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Antonello da Messina

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di Pippo Inghilterra

Dei pochi turisti di passaggio a Comiso, pochissimi visitano le chiese minori, a parte quella di San Francesco per il monumento ai Naselli. Ma se qualche turista colto, affamato d’arte, decidesse di varcare la soglia di qualcuna delle venti chiese minori, sarebbe ricompensato dalla vista dei tanti bei quadri “erranti”. E se poi decidesse di entrare nella chiesa di Santa Maria di Monserrato, non si stupirebbe di fiutare il passaggio di dipinti di grandi artisti come Jan Van Eyck, Rogier Van der Weyden o Antonello da Messina.

“Su la poetica balza di una vecchia cava della nostra famosa pietra, si erge, poco lungi dalla città, a Mezzogiorno, una chiesa solitaria e sufficientemente vasta, dedicata alla Vergine di Monserrato (…). Nell’altare di questa chiesa c’è un quadro che richiama all’opera di Antonello (…), dove un tardo e ignoto imitatore dell’arte fiamminga raffiguro’ piuttosto bene e arricchendola di molte, anzi troppe, dorature, Maria SS. sedente in trono, sotto un ricco baldacchino, con sul grembo il Putto, che giulivamente tiene in una mano un cardellino. Fa da sfondo a questo gruppo centrale, un monte irto di punte digradanti – una delle quali, l’artista, per far comprendere a tutti, che quello era appunto il Monserrato, con amena trovata, fa segare a due angioli – nei cui greppi e nelle nove scene, che completano la tela, è dipinta sommariamente la leggenda del ritrovamento della taumaturgica Madonna spagnuola.” (F. Stanganelli, 1915). Questo quadro è oggi scomparso.

Madonna col Bambino (particolare) Polittico di San Gregorio (Antonello da Messina, 1473, Messina, Museo Regionale)

Il cercatore di memorie, uscendo poi dalla chiesa, osserverebbe, da quel luogo di silenzio, un paesaggio antico. Scorgerebbe tra i canneti un fiume largo e profondo, che scorre tra alte ripe paurose della vallata dell’Ippari e che sfocia nell’infinito del mare. Sentirebbe ai suoi piedi, le voci della città trasportate dal vento, che riverberano, come canne d’organo, nelle cave di pietra.

Molte erano le madri che, nel silenzio, percorrevano quella trazzera, che portava alla chiesa “ra Bedda Matri ri Muntisirratu” per ascoltare un “responso di Sibilla” e pregare “a Maronna ‘a muta”. Le voci della città davano risposte solenni, per un figlio in guerra o un marito lontano.

(Da sx) Paesaggio antico di Comiso, 1893 e la Chiesa di Monserrato in un dipinto del 1822 (particolare)