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Anime purganti

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di Silvia Bracchitta

Restaurare significa lasciare un segno, il nostro segno, sopra un’opera che era nata senza di noi, che in origine non ci prevedeva

A questo importante concetto di Giorgio Bonsanti, aggiungerei che restaurare significa permettere ad un’opera d’arte di continuare ad esistere nel tempo, dando la possibilità a chi verrà dopo di noi di continuare a goderne. 

Terminati gli studi a Firenze, e dopo aver messo in campo le mie competenze in Toscana, nel 2015 ho deciso di restaurare, senza lucro, un’opera che appartiene alla chiesa Santa Maria la Nova, di Chiaramonte Gulfi, paese nel quale vivo. 

anime purganti
Santa Maria La Nova, Chiaramonte Gulfi

La tela è quella delle “Anime purganti”, realizzata nella seconda metà del Settecento dal pittore palermitano Gaetano Mercurio.

Dopo alcuni sopralluoghi per capire come spostare la tela senza comprometterla ulteriormente, il dipinto è stato collocato nella zona predisposta ai lavori. La complessità dell’operazione era data dalle dimensioni notevoli dell’opera e dal fatto che questa fosse fissata male al telaio e alla cornice, e quindi instabile.

anime purganti

Questa foto mette a confronto lo stato iniziale e finale delle “Anime purganti”. Saltano agli occhi la condizione del colore, che si presentava sbiadito a causa di diversi fattori: la polvere che si era depositata nel tempo e la selvaggia pulitura che era stata eseguita in un precedente intervento di manutenzione, che faccio fatica a chiamare restauro. 

Ma la causa principale del deterioramento era dovuta alle candele. Infatti, il fumo dovuto alla combustione scurisce e sbiadisce il colore. Probabilmente, se fosse stato protetto con una vernice adeguata non avrebbe raggiunto queste condizioni.

anime purganti
Le tre fasi del restauro delle “Anime purganti”

La prima fotografia evidenzia il pessimo stato di conservazione dell’opera prima del restauro.

La seconda è stata scattata al termine delle operazioni conservative, che hanno previsto la pulitura e il consolidamento della pellicola pittorica, l’inserimento di strisce perimetrali sui bordi della tela e il fissaggio al telaio originale.

Inoltre, qui sono documentate le stuccature e l’imitazione della superficie, due fasi molto delicate e importanti. La preparazione in dipinti di questo tipo ha una duplice funzione: contrastare la tensione e i movimenti della tela e creare una base per il fissaggio colore.

La restauratrice Silvia Bracchitta durante il restauro

Dopo aver stuccato le lacune con gesso e colla animale (come nella preparazione originale) sono stati ripristinati l’andamento della superficie pittorica e la trama della tela. Queste operazioni servono a mantenere una corretta leggibilità del quadro, dopo l’intervento di restauro.

Nella terza foto si possono notare le integrazioni pittoriche eseguite con colori a tempera e la verniciatura protettiva finale.  La differenza cromatica serve per colmare le lacune presenti nella tela e viene eseguita con la tempera perché è stabile nel tempo (cioè non cambia di tono), è coprente e facilmente reversibile.

anime purganti

Il restauro della tela, del telaio e della sua cornice è durato un anno. In quel periodo, il mio lavoro aveva generato molta curiosità tra gli abituali frequentatori della piazza. La chiesa si animò di un via vai di persone che, a detta del vice parroco di allora, non aveva mai visto entrare.

Mi stupii di quell’entusiasmo inaspettato, che fu per me uno sprone ulteriore. 

Il quadro delle “Anime purganti” è tutt’oggi nella chiesa di Santa Maria la Nova, certamente più vicino al suo stato originale. E’ un piccolo esempio di come l’impegno, la passione e la conoscenza abbiano acceso nella comunità chiaramontana un nuovo interesse per il suo patrimonio. Un bene comune molto ampio e variegato che non aspetta altro di tornare a splendere nel tempo.