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Alfio Gambero

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di Vito Veninata

Il brillante succeso dell’edizione del 1967 spinse i migliori piloti del Sud ad assicurare la loro presenza. Oltre ad Alfio Gambero vincitore dell’edizione precedente, si diedero battaglia l’esperto Domenico Scola su Abarth 2000 Sport ed il giovanissimo Ignazio Capuano che, dopo due anni di incontrastati successi, aveva sostituito la sua Porsche Carrera 6 con la più prestazionale ma impegnativa Carrera 10.

Ignazio Capuano su Porsche Carrera 10, vincitore mancato nel 1968 (Corso Kennedy)

Il percorso di gara era stato ulteriormente migliorato, sia per quanto riguardava il fondo stradale, che la sicurezza. La presenza di tantissime protezioni (guard-rail), lo aveva reso un piccolo circuito e, alla maniera appunto dei circuiti, da parte degli appassionati e dei piloti era stato dato un nome a tutte le curve!

Panoramica del percorso

Così come a Monza esistevano le curve di Lesmo, la variante Ascari, la parabolica e il rettilineo dei box, i piloti iblei parlavano dello strettissimo ponte ‘ra Baruna’ che immetteva sul lungo rettilineo della ‘esse’ successiva, impegnativa e velocissima, della curva del ‘Frantoio’, del primo tornante, di quello successivo del bivio del Santuario, delle famosissime ‘4 Cappelle’, del tornante che seguiva e immetteva in un tratto veloce che portava al tornante della ‘Timpa’ (penultimo), del velocissimo tratto delle ‘Case Popolari’, dove il sogno era quello di tenere giù il piede dell’acceleratore. Anche se, in verità, pochi ci riuscivano. Era in quel tratto che spesso si decidevano le sorti della gara. Le capacità di guida dovevano essere assecondate da un buon assetto della vettura che andava particolarmente curato per quel tratto. L’ultimo tornante portava finalmente al traguardo.

Salvatore Calascibetta su Abarth 1000 SP, quarto assoluto nel 1968

La vittoria assoluta arrideva al più bravo e fortunato. Il sottoscritto nel 1975 e nel 1976 riuscì a conquistare un ‘onorevolissimo’ (cosi disse la stampa locale) secondo posto, che mi servì solo a ricordare che il secondo è solo il primo degli… sconfitti!!

L’edizione del 1968 (22 settembre) si svolse alla presenza di oltre ventimila spettatori, in una bella giornata di sole e fu una delle tante interessanti e combattute ‘Monti Iblei’.
Il bravissimo Capuano, dopo una gara impeccabile che quasi lo avrebbe salutato vincitore incappò, alla penulima difficilissima curva, in un pericoloso testacoda che non gli permise di raggiungere il traguardo.

Domenico Scola

Vinse Scola, che forse era stato più prudente e non aveva commesso alcun errore. Alle sue spalle Lo Turco, Calascibetta e Gambero. Ottimo il comportamento di tutti i piloti ragusani, ma un elogio particolare va rivolto agli organizzatori: Comune di Chiaramonte, Ente Provincia, ACI Ragusa. A dirigere quest’ultimo, l’ACI di Roma aveva designato un validissimo giovane funzionario, il dott. Antonio Vittorio, che fino al 1971, servendosi opportunamente dell’esperienza e disponibilità di alcuni giovani dipendenti dell’ACI di Ragusa (Titta Belviso, Elio Russino, Franco Moltisanti, Saro Lami, Raffaele Licitra) si era prodigato con fare encomiabile per la felice riuscita della manifestazione.

Un momento della premiazione del 1968

Nel 1969 riscontriamo l’assenza di Domenico Scola (impegnato altrove) e di Ignazio Capuano. La scuderia Pegaso di Palermo evitava accuratamente lo scontro in tamiglia fra i due “cognatini d’oro’ Capuano e ‘Codones’ che disponevano dei mezzi più potenti e competitivi esistenti al tempo in Sicilia.

Fu pertanto il turno del fortissimo ‘Codones’, ​​su Ferrari Dino 206 S.
Dietro questo pseudonimo ci celava uno tra i migliori piloti della storia dell’auto in Sicilia: il giovanissimo Ferdinando Latteri. Nato nel 1945, a vent’anni iniziò l’era dei suoi successi con una potente Ferrari 250 GTO da 3000cc. per passare subito dopo alla Dino 206S, e concludere infine con una Alfa Romeo 33TT da 3000cc.

