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di Vito Castagna

Le bombe d’acqua che hanno colpito l’Emilia-Romagna in questi giorni di maggio non sono un fatto casuale. Lo dicono gli esperti, ma anche chi è poco avvezzo alla materia sa rendersene conto.

Pochi mesi fa, nel dolore generale, il Misa superava i suoi argini inondando Senigallia di un fango mortale. E’ successo in un settembre che portava con sé gli strascichi di una calda estate eppure i luoghi nel quale questo alluvione e quello emiliano-romagnolo sono avvenuti sono così vicini e simili, Romagna e Marche, prolungamento l’una dell’altra, che non si può far finta che non vi siano analogie.

mentre roma discute sagunto è espugnata
16 settembre 2022, Senigallia

Parlare però di un problema esclusivamente marchigiano-romagnolo sarebbe del tutto sbagliato. Perché la nostra Penisola è colma di suoli aridi e compatti e di fronte a questo aspetto il divario Nord-Sud si annulla. Suoli nei quali gli aratri dei nostri avi avrebbero fatto fatica a tracciare anche un solo solco e più del vomere avrebbero avuto bisogno di scalpello e martello!

Mentre l’acqua immergeva la Romagna, per Vittorio Feltri gli alluvioni dimostravano che la siccità non esiste. Un parere individuale, si potrebbe dire. Purtroppo, sono in molti a pensarla come lui, specie tra le file del Governo.

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Oggi, negare il cambiamento climatico è un atto di violenza alla quale, purtroppo, si risponde con altrettanta violenza, vedasi le opere d’arte imbrattate. Fenomeno turpe, questo, che viene considerato come l’unico modo per farsi notare. La politica dal canto suo punta semplicemente il dito contro gli oltraggiatori, ma non guarda la luna, il vero problema. “Perché questi ragazzi si comportano in un modo così ignobile?”, bisognerebbe chiedersi. Se gli atti sono criticabili, di certo non lo sono i motivi.

Gli attivisti sono giovani e quindi facilmente attaccabili. Bisognerebbe però ricordarsi che molta gioventù è impegnata nel ripulire case e strade dal fango. A questi “angeli”, alle loro braccia stanche, ai loro vestiti imbrattati, ai loro occhi sorridenti l’Italia deve molto, anche quella che troppo spesso li indica come inconcludenti, impreparati e inesperti in altre situazioni.

mentre roma discute sagunto è espugnata
Alcuni volontari a Cesena

Queste alluvioni romagnole predicono il futuro prossimo: siccità prolungata e bombe d’acqua rapide e devastanti. Non servono veggenti per capire che sarà così, sempre di più, fino a quando quella terra secca, quella lastra di marmo, non sarà scolpita dalla pioggia. 
Si può contrastare questa tendenza e lo sappiamo. Ma mentre Roma discute Sagunto è espugnata