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26ª edizione

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Ci può essere ancora un futuro per il Premio “Ragusani nel Mondo” nel post-pandemia?
Riceviamo e pubblichiamo una lettera del dott. Sebastiano D’Angelo, Direttore dell’Associazione Ragusani nel Mondo.


Un evento che si ripropone con successo per ben 26 edizioni annuali, senza alcuna soluzione di continuità, mantenendo spunti di interesse che si rinnovano di anno in anno, nonostante qualche inevitabile segno del tempo, è un fenomeno che non può sfuggire ad una attenta analisi. E dopo un mese di repliche sulle varie tv, e di numerose visualizzazioni sui social, il gradimento sull’edizione del Premio, è ancora molto alto, oltre che uniforme.

La continuità nel tempo, ma soprattutto la capacità di catturare un affetto popolare costante se non crescente, e di penetrare in larghi strati dell’opinione pubblica iblea, pone il Premio al vertice di analoghe manifestazioni, sicuramente in Sicilia, ma probabilmente nell’intera penisola. E la presenza quest’anno del Presidente della Regione Nello Musumeci rappresenta un sigillo istituzionale di innegabile significato. Non era mai successo!

Il gruppo dei premiati dell’edizione 2021

Probabilmente il vero valore socio culturale dell’evento, al momento in buona parte inespresso, o velato dagli inevitabili atteggiamenti di “malcelata ammirazione”, non sempre sincera, da parte di settori della locale borghesia culturale, o pseudo tale, emergerà quando si porrà fine alla lunga saga, epilogo inevitabile come per qualunque espressione della vita umana. Eh sì, perché arriverà il momento della fine, e solo allora, volgendo lo sguardo al passato, in un sentimento misto di orgoglio e nostalgia, saranno più chiari i veri significati culturali del Premio, e soprattutto l’enorme valenza di promozione del territorio ibleo.

Premio ad Andrea Carfi’, a capo del centro di ricerca su vaccini e malattie infettive di “Moderna”

In oltre un quarto di secolo il Premio ha raccontato in tutto il mondo la bellezza di Ragusa e della sua provincia, in un modo particolare e forse unico nel suo genere, passando attraverso il racconto di storie umane e professionali ricche di significato ed esempi positivi per tutti. E qui emerge il principale pregio del Premio, di essere spinta e volano per una sana educazione pedagogica, soprattutto per le giovani generazioni, proponendo racconti positivi, intrisi di talento, tenacia, impegno e sacrifici, ed esaltando lo spirito di comune identità ed orgoglio dell’appartenenza, che costituisce collante prezioso e insostituibile per lo spirito di una vera e compatta comunità.

Premio a Concetta Castilletti, biologa specializzata in microbiologia e virologia presso l’ospedale Spallanzani di Roma. Una delle tre ricercatrici che sono riuscite nell’impresa di isolare il coronavirus

Un altro aspetto che ha caratterizzato il Premio in questo lungo percorso è stata la ricerca, a volte maniacale e comunque voluta, del perfezionismo, virtù che viene riconosciuta, con sentimenti di sincera e partecipata ammirazione, soprattutto da parte di coloro che si approcciano per la prima volta all’evento, spesso non conterranei, e che si contrappone alla dominante superficialità e al pressapochismo con cui vengono spesso organizzati altri eventi, non di rado destinatari di sostegni pubblici ben più corposi.

Il premio si avvale della collaborazione di autentici professionisti, tutti locali, degni di palcoscenici nazionali di maggior respiro e di vetrine che meglio esalterebbero i loro meriti. È la dimostrazione più evidente di come il territorio possa esprimere grandi capacità umane e organizzative, senza alcun bisogno di ricorrere alla tentazione di importare modelli esterofili.

Premio a Fiorella Gurrieri, genetista e accademica presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma

Sicuramente la formula, sia pur costantemente vincente e performante, ha bisogno di ritocchi o di piccoli aggiustamenti, inevitabili dopo oltre un quarto di secolo. Ma già l’edizione di quest’anno, successiva alla grande celebrazione del venticinquennale del 2019, e all’anteprima digitale del 2020, dovuta alla pandemia, ha mostrato una vigorosa sterzata verso il recupero della centralità culturale del Premio, data dalla valorizzazione delle storie dei premiati prescelti, un po’ in ombra nelle ultime edizioni per l’errata scelta di inserire, come motivo di interesse dominante, una figura di affermato artista del mondo dello spettacolo.

Premio a Ray Civello, imprenditore italo-canadese nel settore della bellezza

Sono i Premiati i veri protagonisti dello spettacolo ed a loro spetta la prima pagina, la vetrina più luccicante del Premio. Se poi hai la fortuna, grazie alle segnalazioni popolari, di catturare e coinvolgere alcune tra le piu’ belle storie di sempre, come quelle in capo ai premiati della 26ª edizione hai perfettamente centrato l’obiettivo principale della manifestazione: quello di promuovere l’ibleo di successo e non il vecchio artista nazionale di passaggio, non di rado in decadente fama e retribuito in modo spropositato. Ed allora, forse ci sarà ancora un futuro per la manifestazione, se riuscirà a proseguire lungo questa falsariga ma con la necessità che si verifichino alcune condizioni: Tra le quali un perdurante affetto popolare, il reiterato sostegno di una qualificata selezione del mondo delle imprese, un maggiore coinvolgimento delle locali Istituzioni pubbliche, ma soprattutto, in linea con il dramma che stiamo vivendo a qualunque livello, il pieno ritorno alla normalità.

Premio a Claudia Oddo, soprano italo-tedesco

L’edizione del 2021 ha convissuto con le restrizioni della normativa anti-covid, che hanno privato Piazza Libertà della cornice di grande pubblico che seguiva in presenza la manifestazione, passato da oltre tremila persone a poche centinaia, cui peraltro si sono aggiunti migliaia di appassionati con le dirette televisive e social.
Se la 26ª edizione del Premio ha costituito un motivo di ripartenza e resilienza, testimoniato dalle immagini pilota della grafica, e di fiducia verso un futuro più sereno, quella della 27ª, se e quando potrà realizzarsi, dovrà celebrare il pieno e definitivo ritorno alla normalità. È l’auspicio che parte dalla vetrina del Premio, un augurio pieno di speranza e di ottimismo, ma che deve tradursi in realtà.

Sebastiano D’Angelo – Direttore dell’Associazione Ragusani nel Mondo

Premio a Tony Azzarelli, manager in Gran Bretagna nel settore delle telecomunicazioni