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2023

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Domani, “A Tutto Volume”, il festival ragusano che mette al centro la parola e i libri, inaugura la sua quattordicesima edizione. Come di consueto, seguiranno fino a domenica 18 giugno delle giornate interamente dedicate ad alcuni protagonisti della letteratura e della saggistica italiana, che presenteranno i loro lavori più recenti al pubblico ibleo. 

La nostra Redazione ha deciso di presentare l’evento attraverso l’esperienza di chi a Ragusa fa della diffusione della cultura libraria la propria missione. Lasciamo quindi la parola alle libraie del centro storico superiore ed inferiore del capoluogo ragusano e al loro rapporto con “A Tutto Volume”… 

“A Tutto Volume” è la manifestazione culturale più attesa dell’anno dai ragusani e non solo! Da libraia indipendente, ho vissuto in prima linea tutte le edizioni del festival vedendolo crescere nel corso degli anni. In libreria abbiamo allestito una vetrina interamente dedicata ai libri dei protagonisti della manifestazione e ciò ha suscitato e suscita curiosità nella clientela che attende con ansia il programma per scegliere gli incontri da seguire.
Il
 gruppo di lettura “L’ora dei libri”, che si riunisce ogni mese in libreria, dedica ogni anno un intero appuntamento al festival. Quest’anno abbiamo letto il libro di Francesco Piccolo, che sarà presente all’evento con “La bella confusione” (Einaudi editore), con la speranza di poter incontrare l’autore, come abbiamo fatto negli anni passati.
L’anno scorso, insieme all’associazione “Librai Iblei”, di cui sono presidente, abbiamo creato una sezione tutta dedicata ai ragazzi in collaborazione con la direzione del festival. Nell’ultimo periodo, infatti, ho riscontrato un incremento dei lettori adolescenti, che si avvicinano alla lettura attraverso i social, seguendo autori e generi ben precisi.

Forse, nel festival manca proprio una sezione stabile dedicata a questa fascia d’età e credo che in futuro, visto l’interesse mostrato, si dovrebbe dedicare ampio spazio ai libri ”Young adult” e ai fumetti Manga che hanno moltissimi appassionati. 

Nei giorni del festival le vendite in libreria registrano aumenti non solo dei volumi dedicati alla manifestazione ma anche di libri di vario genere per cui… viva “A Tutto Volume”!

(Daniela La Licata – Libreria Flaccavento)

Daniela La Licata con lo scrittore Gianrico Carofiglio, presso la Libreria Flaccavento

Sin dalla prima edizione, “A Tutto Volume” è stato accolto dai nostri clienti con affetto ed entusiasmo sempre maggiori. Nei giorni che precedono il festival si percepiscono grande attesa e curiosità sugli autori che saranno i protagonisti degli incontri e sui loro libri.
E l’onda cresce nel corso della manifestazione, quando il centro di Ragusa si trasforma in cuore pulsante della parola e in un momento di festa che vede riuniti i lettori attorno a un’importante occasione di condivisione delle idee.
Da parte nostra, per i prossimi anni, auspichiamo una maggiore presenza degli autori amati dai più giovani e magari, perché no, una sezione dedicata ai fumetti e ai manga che, negli ultimi anni, sono diventati un vero e proprio fenomeno che ha spinto molti adolescenti ad avvicinarsi alle librerie.

(Simona Godano – Libreria Mondadori Ragusa)

Simona Godano (prima a sx) durante la presentazione di “Giallo siciliano” (Delos digital) al Termini book festival

