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di Giuseppe Cultrera

La presenza, a Chiaramonte Gulfi, di una tipografia è attestata in una pubblicazione ufficiale relativa all’economia della provincia di Siracusa nel 1895; e si tratta della tipografia fratelli Ferrante, operante dal 1880 nei bassi del palazzo baronale Guastella, in via Tommaso Chiavola.

E il fatto che uno dei primi volumi prodotti dalla neonata stamperia fosse proprio del Guastella (Indovinelli di Modica, Chiaramonte e Comiso, 1880) ci fa immaginare un’amicizia e “consulenza” del colto bibliofilo che andava ben oltre la disponibilità del locale idoneo per l’attività editoriale. Sappiamo poi che il Guastella non ritenne il lavoro ben fatto: “l’edizione riuscì così scorretta, anzi così sconciamente barbarica, che non ebbi animo di diffonderla”.  Ma il Guastella oltre che letterato era anche un bibliofilo, per cui le aspettative relativamente al prodotto editoriale, erano elevate; e solo quando approderà alla Piccitto & Antoci di Ragusa finirà di litigare con i tipografi.

storia di una piccola tipografia
Materiali (fregi) della Tipografia Ferrante di Chiaramonte Gulfi (fine ottocento)

La tipografia Ferrante farà però tesoro dell’incidente di percorso per elevare e la qualità tecnica e la cura della composizione del testo. Ne abbiamo contezza nella produzione editoriale successiva. Alcuni volumetti (per esempio quelli del Melfi, specie Memorie ai miei posteri) raggiungono notevole eleganza formale. L’utilizzo discreto di fregi, capilettera, testatine e la presenza di eleganti tavole litografiche fuori testo (opera dell’artista Giuseppe Maria Puccio) assieme all’uso di caratteri classici, rendono le edizioni Fratelli Ferrante di Chiaramonte interessanti.

La famiglia Ferrante appare a Chiaramonte nel XVI secolo con le varianti Firranti, Di Ferrante, Ferlante. Corrado Melfi (Famiglie chiaramontane estinte trasmigrate ed esistenti dal secolo XIV al XIX) ricorda un Nardu di Ferranti presente nell’elenco dei Confrati di S. Vito e cita, pure, i maestri Lorenzo, Mariano e Vito Ferrante elencati nei libri della Contea come possessori di terre, nel 1774, alla Fontanazza, al Cicirello e al Pessimo. Da questi tre capifamiglia discendono tutti i Ferrante presenti a Chiaramonte: in particolare da Lorenzo, quelli di ceto più umile, braccianti e contadini; da Mariano, operai e artigiani; da Vito, l’ex chierico don Carmelo che fu custode pisatore e scritturale nella commissione dei riveli nel 1811 i cui figli Giovanni e Paolo furono rispettivamente appaltante della posta e impiegato al Comune.

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Copertina e controfrontespizio di un elegante volumetto del barone Corrado Melfi edito nel 1886 dalla tipografia Fratelli Ferrante di Chiaramonte

Da questo terzo ramo e dall’impiegato comunale don Paolo Ferrante (1823 – 1884) provengono i tipografi Ferrante che nel 1880 impiantarono un torchio tipografico nei bassi del palazzo baronale di Serafino Amabile Guastella (Chiaramonte 1819 – ivi 1899), noto scrittore ed etno antropologo.

L’amicizia col Guastella che oltre che studioso, scrittore e professore al liceo Tommaso Campailla di Modica era anche un colto bibliofilo, potrebbe essere stata – come già detto – utile ai neofiti dell’arte tipografica per una crescita professionale e culturale. D’altronde Carmelo, il maggiore dei fratelli, era già “libraio in Chiaramonte di Sicilia nella via S. Caterina” e vendeva tra l’altro le eleganti edizioni della Piccitto & Antoci di Ragusa, in particolare i libri editi per conto del colto cappuccino P. Samuele Nicosia (quello della Storia di Chiaramonte).

storia di una tipografia
Altri due eleganti volumi stampati dalla piccola tipografia chiaramontana