Ferdinando Latteri (‘Codones’) su Ferrari 250 GTO

Il buon Ferdinando fece invero tutto a gran velocità. Si laureò in Medicina e sulle orme del padre si specializzò in Chirurgia nel 1973. Nel 1975 diventa docente presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Catania, arrivando a ricoprire la prestigiosa carica di Rettore della stessa Università tra il 2000/06. Ebbe anche una carriera politica da deputato nazionale (1987/1994 – 2006/2011)

Ancora l’ex Rettore dell’Università di Catania, Ferdinando Latteri su Ferrari Dino206S (tornante bivio santuario)

Alla ‘Monti Iblei’ del 1969 rientrava dopo uno spaventoso incidente sul circuito di Imola con una Porsche 906 spaccata in due e gravi ferite riportate. Disponeva di una aggiornatissima Ferrari Dino 206S. Problemi al cambio lo costrinsero al secondo posto. Vinse il concittadino ed amico Mariano Spatafora su Abarth 2000 Sport con un buon margine di vantaggio.

Latteri si rifece ampiamente nel resto della stagione, ma in cuor suo aveva già deciso l’abbandono dalle corse. Una scelta per molti versi inspiegabile, accompagnata dal fermo proposito di non guardare mai più al suo glorioso passato e chiudendo per sempre con un mondo che gli aveva dato tanto ma che aveva rischiato di prendersi tutto! Morì a soli 66 anni. Eravamo amici e l’ho incontrato tante volte, ma di corse mai più una parola.

Tornando alla gara ottima vittoria di classe per il ragusano Giovanni lacono (Fiat 500 Giannini) e del vittoriese Girolamo (Mimmo) Bertone nella classe granturismo 1600 con una Alfa Romeo ottimamente preparata dal giovanissimo suo concittadino Salvatore Lombardo.
Bertone vincerà l’edizione successiva, mentre Lombardo collezionerà una serie infinita di successi sia come pilota che come preparatore.

Mariano Spatafora, vincitore assoluto, fu rapito qualche anno dopo (1971) a scopo estorsivo. Anche per questo abbandonerà le corse per dedicarsi alla gestione del patrimonio di famiglia.

Il Marchese Mariano Gutierrez di Spatafora, vincitore assoluto nel 1968, fu sequestrato nel 1971 a fini estortivi

L’edizione del 1970 vede come meritatissimo trionfatore il giovane pilota vittoriese Mimmo Bertone che al volante di una agile formula Tecno Ford riusci a mettere dietro le più potenti Abarth 2000 Sport di Domenico Scola, ‘Amphicar’ e Vincenzo Virgilio.

Grandissimo entusiasmo per il folto pubblico ibleo, letteralmente impazzito nel vedere al vertice della classifica un giovane locale. II buon Mimmo compiva in quella data 25 anni ed aveva ottenuto con la sua vettura un solido terzo posto nel campionato italiano di formula Ford per i colori della “Scuderia Italia”.

Girolamo (Mimmo) Bertone vincitore dell’edizione della Monti Iblei del 1970

Più in sordina l’edizione del 1971. Si ripresentava il bravo Bertone, questa volta alla guida di una potente formula 3 (Brabham Ford), che però non riusciva a ripetere l’exploit dell’anno precedente per noie meccaniche, dando via libera all’ottimo ‘Amphicar’ (al secolo Eugenio Renna).

Eugenio Renna (‘Amphicar’) su Chevron 2000 vincitore dell’edizione del 1971

Circa 30.000 spettatori si assieparono lungo i tornanti della collina chiaramontana per assistere alle prodezze degli oltre 200 partenti.
Purtroppo, malgrado la buona volonta degli organizzatori, ci fu qualche carenza: la partenza, fissata per le 9:30, venne ritardata, seguirono delle lunghe interruzioni e la gara si concluse ben oltre le 14:30.

Il Corso Europa pieno di spettatori nei primissimi anni ’70

Fortunatamente, anche se con il malcontento del pubblico presente, l’esame venne superato. A dirigere l’edizione del 1972 fu chiamato il Dott. Cono Mollica, da tempo funzionario dell’Aci di Ragusa. Una certa inesperienza circa i rapporti con le scuderie siciliane ridusse a circa 150 il numero dei partenti e anche questa volta ci furono numerose interruzioni.

