di Saro Distefano
A mente serena, e trascorso poco meno di un mese dalla sua conclusione, è possibile fare una analisi di “A Tutto Volume” (da adesso in poi ATV).
Nel 2022 il festival letterario ha infatti chiuso la sua tredicesima edizione la domenica 12 giugno, dopo aver aperto le danze al Porto di Marina di Ragusa, il giovedì 9 giugno, com’è ormai da tre anni.
Una edizione che ha fatto registrare numeri notevolissimi, e a disposizione di tutti solo navigando sul sito della Fondazione degli Archi, ovvero l’istituzione culturale con sede a Comiso che organizza quello che è diventato uno dei più importanti e autorevoli e frequentati festival letterari in Italia.

Proprio così. Quello nato tredici anni fa dall’idea e dalla volontà (invero assolutamente granitica, irrefrenabile) di Alessandro Di Salvo, farmacista che si è scoperto eccezionale manager di eventi culturali (vedremo quali), è diventato negli anni un appuntamento fisso per le principali case editrici italiane che già all’inizio dell’anno programmano di mandare a Ragusa, alla metà di giugno, libri ed autori da promuovere. E si tratta di un risultato di suo notevolissimo, e si direbbe eccezionale se solo per un attimo si pensa che l’industria editoriale è a Milano e Ragusa è duemila chilometri più giù. Non più su, o di lato.
Si tenga sempre presente questo dato. Di Salvo e gli altri della squadra ormai oliata e sperimentata, lavorano tantissimo per fare un buon festival. Con loro gli sponsor che permettono tutto quanto. E poi gli autori e, in misura forse non mai adeguatamente valorizzata e riconosciuta, i presentatori.

Se l’autore che siede in Piazza San Giovanni o nel cortile della Prefettura, ai Giardini Iblei o davanti il Duomo del Santo Cavaliere è noto al pubblico, la presentazione sarà affollata. In quel caso il presentatore del libro dovrà limitarsi ad avviare la discussione e ravvivarla con qualche domanda (dato per scontato che abbia letto il libro). Se l’autore è di seconda fascia (e però a ATV si tratta pur sempre di livello notevolissimo), il ruolo del presentatore assume importanza fondamentale. Ne va dell’esito della presentazione che, concentrata in 45 minuti, deve dare l’idea del libro e della sua valenza, e stimolare negli intervenuti la voglia di comprarlo quel libro, per poterlo leggere.

Tornando per un attimo a Di Salvo e alla sua capacità manageriale, si deve ricordare che non è solo ATV ad avere successo, ma anche un concorso letterario – quello sotto l’egida della Moak, azienda modicana di caffè – e la rassegna teatrale al Naselli di Comiso. A dimostrazione che Alessandro lavora molto agli impegni assunti. In somma: ATV non è un caso, una pura coincidenza, uno strano movimento astrale.
E riferendo invece del festival in quanto tale, è bello poter rubricare le edizioni ricche di autori e pubblico, di dibattiti e libri venduti. Ed è altrettanto bello sottolineare che quei quattro giorni di metà giugno hanno ormai da molto e di molto valicato i limiti dell’appuntamento culturale ristretto e riservato ai pochi membri di una riconosciuta elite. ATV è diventato di fatto una grande, bella, apprezzata, affollata festa di popolo.
È evidente che molti – ragusani e non – vanno alle presentazioni dei volumi per vedere da vicino ed ascoltare il generale Figliuolo o la dott.ssa Ilaria Capua, ma è altrettanto vero che se non tutti, comunque, molti compreranno il libro. E benedetto sia sempre il giorno in cui un ministro dell’economia nato e cresciuto nella città dei contrabbandieri disse che con la cultura non si mangia. È stato di stimolo, di pungolo.
Almeno a Ragusa con la cultura si mangia. Tutti, compresi quelli che semianalfabeti non finiranno mai di ringraziare ATV perché molti autori – noti e “continentali” – hanno deciso di trascorrere la vacanza a Pozzallo o a Donnalucata. E di questi qualcuno ha anche comprato casa a Ibla o a Scicli.
Con la cultura si mangia, eccome. E chi rimpolpa il conto corrente coi bonifici di grandi giornalisti, pensatori, scrittori, intellettuali in genere, deve ricordarlo e, buona educazione imporrebbe, anche ringraziare. Chi? Lo sappiamo, lo sapete.