In questi sedici anni di vita la Libreria di Ibla ha visto nascere e crescere ” A tutto Volume”, ha visto i lettori ragusani e non attendere con entusiasmo l’inizio Festival per poter incontrare i diversi autori dei libri presentati, che arrivano da tutta Italia. Un connubio perfetto che unisce la vivacità culturale con il riappropriarsi di piazze, vicoli e giardini della nostra città.
Non possiamo che essere più che felici di una iniziativa che condivide con noi lo stesso obiettivo: avvicinare le persone alla lettura, siano essi lettori appassionati, cittadini comuni e turisti curiosi, senza dimenticare i lettori più piccoli che possono accostarsi con semplicità e curiosità al mondo letterario, grazie alle tante attività proposte durante il Festival. Vedere gli spazi della città pieni di lettori, per noi, che da tanti anni viviamo per e nei libri, è uno stimolo molto positivo che accogliamo a braccia aperte. Sembra quasi che i libri prendano vita tra i nostri palazzi barocchi e strade cittadine, facendosi scoprire dalle persone che si confrontano sui temi del momento.
In un mondo frenetico come quello in cui viviamo, fatto di incertezze e domande, il libro è e rimarrà il miglior mezzo per aiutarci a riflettere e a interrogarci su tutto quello che ci circonda e sulla nostra interiorità, stimolando un colloquio continuo e costruttivo con noi stessi. Vi aspettiamo, come ogni anno, soprattutto nell’ultima giornata del Festival, nel quartiere che rimane per noi quello più bello, a Ibla.

(Susan Arroyo, Libreria Ubik Ibla)

Susan Arroyo alla Libreria Ubik di Ragusa Ibla

di Vito Castagna

Il 2022 si è concluso fornendoci un dato scoraggiante: oltre il 60% degli italiani non è andato al cinema nemmeno una volta durante l’anno. I numeri non migliorano neanche nel 2023, vuoi per l’eccessivo costo del biglietto o per i molti film presenti sulle piattaforme streaming, alle quali sempre più registi e case produttrici strizzano l’occhio.

Sale vuote nel 2022, complice il COVID, ma i dati di oggi non sono in miglioramento

Le statistiche sugli incassi testimoniano una disaffezione profonda anche nei confronti di pellicole considerate in passato degli investimenti sicuri, come il seguito di “Avatar” che nel Sud d’Italia ha registrato cifre molto più ridotte rispetto al Nord. Anche l’affluenza alle sale può fornirci uno spaccato sul divario fra il settentrione e il meridione della nostra Penisola.

Il cinema italiano, in particolare quello d’autore, subisce più di tutti la ritrosia dello spettatore. Ma, in fondo, non è la prima volta

Film come “Nuovo cinema paradiso” (1988) di Giuseppe Tornatore e “Splendor” (1989) di Ettore Scola si sono concentrati sullo sviluppo del cinema come mezzo di comunicazione, dal suo apogeo fino al suo declino. Lo hanno fatto attraverso storie semplici, ma di grande impatto. Celeberrima quella di Tornatore, che dimostra un amore smisurato e malinconico per il cinema; molto meno conosciuta quella di Scola.

“Nuovo Cinema Paradiso”, 1988

Eppure, “Splendor” non ha nulla da invidiare e non solo per il suo parco attori, con i due giganti, Marcello Mastroianni e Massimo Troisi, ma anche per il suo intreccio narrativo. Anche in questo caso, Splendor è il nome di un cinema di un paese di provincia, gestito da Jordan (Mastroianni) e dal suo macchinista (Luigi), destinato a diventare un supermercato dopo anni di strabiliante affluenza.

Poco o nulla valgono i tentativi di rilancio, strampalati a volte, come le retrospettive sul cinema russo e jugoslavo, o in linea coi tempi, come gli spogliarelli dei fine primo tempo. Lo Splendor è destinato a morire e già lo sappiamo dall’inizio. Forse è per questa conditio sine qua non che nessuno oggigiorno ha il coraggio di aprire un cinema?

Ma sono i film che non sanno più comunicare o è lo spettatore a non cogliere il messaggio? Il linguaggio, in fondo, è desueto ai tempi, troppo lento e colmo di piani che si sovrappongono, poco avvezzo all’immediatezza, che è il tratto distintivo del nostro progresso. 

Marcello Mastroianni, Massimo Troisi, Marina Vlady, in “Splendor”, 1989

Così è in “Splendor”, dove Scola gioca con i ricordi dei personaggi, li definisce col bianco e nero, per poi spostarsi sul colore, come se si divertisse a mettere in difficoltà lo spettatore della TV.

In verità, la pellicola ha un forte impianto ironico, sognante, quasi dolce. Non ha il retrogusto di “Nuovo cinema paradiso“, ma come quello serba una ingenua speranza. Che ve ne sia ancora una per il nostro cinema? Mi auguro che ce ne siano mille!

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