Il pubblico, sempre numeroso, salutó il successo dell’Abarth 2000 Sport di Raffaele Restivo, brillante avvocato palermitano e figlio dell’omonimo ministro.

Raffaele Restivo su Abarth 2000 Sport vincitore nel 1972 (in Corso Europa vicino all’Arrivo)

Nel 1973 il palernitano ‘Frank McBoden’ spezzò la lunga egemonia delle Abarth affermandosi con una nuovissima Chevron Ford 2000. Pur non migliorando Il tempo delle precedenti edizioni vinse agevolmente, favorito dalle negative vicissitudini in cui incorsero i palermitano Ferlito, tradito dal motore della sua Abarth e il sottoscritto (Chevron 2000), rimasto con il cambio bloccato in terza velocità a circa metà percorso.

La curiosa Lancia Fulvia barchetta F&M con cui Matteo Sgarlata conquistò il terzo posto assoluto nel 1972

Grande fu la delusione del numeroso pubblico per questo mancato duello. Partito per ultimo incontrai tanta folla sul percorso, che per incoraggiarmi e applaudire mi creò non pochi problemi. L’apposita Commissione di Vigilanza stigmatizzò il comportamento dell’Organizzazione. Questi problemi portarono alla mancata effettuazione dell’edizione del 1974
(link alla terza puntata. Cliccate qui) (link alla quinta puntata. Cliccate qui)

Frank McBoden su Chevron 2000 vincitore assoluto nel 1973
Un giovanissimo Benny Rosolia secondo assoluto nel 1973 con una Lancia Fulvia Zagato 1.3 (4 Cappelle)

 

 

di Vito Veninata

La sospensione di tutte le gare automobilistiche su strada, a seguito dei luttuosi eventi del 1957, aveva indotto le autorità internazionali preposte a nuove e più rigide norme riguardanti la sicurezza dei percorsi di gara.

Il giovanissimo Vito Veninata con la sua Fiat 500 da corsa tra i tornanti della ‘Monti Iblei’

Anche la prestigiosissima “Targa Florio” era stata retrocessa a gara di regolarità disputata in extremis il 24 novembre 1957. L’Automobile Club di Palermo però, già il 2 maggio del 1958, sapientemente l’aveva riportata ai suoi fasti mondiali. In verità agli inizi degli anni ’60 tutti gli ACI di Sicilia avevano inserito nei loro programmi anche più di una cronoscalata. L’ACI di Ragusa stava a guardare! Ci si limitava a iscrivere a calendario le due prove (una di regolarità ed una di velocità) disattendendo regolarmente gli impegni.

Una Fiat 850 Abarth ‘Nurburgring’ alla partenza

La storia ci racconta che la manifestazione del 1967 viene presentata come la 11ª edizione quando invero si tratta solo della terza. II vicino A.C.I. di Siracusa, invece, oltre ad una “Tre ore notturna” sul mitico circuito, organizzava addirittura due cronoscalate (Avola-Avola Antica e Val d’Anapo-Sortino).

L’Alfa Romeo Giulia TZ Zagato di Lo Piccolo, secondo classificato

Nel 1964, fortunatamente, aveva assunto la presidenza dell’A.C.I. ibleo il barone Dr. Domenico Arezzo, personaggio storico dell’automobilismo ragusano, spinto da adamantina passione e istintivamente portato alla considerazione del bene comune. Nel 1941, insieme al fratello Carmelo, era partito volontario in guerra ed era riuscito, durante la disfatta, a salvarsi. Non cosi fu per il fratello, morto durante la campagna di Russia.

Fu subito varata la 7ª edizione dell’Autogiro di regolarità nel 1965 (in verità si trattava solo della 2ª edizione) con buoni risultati. Dei 52 partenti più della metà erano ragusani! Mentre si continua a rinviare, malgrado gli impegni presi, la realizzazione della cronoscalata.

Il ‘parco chiuso’ in Piazza SS Salvatore

Brevemente il motivo dei continui rinvii. A dirigere l’Aci di Ragusa era stato inviato da Roma un giovane direttore, certamente destinato ad una fulgida carriera, ma che non intendeva assolutamente rischiare il suo futuro per qualche improvvido ‘scivolone’ nell’organızzazione della ‘Monti Iblei’.
Il buon Dr. Raffaele Caracciolo resistette fino all’8 ottobre del 1967 (c’era già stato un precedente rinvio), poi finalmente avrebbe ceduto nel dare il via. Oltre al barone Arezzo, in nome dell’A.C.I, e alla Provincia Regionale di Ragusa, bisogna evidenziare il grandissimo contributo che sotto tutti i punti di vista diede l’avv. Nello Rosso, sindaco di Chiaramonte, che fortissimamente si adoperò per l’ottima riuscita della manifestazione.

