di Vincenzo La Monica
“C’è tempo” è il titolo di una luminosa e toccante canzone di Ivano Fossati. Da qualche mese, però, è anche il nome di un luogo. Per l’esattezza un centro ricreativo voluto dalla diocesi di Ragusa per creare occasioni di incontro in favore di tutte quelle persone che vivono situazioni di solitudine ed emarginazione dovute ad età, malattia o percorsi di vita.
La proposta prevede l’alleanza tra la Caritas diocesana, l’Azione Cattolica e la Parrocchia San Pier Giuliano Eymard che ha messo a disposizione i propri locali di Via Vittorio Alfieri, 48 a Ragusa. Gli stessi sono stati opportunamente arredati e forniti di PC e rete internet, ma anche di carte da gioco, abbonamenti a riviste, tavoli di ping pong, giochi da tavolo e macchinette per il caffè, in una singolare mescolanza di antico e moderno.
“Vogliamo che ‘C’è Tempo’ – dice il direttore della Caritas Domenico Leggio – diventi un punto di incontro e socializzazione per i tanti invisibili che si trovano in condizione di solitudine perché senza dimora, ex detenuti, soggetti a dipendenze o semplicemente perché anziani e privi di una rete familiare. In questo senso lo spazio avrebbe anche funzione preventiva, occupando parte del tempo morto che queste persone si trovano a vivere per troppe ore in solitudine e che le conduce spesso all’abbandono della cura di sé o a stati depressivi.”
L’idea di un centro aggregativo è nata dalla riflessione su uno dei tanti nervi scoperti dalla pandemia di COVID 19. All’interno dell’unico bisogno di socialità e supporto educativo che ha riguardato tanti di noi, è emersa una platea di persone fragili molto eterogenea. E tra le fragilità silenziose si è imposta con forza quella degli anziani, soprattutto per quelle situazioni in cui si sommano alla solitudine per vedovanza e lontananza degli affetti familiari, situazioni di povertà economica e relazionale che generano un vortice di esclusione centrifuga che tiene fuori queste persone dalla vita comunitaria. Per avere un’idea della portata di questo bisogno, basti pensare che nel Comune di Ragusa secondo il dato ISTAT al 31/12/2021 il 23,3% della popolazione ha più di 65 anni e l’11,5% ha più di 75 anni.
Venuti meno i luoghi di incontro tradizionali (circoli, sedi di partito, dopolavoro etc.) “C’è tempo” introduce come principio cardine per gli anziani una proposta di scambio intergenerazionale, reso possibile inizialmente dai giovani in SCU presso la Caritas, poi dal gruppo Young Caritas composto da giovani under 25 e dai tirocini con le scuole e le Facoltà del territorio.
“Si comincerà – dichiara il coordinatore di progetto Emiliano Amico – con dei mini corsi per l’alfabetizzazione digitale per PC e smartphone, rivolto sia ad adolescenti che ad adulti. Per l’estate abbiamo anche in cantiere incontri sull’astronomia e vari momenti di convivialità. La bellezza di questo spazio, però, è che siamo di fronte a un luogo intergenerazionale, dove si può respirare un’aria di famiglia e di fraternità, dove non è importante ciò che si fa, ma conta stare bene insieme e sentirsi accolti. La programmazione darà sostanza e renderà piacevole il tempo che impiegheremo insieme, ma le attività devono essere soprattutto uno strumento per creare legami.”
Tra le iniziative in cantiere ha una particolare rilevanza la costituzione di una raccolta di memorie orali, registrate, catalogate e rese disponibili a tutti sul web per far sì che il patrimonio culturale, storico, sapienziale dei nostri nonni non vada disperso, ma venga reso disponibile alle nuove generazioni, agli studiosi, alle scuole. Tutte le persone che lo vorranno saranno invitate a raccontare, come in un diario, il proprio ricordo di eventi autobiografici, storie familiari, eventi della grande Storia che incontra la storia dell’uomo comune, racconti della tradizione, spiegazione di detti popolari, leggende etc.