conferme nel tempo, anche qui con rare eccezioni alla regola.

Conoscete forse un intellettuale di sinistra simpatico e ottimista? Io no. E credo che nessuno riesca a portare regolarmente sfiga all’area ‘progressista’ più di loro. Una vera sciagura.
A proposito di Gaber. Diceva anche di ‘non avere il fisico per essere di destra’ e oggi viene da dire anche a me, facendone il verso, di non avere più il fisico per fare l’ottimista.
Non più dopo la segreteria di Zingaretti, Di Maio ministro degli esteri e il ‘rosario’ di Salvini.
Non ce la posso fare.