L’avv. Nello Rosso, a quel tempo Sindaco di Chiaramonte, in un momento della premiazione.

Importantissimo fu anche il ruolo degli sportivi locali, alcuni dei quali giá dediti all’attività agonistica. La Presidenza dell’A.C.I. diede espresso incarico a me e al mio amico Giovanni Di Maria, che venivamo da un’intensa attività agonistica (il sottoscritto dal ’65 al ’67 avevo disputato oltre 20 cronoscalate, vincendone la metà), di servire tutto su un piatto d’argento. Immediatamente fu redatto un regolamento di gara, fu presentata una planimetria e un altimetria del percorso, redatte da mio padre, l’ing. Filippo Veninata. Furono contattati i cronometristi locali diretti da Vincenzo Lorefice, venne realizzato un servizio di validissimi radioamatori (Dr. Nino Greco) e organizzato un efficiente servizio di radio diffusione su tutto il percorso (speaker Elio Alberino).

Un altro momento della premiazione. Il primo a destra l’Avv. Prof. Gaetano Nicastro

Da pilota già esperto suggerì quattro capisaldi per una buona riuscita: rispetto dell’orario di partenza prefissato; chiusura del percorso almeno due ore prima; esclusione di qualsiasi interruzione se non per fatti gravissimi; chiusura della manifestazione entro i termini previsti; premiazione da effettuare immediatamente dopo la gara per consentire ai partecipanti un comodo rientro a casa. Fui ascoltato in pieno: gradì anche Caracciolo!

Il percorso di gara, accorciato nella fase iniziale (era stato ridotto a km 5,200) offriva tutta la sicurezza del caso grazie alla fattiva opera dell’ufficio tecnico della Provincia Regionale massiccio (ing. Ignazio Civello): asfalto quasi interamente rifatto e posizionamento massiccio di ‘guard-rail’.

Il giorno della gara gli spettatori si radunarono a migliaia lungo i tornanti, la splendida giornata di sole ne premiò l’entusiasmo e la passione in uno scenario incantevole. Alla fine il sindaco Rosso era raggiante: aveva ottenuto per la sua Chiaramonte qualcosa di veramente grande. La prova fu vinta dal catanese Alfio Gambero della scuderia Etna, che a bordo della sua Abarth OT 1300, percorse l’intero percorso in tre primi e cinquanta secondi. Alle sue spalle le Alfa Romeo Giulia tubolare Zagato di Pietro Lo Piccolo e Carmelo Giugno, più potenti ma meno agili della Abarth di Gambero.

La bianca Abarth OT 1300 di Alfio Gambero alla partenza

Una gara nella gara fu quella disputata fra le piccole 500 superpreparate. Su circa 30 cinquecentisti i piloti ragusani (Wan, lacono, Dimartino, Cilia e Di Giacomo) occuparono i primi cinque posti. Un vero successo. Dietro lo pseudonimo di Wan si celava l’estensore delle presenti note. Un bravissimo tecnico sciclitano (Guido Boscarino) mi aveva messo a disposizione una vettura certamente competitiva, il resto lo misi io stravincendo con quasi cinque secondi di vantaggio. Tantissimi considerato il lotto di avversari! Al traguardo c’era mio padre ad attendermi e nessun premio fu per me più grande dell’abbraccio che mi diede.Tra i partecipanti vincitori di classe il chiaramontano Nunzio Melfi (Lancia Fulvia 1300 rally) e il modicano Giovanni lemmolo su Mini Cooper 1000.
Con la sontuosa premiazione presso la sede del Comune di Chiaramonte, gremita di pubblico e partecipanti, si era definitivamente chiuso un periodo ‘nero’ dell’automobilismo ibleo e si era aperto un ciclo brillante che tante soddisfazioni avrebbe dato negli anni a venire. (Link alla 2ª edizione del 1957) (Link alle edizioni 4ª-9ª)

Un’altra Abarth OT 1300 (in Corso Europa)

Gli iscritti alla terza edizione