di L’Alieno
Nell’ultima settimana la politica nazionale ci ha riservato un dibattito talmente surreale da indurci a dire che ‘la situazione è grave ma non è seria’, prendendo a prestito le parole del buon Flaiano.
Partiamo da Zingaretti. Dopo aver impostato un percorso politico del PD a rimorchio dei 5Stelle e aver difeso strenuamente Giuseppe Conte come nessun premier del PD era stato mai difeso prima, si è dimesso. E perché mai?

È stato fulminato dalla scoperta improvvisa e sconcertante dell’acqua calda: cioè che il PD è un partito di potere che parla di poltrone. Ma davvero? Incredibile! Chi poteva sospettarlo?!
E quale sarebbe la diversità dagli altri partiti o con lo stesso PD sin dai tempi della fondazione?
Fatta questa acutissima osservazione, il parente stretto di Montalbano, inorridito, ha preso d’impeto la tastiera del computer e ha scritto un duro post di dimissioni su facebook (Sic!). Seguirà lettera raccomandata. Ma ancora potrebbe tornare indietro o forse no. Vediamo fin dove arriverà la voglia di farsi del male.

L’altro campione della settimana, Beppe Grillo, ha colto invece la palla al balzo e ha cercato di lanciare un’OPA amichevole ai vecchi nemici ‘PDioti’, ipotizzandosi persino segretario. Tanto per lui non esiste alcun vincolo di coerenza. Se ‘uno vale uno’, nei 5Stelle, lui è quell’uno più uguale di tutti gli altri uno, e quindi può tutto. Anche reinventare la storia del movimento come il porcello Napoleon della ‘Fattoria degli animali’ di Orwell.

Così se avete sempre inteso i 5Stelle come forza antisistema, populista, amica di Farage e Putin, avete capito male. I pentastellati sono sempre stati una forza liberale, responsabile ed europeista convinta. Amica della cristiana-democratica Von der Leyen e del banchiere Draghi.
Insomma la liquidità qualunquista di Grillo e dei 5Stelle è tale che potete credere quel che volete. Fate un po’ come vi pare. E adesso Conte potrebbe diventare il ‘marketing manager’ provvidenziale per rilanciare il brand.