Ma fermiamoci qui con le amicizie ascendenze e coincidenze; poiché è opportuno subito precisare che se, sul quadro storico locale e provinciale e sui comprimari c’è piena luce, lo stesso non posso dire sui protagonisti, i tipografi chiaramontani “Fratelli Ferrante”. Per quanto impegno abbia messo nella ricerca d’archivio e di memoria popolare, non sono approdato alla certezza nominale dei due o tre fratelli titolari della marca tipografica. Escluso Carmelo (nato 1849) per nessuno degli altri quattro fratelli (Salvatore, Raffaele, Giuseppe Maria, e Benedetto) ho riscontri certi: plausibili diversi. Per esempio si potrebbero scartare a priori Raffaele (1853 – 1919), coniugato con Rosso Maria Antonia, che svolgeva l’impegnativo lavoro di appaltante della posta, come l’altro fratello Giuseppe Maria (1855 – 1939), coniugato con l’insegnante elementare Sabatina Gambogi, che agli atti anagrafici risulta “ufficiale postale” e quindi collaboratore del citato fratello. I restanti due fratelli – Salvatore (nato 1852 e coniugato nel 1881 con Ragusa Lucia) e Benedetto (nato 1865 e coniugato nel 1901 con Iacono Raffaela) – nei vari atti anagrafici vengono definiti genericamente “possidenti” o “benestanti” che stava a indicare una classe sociale agiata che viveva di rendita terriera o esercitava professioni remunerative.

Un’indicazione più precisa sulle loro professioni la troviamo nell’Annuario La Trinacria (1906) dove per Chiaramonte (allora in provincia di Siracusa) troviamo quali “agenti assicurativi” Giuseppe Ferrante (Reale) e Raffaele Ferrante (Venezia) e come “agente d’emigrazione” l’altro fratello Benedetto e ovviamente nel settore “tipografie” la F.lli Ferrante. In ogni caso sono impieghi che si aggiungono a quelli principali dell’appalto della posta e all’impresa tipografica (ma qui non abbiamo certezza di quanti dei tre fossero coinvolti).

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Frontespizi di due delle prime pubblicazioni (1880) della Tipografia Ferrante di Chiaramonte

Invece possiamo dare per assodato che Carmelo Ferrante, con esperienza nel campo in quanto libraio e rilegatore, fu l’artefice dell’avvio dell’attività: confermato dal primo marchio tipografia ferrante, apposto nel frontespizio dei volumi pubblicati nel 1880. In questa breve prima fase la tipografia fu ospitata nei locali della sua cartolibreria di via S. Caterina. Solo in seguito, ma sempre nello stesso anno, verrà trasferita nei bassi del palazzo baronale del Guastella, in via Tommaso Chiavola, dove vedrà la luce il volume degli Indovinelli, nel cui frontespizio si palesa la nuova ragione sociale della ditta, tipografia fratelli Ferranti (sic).

Un’accurata ricognizione delle pubblicazioni – escludendo i lavori a stampa meno impegnativi ma più comuni quali carta intestata, biglietti da visita, partecipazioni di nozze, modulari per ditte, stampati per il Comune, manifesti, volantini, eccetera – ha evidenziato due fasi della vita di questa tipografia di provincia. Una prima: il ventennio dalla nascita a fine secolo, con una attiva produzione di volumi e opuscoli; e una seconda, il primo ventennio del novecento, caratterizzata da una notevole contrazione.

Alla prima fase appartiene la stampa di circa cinquanta tra volumi e opuscoli, parecchi dei quali di buona fattura, relative a opere di studiosi locali quali i baroni Guastella, Melfi e Nicastro, i religiosi francescani Nicosia e Ragusa, i sacerdoti Maggiore e Melfi, gli insegnanti Interlandi e Gambogi, gli avvocati Rosso Cosenza e Terlato, il poeta popolare Bonafede, il pretore Bellabarba (che seppur non chiaramontano, fu attivamente legato alla città). 

Ferrante
Copertina e incipit di un opuscolo di Espartero Bellabarba edito nel 1881 dalla Tip. Fratelli Ferrante

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